Minori l’oltraggio infinito
Numero 58 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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SPORT<br />
Domenica 25 marzo 2012<br />
Ai partenopei non riesce l’impresa di qualificarsi ai quarti di Champions: sconfitti dal Chelsea<br />
Napoli, la favola deve continuare<br />
Il terzo posto in campionato e la Coppa Italia tra gli obiettivi immediati<br />
FRANCESCO GIORDANO<br />
Sperare in una favola non vuol<br />
dire sognare ad occhi aperti, ma<br />
riuscire a realizzare un sogno. E<br />
il sogno si infrange allo Stamford<br />
Bridge. Ma, per il Napoli vi<br />
sono altre fermate, altre imprese,<br />
altre emozioni da regalare<br />
al popolo partenopeo. Dopo<br />
aver navigato per anni negli<br />
inferi della Serie C, con De<br />
Laurentiis che l’ha comprata<br />
per “quattro soldi”, arrivare a<br />
giocare tra le squadre più forti<br />
d’Europa è stata una fatica<br />
degna di Ercole. Si dice che<br />
quando tutto va male, l’unico<br />
modo per rialzarsi e ricominciare,<br />
sia toccare il fondo, e così<br />
è stato anche per il Napoli.<br />
Adesso bisogna non perdere di<br />
vista i veri obiettivi: il terzo<br />
posto, che farebbe risuonare<br />
l’inno della champions al San<br />
Paolo e la finale di Coppa Italia.<br />
Non dimenticando che in Europa<br />
si paga dazio ad ogni piccolo<br />
e minimo errore.<br />
Infatti, l’inferno di Londra ha<br />
reso umani i giocatori partenopei<br />
e le urla dei dannati (i tifosi<br />
del Chelsea) li hanno talmente<br />
impauriti da renderli inermi.<br />
Drogba-Caronte traghettava i<br />
suoi verso i quarti di Champions,<br />
mentre Lavezzi e compagni<br />
restavano senza pace e con<br />
le lacrime tra la nebbia londinese.<br />
Ad un passo così dalla gloria<br />
che li avrebbe portati a raggiungere<br />
un traguardo che anche il<br />
mitico Diego aveva sfiorato. Un<br />
vantaggio di 2 gol (dopo il 3 a 1<br />
dell’andata) dilapidato in terra<br />
inglese con un 4 a 1. Diciamoci<br />
In basso l’esultanza<br />
dell’ivoriano Drogba<br />
dopo il gol al Napoli<br />
A destra tutta<br />
la disperazione<br />
dei giocatori del Napoli<br />
dopo la rete qualificazione<br />
segnata da Ivanovic<br />
la verità: tutti pensavano che<br />
questo Napoli potesse passare<br />
il turno, vuoi per le condizioni<br />
di un Chelsea moribondo, vuoi<br />
perché gli azzurri giocano un<br />
calcio migliore dei Blues, vuoi<br />
perché Lavezzi, Cavani e Hamsik<br />
(i tre tenori che quando giocano<br />
intonano un calcio soave)<br />
avrebbero potuto infilarsi nella<br />
retroguardia inglese con grandissima<br />
facilità. Qualcosa è<br />
andato storto.<br />
La squadra di Mazzarri ha giocato<br />
al dì sotto delle proprie<br />
potenzialità e si è fatta prendere<br />
dalla “fottuta” paura di passare<br />
il turno. Autocommiserarsi<br />
e pensare che passare il<br />
21<br />
turno era al di là delle aspettative<br />
è da ipocriti. Semmai il miracolo<br />
la squadra azzurra lo aveva<br />
fatto districandosi benissimo<br />
nella selva oscura del girone di<br />
qualificazione, dove aveva demolito<br />
il Manchester City di<br />
Mancini, affondato il sottomarino<br />
giallo (il Villareal) e giocandosela<br />
alla pari con i tedeschi<br />
del Bayern Monaco. Poi ecco<br />
spuntare il Chelsea dall’urna.<br />
Una squadra non irreprensibile<br />
e che quest’anno è lontana<br />
parente dei fasti che furono.<br />
Al San Paolo gli azzurri, che<br />
avevano visto le streghe dopo<br />
l’iniziale vantaggio di Mata, avevano<br />
travolto la squadra di<br />
Villas Boas infliggendogli una<br />
lezione di grande calcio e rispondendo<br />
oltre Manica con le<br />
pezze al sedere.<br />
Il sarto chiamato a rattoppare le<br />
toppe portava il nome Di<br />
Matteo (che sostituiva il “profeta”(?)Villas<br />
Boas) alla prima<br />
esperienza in champions. Il<br />
ritorno è stata tutt’altra cosa. Il<br />
Napoli ha giocato bene nei venti<br />
minuti iniziali ove Lavezzi,<br />
Cavani e Hamsik (tutti e tre al di<br />
sotto delle aspettative) non<br />
sono riusciti a segnare e a mettere<br />
ko l’avversario.<br />
L’esperienza, si sa, non si compra<br />
al mercato ma si guadagna<br />
sul campo di gioco.<br />
Un sogno infranto nell’inferno<br />
inglese può contribuire ad aprire<br />
le porte del Paradiso nei<br />
prossimi anni. Così da uscire e<br />
“riveder le stelle” presagendo<br />
per gli azzurri un nuovo cammino<br />
di luce e di speranza dopo le<br />
tenebre londinesi.<br />
Planando su ali di carta<br />
Il “Red Bull paper wings” fa tappa al Campus<br />
L’edizione precedente<br />
Alla finalissima della<br />
precedente edizione del<br />
“Red Bull paper wings”<br />
del 2009 hanno partecipato<br />
ben 253 studenti provenienti<br />
da 83 Paesi da tutto<br />
il globo. Nessun italiano è<br />
riuscito a salire sul podio<br />
benché Antonio Terrone<br />
abbia sfiorato il posizionamento<br />
alle super finali<br />
con la sua pregevole performance<br />
nel volo acrobatico.<br />
A trionfare sono<br />
stati il brasiliano Leonard<br />
Ang per la durata del<br />
volo( il suo veivolo ha<br />
planato per ben 11.66<br />
secondi), Takeshige<br />
Kishiura Kisshii(giapponese)<br />
per le magnifiche<br />
acrobazie e il croato<br />
Kozlica per la permanenza<br />
in aria di 54,43 metri.<br />
Nei tempi odierni in cui la<br />
parola aereo è sinonimo di<br />
vacanza, lavoro e purtroppo<br />
anche guerra, c’è un tipo<br />
di veivolo che permette<br />
di viaggiare sulle ali della<br />
fantasia. Non pesa sul bilancio<br />
di uno Stato o di<br />
una compagnia aerea e per<br />
costruirlo occorre un semplice<br />
foglio di carta. Chi di<br />
noi non ne hai mai costruito<br />
uno per giocarci da<br />
piccoli con gli amici o più<br />
astutamente per scambiarsi<br />
una formula matematica<br />
durante un compito in<br />
classe sotto il naso di un<br />
professore distratto? C’è<br />
chi faceva a gara con il<br />
compagno per vedere<br />
quanto durava il volo del<br />
suo aeroplanino e con<br />
quanta velocità scendeva<br />
in picchiata sul terreno.<br />
Oggi il gioco si è trasformato<br />
in uno sport. Si chiama<br />
“Red bull paper wings”<br />
ed è alla sua terza edizione.<br />
Il primo campionato<br />
internazionale di aeroplanini<br />
di carta si svolge ogni<br />
tre anni e possono parteciparvi<br />
tutti gli studenti universitari<br />
provenienti da<br />
ogni parte del mondo. Nel<br />
2006 erano 10.000 i partecipanti<br />
provenienti da 48<br />
Paesi. Nel 2009 sono arrivati<br />
a ben 37.000 da 83<br />
Stati e quest’anno le nazioni<br />
che hanno aderito sono<br />
85. Il Red bull paper wings<br />
italiano ha preso il via<br />
all’Università “la Sapienza”<br />
di Roma il 15 febbraio<br />
e sta facendo tappa in 18<br />
atenei fino alla finale che<br />
avrà luogo il 30 marzo nell’avveniristica<br />
sede delle<br />
“Cartiere Paolo Pigna Spa”<br />
ad Alzano Lombardo in<br />
provincia di Bergamo.<br />
Il 5 marzo anche al Campus<br />
di Fisciano si è svolta<br />
questa originale gara nell’atrio<br />
della facoltà di Ingegneria,<br />
che si è trasformata<br />
in un singolare aeroporto.<br />
L’evento è stato organizzato<br />
dalla Red Bull in collaborazione<br />
con le associazioni<br />
Asp e Studenti Ingegneria<br />
e inoltre la redazione<br />
sportiva Unis@und (la<br />
web radio dell’Università)<br />
ha trasmesso in diretta la<br />
Servizio di<br />
FEDERICA MASSARI<br />
competizione.<br />
Le adesioni sono state tantissime:<br />
oltre cento ragazzi<br />
si sono presentati<br />
nell’improvvisato terminal<br />
e hanno dato libero sfogo<br />
alla loro creatività, costruendo<br />
aeroplani di ogni<br />
forma e colore con i fogli<br />
di carta distribuiti dalle<br />
hostess.<br />
I provetti piloti si sono<br />
dovuti sfidare in ben tre<br />
categorie: lunghezza del<br />
volo, maggiore permanenza<br />
in aria e volata più<br />
acrobatica. In quest’ultimo<br />
tipo di sfida ne è uscito<br />
vincitore Raffaele Longobardi<br />
che ha totalizzato<br />
il punteggio più alto.<br />
Mentre per le prime due<br />
categorie l’ha spuntata su<br />
tutti uno studente spagnolo<br />
José Manuel Barea. Il<br />
suo aeroplano ha volato<br />
per ventisette metri con<br />
un tempo di permanenza<br />
in volo di 9,2 secondi.<br />
Entrambi i vincitori approderanno<br />
alla finale nazionale<br />
di Bergamo e lì i<br />
migliori top gun di tutte le<br />
università del pianeta si<br />
giocheranno la possibilità<br />
di partecipare alla finalissima<br />
mondiale che si terrà<br />
all’Hangar-7 di Salisburgo<br />
il 4-5 maggio.