luglio agosto - Club Alpino Italiano
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» Il Presidente Generale<br />
Umberto Martini<br />
» EDIToRIALE<br />
CoNTINuITà NEL<br />
CAMBIAMENTo<br />
Il passaggio del testimone, improrogabile avvicendamento sancito<br />
dalle nostre carte istituzionali, mi vede impegnato a raccogliere la<br />
ricca ma ponderosa eredità del mio predecessore. Mi sia consentito<br />
un riferimento alle Georgiche virgiliane, ove le messi sono destinate<br />
in parte per essere consumate e in parte per la semina di futuri raccolti,<br />
secondo l’alternanza delle coltivazioni. Fuor di metafora ora abbiamo<br />
il difficile compito di valorizzare ulteriormente il patrimonio culturale,<br />
lievitato sotto la presidenza di Annibale e diffuso presso l’opinione<br />
pubblica mediante l’attività di comunicazione, per imporlo all’attenzione<br />
di ambiti ritenuti lontani, se non addirittura estranei o impermeabili al<br />
nostro messaggio. E a questo punto mi è caro ricordare ciò che il<br />
presidente Spagnolli ebbe a dire 31 anni or sono proprio all’Assemblea che<br />
si tenne sulle rive dello stesso lago di Garda a Gardone: “L’importante si<br />
è che anche adesso, dopo aver meditato, e confrontato le proprie idee<br />
con quelle degli altri in serena discussione, procedere oltre, seminare e<br />
curare il seme perché cresca bene, non importa se chi ha seminato non<br />
riesca a vedere se il seme ha dato frutto”. Per fare ciò non possiamo<br />
ignorare i cambiamenti epocali che hanno caratterizzato l’avvento<br />
del nuovo millennio. I mutamenti degli assetti geopolitici, per quanto<br />
ci riguarda nel vecchio Continente, con la nuova configurazione<br />
sovrannazionale dei confini virtuali dell’area alpina, nonché la recente<br />
e tuttora in atto crisi mondiale, hanno influito in modo sia diretto<br />
che indiretto anche sui nostri usi, costumi e consumi. Basti pensare come<br />
incide sulla qualità di vita l’imporsi degli assi trasversali del traffico<br />
commerciale attraverso le Alpi e la Pianura Padana o, conseguentemente<br />
alla minore disponibilità economica per molti, i cambiamenti nelle<br />
abitudini della mobilità familiare. Sono segnali forti che non possiamo<br />
ignorare, e che vanno considerati più che come limiti, come opportunità.<br />
In tale situazione quale può essere per il CAI il modello di riferimento?<br />
Il Congresso di Predazzo ha segnato un momento di riflessione e di<br />
confronto significativo nell’indicare la via.<br />
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