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mondo visibile e mondo microscopico (qu<strong>in</strong>di fra mondo del determ<strong>in</strong>ismo, che<br />

viene def<strong>in</strong>ito "meccanicistico", e mondo dell'<strong>in</strong>determ<strong>in</strong>ismo assurto a neoreligione).<br />

Bordiga sembra ricavare la sua granitica certezza sulla decadenza scientifica del<br />

capitalismo da una notevole anticipazione epistemologica: il capitalismo è la società<br />

più autoreferente che sia mai esistita e perciò non può produrre nuova conoscenza<br />

su sé stessa, può solo ripetere gli assiomi maturati durante la propria ascesa.<br />

Questa, con altre, è una proposizione talmente importante che va spiegata.<br />

Negli Appunti che abbiamo pubblicato sul n 15-16 egli accenna all'<strong>in</strong>completezza<br />

<strong>della</strong> logica formale e scrive che la logica è piegata dalla scienza e dalla filosofia a<br />

servire il pensiero, mentre essa non può che essere derivata dalla realtà che nel<br />

pensiero si riflette. Il processo logico del conoscere non può qu<strong>in</strong>di che essere <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito,<br />

perché ogni strumento del conoscere è <strong>in</strong>feriore alla realtà da conoscere (viene<br />

fatto l'esempio di un pezzo meccanico di precisione ottenuto con un utensile necessariamente<br />

di precisione <strong>in</strong>feriore, dato che ovviamente esiste prima lo strumento e<br />

poi il suo prodotto).<br />

Questo importante concetto si collega a un paragrafo dell'Antidühr<strong>in</strong>g, scelto e<br />

riassunto da Bordiga fra molti altri, che ci mostra quanto egli fosse attento agli sviluppi<br />

scientifici <strong>della</strong> sua epoca, senza cadere nell'apologia di una scienza "neutrale".<br />

L'osservazione sull'<strong>in</strong>completezza <strong>della</strong> logica formale poteva essere formulata<br />

da Engels solo sulla base delle conoscenze raggiunte nel suo tempo, ad esempio da<br />

Gauss (Engels lo cita per il calcolo a più di tre dimensioni), Bolyai e Lobacevskij,<br />

che furono i precursori <strong>della</strong> geometria non euclidea e <strong>in</strong>tuirono l'impossibilità di<br />

dimostrare alcune proposizioni dall'<strong>in</strong>terno di un dato sistema. Ma Bordiga conosceva<br />

certamente i nuovi sviluppi del Novecento, e lo si rileva anche attraverso appunti<br />

frammentari che dovevano servire alla divulgazione. Bertrand Russel e Alfred<br />

Whitehead avevano tentato, negli anni 1910-13, di condurre ad un sistema "f<strong>in</strong>ito"<br />

tutte le proposizioni logiche che stanno alla base <strong>della</strong> matematica, riuscendo però<br />

solo parzialmente nel loro <strong>in</strong>tento perché dovettero ricorrere ad assiomi ad hoc per<br />

rendere conclusive le loro ricerche. Bordiga non avrebbe potuto scrivere quegli appunti<br />

se non avesse conosciuto le conclusioni di Russel. E d'altra parte avrebbe<br />

certamente utilizzato espressioni meno caute qualora avesse conosciuto i lavori<br />

successivi basati sulle premesse del matematico-filosofo.<br />

Fu solo nel 1931, <strong>in</strong>fatti, che Kurt Gödel pubblicò la sua "prova" che dall'<strong>in</strong>terno<br />

di un dato sistema non è possibile dimostrare la validità del sistema stesso. E siccome<br />

Gödel aveva sviluppato <strong>in</strong> un articolo le proposizioni formalmente <strong>in</strong>decidibili<br />

contenute nel lavoro di Russel-Whitehead, abbiamo ricavato un'<strong>in</strong>diretta conferma<br />

sia del percorso conoscitivo di Bordiga che <strong>della</strong> datazione degli Appunti al<br />

periodo di Ustica (1926-27).<br />

La nostra ricostruzione, breve per l'importanza del problema e f<strong>in</strong> troppo lunga<br />

per uno scambio di idee come questo, mostra come la critica di Bordiga alla scienza<br />

del presente non sia assolutamente paragonabile a quella di tanti critici odierni. I<br />

quali stigmatizzano soprattutto l'uso disumano <strong>della</strong> scienza da parte borghese e al<br />

massimo si sp<strong>in</strong>gono ad affermare che essa possiede <strong>in</strong> sé la capacità di dom<strong>in</strong>are<br />

l'uomo e di asservirlo, ma sono <strong>in</strong>timamente conv<strong>in</strong>ti che all'<strong>in</strong>terno di questa società<br />

la scienza possa essere qualcosa di diverso da ciò che è. Bordiga, al contrario,<br />

vede nella scienza attuale un'<strong>in</strong>capacità <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca e <strong>in</strong>superabile di capire il mondo<br />

e l'uomo che <strong>in</strong> esso vive; nello stesso tempo ne è affasc<strong>in</strong>ato perché vi vede l'unica<br />

possibilità di salvezza <strong>della</strong> specie umana. Come Marx, sottol<strong>in</strong>ea che la vera natura<br />

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