luglio agosto - Club Alpino Italiano
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» arte e montagna<br />
Testo di alessandro giorgetta<br />
renato chabod<br />
in una mostra i dipinti e i disegni del grande pittore alpinista<br />
una mostra di dipinti e disegni allestita in occasione del<br />
trofeo sci alpinistico “Renato Chabod” domenica 28<br />
marzo 2010 a Dégioz-Valsavaranche nella sala consiliare<br />
del Comune ha riproposto all’attenzione del pubblico le<br />
opere di Renato Chabod, socio onorario del CAI, che legò il<br />
proprio nome alla storia dell’alpinismo e del Sodalizio, lasciandovi<br />
un’impronta duratura e un messaggio forte nell’epoca<br />
d’oro dell’alpinismo classico che nel secondo dopoguerra segnò<br />
la svolta verso l’alpinismo moderno. Nato ad Aosta nel 1909,<br />
iniziatosi giovanissimo all’alpinismo, a soli vent’anni divenne<br />
accademico, svolse attività di punta soprattutto nelle Alpi Occidentali<br />
tra il 1929 e il 1935, avendo come compagni di cordata<br />
Crétier, Boccalatte, Gervasutti, Ghiglione, Rivero, realizzando<br />
alcune delle più notevoli ascensioni degli anni Trenta: Sud del<br />
Mont Maudit, Nord del Gran Paradiso e dell’Aiguille Blanche,<br />
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seconda della Nord delle Jorasses, sperone Croz. Laureatosi in<br />
Giurisprudenza all’Università di Torino con una tesi sul diritto<br />
alpinistico, fu magistrato, sostituto Procuratore a Cuneo e poi<br />
a Torino, quindi avvocato penalista. Consigliere regionale valdostano<br />
nel 1954, senatore nelle legislature del 1958 e 1963,<br />
vicepresidente del Senato, fu presidente generale del CAI dal<br />
1965 al 1971.<br />
Ma tutto il tempo libero lo dedicò alla montagna, nella pratica<br />
e nella cultura. Autore di numerose guide che illustrò con i suoi<br />
disegni a penna e tavole a olio, delle montagne e delle pareti<br />
che conosce nell’intimo e delle quali quindi interpreta l’architettura<br />
e l’essenza alpinistica. Il passo a diventare pittore è breve,<br />
come narra lui stesso nel suo libro “ La Cima di Entrelor”:<br />
“Il Pic Adolphe è servito, ma per il momento sono purtroppo<br />
servite anche le mie estremità inferiori (...) per questo motivo<br />
devo dare un mesto addio alle grandi salite. (…). Per consolarmi<br />
mi compro colori e pennelli e mi do alla pittura di montagna<br />
(…). Con tanta gente che dipinge posso provarmici anch’io. Mi<br />
occorreva l’occasione: e questa venne col forzato riposo cui<br />
mi costrinsero nel <strong>luglio</strong> 1935 la Nord delle Jorasses e la Nord<br />
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