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Minori l’oltraggio infinito

Numero 58 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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10 Domenica<br />

25 marzo 2012 PRIMO PIANO<br />

In aumento i casi di stalking in Italia: un cittadino su cinque ne è succube<br />

e le donne sono il 70 per cento. Poche denunce per il senso di colpa verso i figli<br />

Le urla di chi non grida<br />

Quando il cacciatore aggancia la<br />

sua preda, ne pregusta già il possesso.<br />

Nascosto nel buio, o dietro<br />

una cornetta, ne ascolta la voce,<br />

ne segue i movimenti, ne annusa<br />

la paura. L’uno insegue, l’altra<br />

fugge. Per la vittima, comincia<br />

una lenta agonia, spesso non solo<br />

interiore. La sua vita scivola via,<br />

asfissiata da una minaccia lenta,<br />

ridondante, esasperante. L’insidia<br />

di un predatore che brama l’eccitazione<br />

morbosa della sua caccia e<br />

la resa incondizionata della sua<br />

preda. “Cacciatore all’agguato” è<br />

una delle tante varianti linguistiche<br />

che, in italiano, designano lo<br />

stalker, il molestatore furtivo e, in<br />

molti casi, recidivo e irriducibile.<br />

L’introduzione del reato di<br />

Stalking nell’ordinamento giuridico<br />

italiano, con il decreto legge<br />

n°11 del 23 febbraio 2009, sembra<br />

formalizzare un qualcosa che certamente<br />

esisteva già da tempo ma<br />

che, assumendo un nome preciso<br />

e un numero identificativo fissato<br />

da una legge, non è diminuito<br />

d’intensità. Secondo i dati diffusi<br />

dall’Osservatorio nazionale sullo<br />

stalking, un italiano su cinque ne è<br />

vittima. Il 70% dei perseguitati è<br />

donna. Il molestatore è il partner<br />

o l’ex partner nel 55% dei casi, nel<br />

5% si tratta di un membro della<br />

famiglia, di un collega nel 15% e di<br />

un vicino nel 25% dei casi.<br />

Cifre eloquenti che dipingono,<br />

però, il quadro di un fenomeno<br />

che si sviluppa su tendenze inversamente<br />

proporzionali. Dopo un<br />

primo impatto positivo della<br />

legge, infatti, si è assistito negli<br />

ultimi due anni a un incremento<br />

di episodi di stalking, cui fa da<br />

contraltare un forte calo di<br />

denunce effettuate.<br />

Da un lato molestatori caparbi e<br />

ossessivi che si aggrappano alle<br />

vite private altrui come parassiti,<br />

dall’altro vittime estenuate che,<br />

non in pochi casi, si chiudono in<br />

spirali di silenzio. «Il senso di<br />

colpa – spiega la dottoressa Ilaria<br />

Boccagna, psicologa di “Spazio<br />

Donna” Onlus – gioca una ruolo<br />

fondamentale nel meccanismo di<br />

chiusura e reticenza della donna<br />

vittima di stalking. Poiché la famiglia<br />

è considerata tutt’oggi un<br />

valore indissolubile, il senso di<br />

colpa subentra per il timore di<br />

rompere l’unità familiare, di fare<br />

del male ai figli, quando poi il male<br />

peggiore è che i figli stessi assistono<br />

alla violenza tra i genitori, in<br />

particolare nei casi in cui è il padre<br />

che la esercita sulla madre».<br />

Un fenomeno che si consuma e<br />

distribuisce in maniera diversa<br />

anche a seconda di fattori territoriali<br />

e culturali. «Nei paesini con<br />

minor numero di abitanti dove<br />

tutti si conoscono – continua<br />

Boccagna – c’è la tendenza a tenere<br />

nascosti episodi del genere».<br />

Sms, telefonate, appostamenti, ma<br />

anche e-mail con contenuti osceni<br />

e richieste di contatto online: il<br />

modus operandi dello stalker<br />

segue il passo delle tecnologie e le<br />

sfrutta secondo logiche perverse.<br />

«C’è stato il caso di uno stalker<br />

telematico – racconta Anna<br />

Ludiero , operatrice del “Telefono<br />

rosa” di Caserta – che tramite<br />

Facebook ha perseguitato una<br />

ragazza rubandone i dati personali<br />

e legandoli a siti osceni. Mentre<br />

prima c’era una maggiore frequenza<br />

d’uso del telefono, erano maggiori<br />

i pedinamenti a tutte le ore<br />

del giorno, adesso con la creazione<br />

delle false identità ci si serve dei<br />

social network».<br />

La minaccia corre, dunque, anche<br />

sul web, uno dei tanti luoghi dove<br />

può nascondersi l’amore malvagio,<br />

figlio di menti abiette.<br />

Pagina a cura di<br />

MARIO PIO CIRILLO<br />

La nostra società<br />

troppo stressata<br />

Il potenziale comunicativo<br />

offerto dai nuovi media<br />

ha, in qualche modo,<br />

aperto diverse vie di sviluppo<br />

al fenomeno<br />

dello stalking.<br />

L’entropia dei<br />

valori, unita<br />

ai mutamenti<br />

sociali in atto<br />

può gravare<br />

non poco<br />

sull’intensità<br />

del fenomeno.<br />

«Lo stalking<br />

- spiega Pasquale Marino,<br />

sociologo - può avere<br />

serie motivazioni di origine<br />

nella condizione precaria di<br />

una società psicologicamente<br />

stressata. Si tratta di<br />

una forma patologica legata<br />

a un disturbo schizoaffettivo,<br />

una forma di amore che<br />

diventa ossessione, che<br />

cambia di segno e che<br />

IL SOCIOLOGO IL CRIMINOLOGO LA PSICOLOGA<br />

dipende certamente da difficoltà<br />

e disturbi legati a<br />

dinamiche di interazione<br />

sociale in qualche modo<br />

distorte, che<br />

lo stalker può<br />

aver maturato<br />

o interiorizzato<br />

anche<br />

durante l’infanzia.<br />

Il ruolo<br />

che la com<br />

u n i t à<br />

gioca, in relazione<br />

a tale<br />

problematica,<br />

è fondamentale,<br />

dato che può<br />

determinare una inibizione<br />

nel processo di autocoscienza<br />

dellla vittima come<br />

tale». Non a caso, il senso<br />

di omertà che tutto pervade<br />

e tutto avvolge può essere<br />

un fattore decisivo, se<br />

non il miglior alleato, per<br />

l’occhio viscido e assillante<br />

dello stalker.<br />

Vittime del timore<br />

di essere prede<br />

«Lo stalking - secondo il criminologo<br />

Andrea Feltri -<br />

può nascere come complicazione<br />

di una qualsiasi<br />

relazione<br />

interpersonale<br />

e, pertanto,<br />

chiunque<br />

può esserne<br />

vittima.<br />

La caratteristica<br />

peculiare è<br />

quella di una<br />

persecuzione<br />

ossessiva.<br />

Le cause di<br />

questi atteggiamenti patologici<br />

possono essere diverse,<br />

ma spesso si traducono in<br />

casi di abbandono o di<br />

amore respinto, ma anche di<br />

separazione o divorzio.<br />

Spesso, dal momento che<br />

nessuno vuole considerarsi<br />

vittima, si tende a evitare di<br />

riconoscersi in pericolo,<br />

finendo per sottovalutare il<br />

rischio e aiutando così lo<br />

stalker». Il meccanismo<br />

che si innesca può, quindi,<br />

condurre, a un effetto boomerang,<br />

per<br />

la paura del<br />

dire, da parte<br />

della vittima,<br />

che alimenta<br />

la sete persecutoria<br />

del<br />

molestatore.<br />

«Occorre<br />

seguire - per<br />

Feltri - dei<br />

comportamenti<br />

volti a<br />

scoraggiare, quando possibile,<br />

gli atti di molestia<br />

assillante, quindi evitare<br />

che il soggetto passivo si<br />

cristallizzi nella figura di<br />

vittima nei riguardi del<br />

persecutore». Tenere lontano<br />

il panico e armarsi di<br />

astuzia possono dunque<br />

rivelarsi carte vincenti per<br />

ritrovare la libertà.<br />

Unica chiave:<br />

aprirsi alla parola<br />

Varcare la soglia di casa può<br />

diventare un incubo, anche<br />

quando ci si trova in mezzo<br />

alla gente. L’occhio vigile,<br />

morboso e<br />

ostinato dello<br />

stalker può<br />

essere dappertutto<br />

e in<br />

n e s s u n<br />

luogo. Tirare<br />

fuori il problema,<br />

anzichè<br />

soffocarlo<br />

nella propria<br />

incertezza,<br />

può essere<br />

la chiave. «La prima cosa<br />

da fare - spiega Giuseppina<br />

Rondello, psicologa- nel<br />

momento in cui si accerta<br />

che la persona stia vivendo il<br />

disagio provocato dallo<br />

stalking, è parlarne con<br />

qualche ufficiale pubblico<br />

per avviare una denuncia.<br />

Rivolgersi poi a un’operatrice,<br />

presso un centro specializzato,<br />

può aiutare a prendere<br />

consapevolezza del<br />

forte rischio legato alla problematica<br />

dello stalking.<br />

Le operatrici<br />

devono lavorare<br />

anzitutto<br />

in questo<br />

senso, ascoltare<br />

e dialogare<br />

con la<br />

vittima per<br />

renderla di<br />

nuovo libera<br />

di ritornare a<br />

quella che<br />

era la propria<br />

vita quotidiana. Molte<br />

donne hanno paura di<br />

ammetterlo, per il timore<br />

di essere etichettate in<br />

qualche modo, o perchè<br />

non si sentono abbastanza<br />

tutelate dalle leggi. Bisogna<br />

però sempre denunciare se<br />

si sta attraversando questo<br />

momento buio della propria<br />

vita».

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