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Classica et Christiana 1 2006 - Facultatea de Istorie - Universitatea ...

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60 Aldo LUISI<br />

cui l’influenza culturale greca appare schiacciante 41<br />

. Numerosi dovevano<br />

essere anche i G<strong>et</strong>o-Daci non ancora passati dal nomadismo allo<br />

stanziamento, i quali cercavano di rientrare in possesso <strong>de</strong>i territori<br />

perduti dopo che, sotto il regno di Augusto, l’intera Dobrugia era entrata<br />

a far parte <strong>de</strong>ll’impero romano 42<br />

; il dominio di quest’ultimo, infatti,<br />

non si era ancora consolidato all’epoca in cui Ovidio vi risied<strong>et</strong>te<br />

43<br />

. A Tomi era stata fondata la praefectura orae maritimae „essendo<br />

lo scalo migliore dal punto di vista strategico” 44<br />

, dove una flotta<br />

aveva il compito di sorvegliare la costa, sotto il controllo prima <strong>de</strong>l<br />

proconsole <strong>de</strong>lla Macedonia, poi, dal 15 d.C., di quello <strong>de</strong>lla Mesia 45<br />

.<br />

Tomi <strong>de</strong>scritta da Ovidio<br />

L’ager Tomitanus compren<strong>de</strong>va un’area piuttosto<br />

estesa 46<br />

, il cui tratto dominante per il po<strong>et</strong>a sembra fosse quello <strong>de</strong>l<br />

freddo intenso, reso efficacemente con l’ossimoro di trist. 3, 4B, 2:<br />

41<br />

Cfr. F. Della Corte, Ovidio e i barbari danubiani, RomBarb, 1, 1976, p.<br />

57-69 [rist. in Opuscula, 6, Genova, 1978, p. 293-305], e, in particolare, p. 66 a cui<br />

rinvio: „Ma Ovidio non è <strong>de</strong>l tutto obi<strong>et</strong>tivo nel <strong>de</strong>scrivere usi e costumi; anche se è<br />

vero che Tomi era per la maggior parte abitata dai barbari, noi sappiamo da numerose<br />

epigrafi che la pen<strong>et</strong>razione greca era stata per secoli fortissima; di questa ellenizzazione<br />

Ovidio nulla ci dice”.<br />

42<br />

Per maggiori d<strong>et</strong>tagli sulla Dobrugia romana, interessanti sono le consi<strong>de</strong>razioni<br />

di D. M. Pippidi nel VI capitolo, La Dobrugia nei secoli I a.C. - I d.C. Gli<br />

inizi <strong>de</strong>lla dominazione romana alla foce <strong>de</strong>l Danubio, <strong>de</strong>l suo volume I Greci nel<br />

Basso Danubio dall’<strong>et</strong>à arcaica alla conquista romana, Milano, 1971, p. 151-181.<br />

43<br />

In seguito alla spedizione di M. Licinio Crasso <strong>de</strong>ll’anno 29-28 a.C., la<br />

Scizia Minore fu inclusa nell’Impero romano sotto forma di un mandato affidato agli<br />

Odrisi traci, ai quali sp<strong>et</strong>tava dunque proteggere il basso Danubio; la guardia di<br />

quest’ultimo, però, si limitava solo a pochi guadi e l’autorità romana restava di fatto<br />

solo nominale.<br />

44<br />

Rădulescu, Ovidio nel Ponto Eusino cit., p. 17.<br />

45<br />

Tra coloro che ricoprirono questa carica ricordiamo Vestale, già primipilo<br />

sotto il legato Vitellio, <strong>de</strong>stinatario di Pont. 4, 7 (cfr. M. Schuster, in RE, IX-A1,<br />

s.v. Vitellius n. 5, 1961, 385-391).<br />

46<br />

R. Vulpe, Una città di provincia al limite <strong>de</strong>ll’impero romano. Tomi al<br />

tempo di Ovidio, in StudRom, 6, 1958, p. 639: „Da indicazioni indir<strong>et</strong>te sappiamo<br />

che in epoca romana questo territorio - forse ingrandito - occupava una superficie di

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