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Ricordo numerosi viaggi in Svizzera interna, finalizzati a presentare la nostra categoria professionale davanti alle Direzioni generali delle grandi Banche, all’Associazione svizzera dei banchieri e alla Commissione federale delle banche. Ricordo gli sforzi e l’impegno nel redarre un opuscolo che potesse racchiudere norme deontologiche e di autoregolamentazione tali da fare emergere la nostra serietà e disciplina. Ricordo manifestazioni e conferenze alle quali ci impegnavamo ad invitare personaggi di spicco che potessero aumentare la nostra visibilità sia a livello locale che nazionale. Grazie a questi sforzi, ben presto il clima migliorò: quelle banche che prima poco ci consideravano, ora creano team a noi appositamente dedicati. Quali gestori indipendenti siamo stati tra i primi a percorrere strade che oggi sembrano ovvie e sono praticate in tutti gli istituti di private banking: un servizio fortemente personalizzato, che va al di là della gestione patrimoniale e comprende sia aspetti finanziari – come quello fiscale e successorio – sia l’assistenza al cliente nelle sue esigenze. Anno dopo anno le condizioni sono mutate. Parimenti l’Associazione svizzera dei gestori si è evoluta. I soci sono cresciuti in numero e in importanza, quasi tutti hanno aumentato l’organico, approfondito le competenze, ampliato il ventaglio di servizi offerti. Questa componente della piazza finanziaria ticinese ha mostrato una grande resilienza, una capacità di affrontare il cambiamento. Abbiamo superato sfide impegnative. Ricordo il crash del 1988, il crollo della borsa giapponese, la caduta dei regimi comunisti, lo scoppio della bolla dei mercati tecnologici, l’11 settembre e la nascita degli estremismi islamici, lo scudo fiscale. Motivazioni del successo Tre elementi fondamentali hanno permesso ai gestori patrimoniali di superare tali ostacoli. Il primo è la grande attenzione alla formazione e all’informazione. Da sempre sono stati frequenti gli incontri per scambiarsi informazioni, per discutere quel che avveniva sui mercati, per 56 Storia valutare i nuovi prodotti, per sviluppare nuovi servizi. Poi sono arrivati i corsi del Centro di Studi Bancari di Vezia, l’Università della svizzera italiana, i seminari organizzati dalle banche. Il secondo è la centralità della relazione personale con il cliente e la continuità nella stessa. Sono ben pochi i clienti di grosse banche che non hanno visto cambiare più volte il loro interlocutore, senza poterlo scegliere e dovendo ogni volta ricominciare da capo a spiegare se stessi e il proprio modo di vedere le cose. Il terzo è l’estremo rigore applicato nella selezione delle società ammesse a far parte dell’Associazione. Per essere accettato quale socio, un gestore indipendente deve affrontare un severo scrutinio. Si tratta di una istruttoria informale ma informata. Non è un caso che fra gli scandali avvenuti nella piazza rarissimi sono quelli che hanno coinvolto nostri soci. Credo che il far parte dell’Associazione debba essere per un gestore un importante riconoscimento, per il mercato un segnale preciso di cui dover tenere conto. Questo può valere sia per i clienti, sia per le banche che – potendo decidere se lavorare o meno con un gestore – hanno la possibilità di contribuire maggiormente alla immagine della Piazza. Le sfide vengono soprattutto dall’ambiente regolatorio. Più che i condoni decisi dai governi italiano o tedesco, pesano sui gestori le normative svizzere e internazionali. Una regolamentazione pesante e burocratica si traduce in oneri finanziari rilevanti, che pesano considerevolmente sui bilanci e colpiscono soprattutto le strutture di piccole dimensioni. Come rappresentante della ASG presso il Comitato di Vigilanza, istituito dal Governo cantonale in base alla legge sui fiduciari, ho sviluppato ottimi rapporti con l’Amministrazione pubblica che ha capito la centralità del nostro ruolo nell’autogoverno della piazza finanziaria. Vedo oggi una Associazione svizzera dei gestori forte, credibile, organizzata e ascoltata. Ricordo tuttavia con un po’ di nostalgia il periodo in cui essere nel Direttivo di questa Associazione significava andare in giro per la Svizzera e – seppur con un importante dispendio di energie – combattere per difendere il proprio spazio e il proprio approccio al mercato.
FOTOGRAFIA: PIERRE FREIMÜLLER, WWW.APPUNTO.CH Già dopo dieci anni dalla sua nascita ASG era considerata localmente ed a livello nazionale un’Associazione di categoria seria e professionale. Storia 57
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Geschäftsstelle Zürich Verband Sc
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7. Die Standesregeln des VSV werden
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