luglio agosto - Club Alpino Italiano
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» libri di montagna<br />
A cura di alessandro giorgetta<br />
» irEnE AffEntrAngEr<br />
i racconti del<br />
vento<br />
nuovi sentieri Editore, feltre<br />
(bL), 2010 // 188 pagg.; 16 x 23<br />
cm; foto col. e b/n. €20,00<br />
Se, come è stato affermato,<br />
che l’alpinismo non esisterebbe<br />
se non fosse raccontato, ne<br />
consegue anche che lo stile<br />
dell’alpinismo di chi lo narra<br />
è definito dallo stile narrativo.<br />
Per chi conosce lo stile alpinistico<br />
di Irene Affentranger<br />
(che viene perfettamente messo<br />
a fuoco nella postfazione<br />
di Giovanni Padovani), il sillogismo<br />
è realistico, considerata<br />
anche la notevole componente<br />
culturale che sta alla<br />
base della sua passione per la<br />
montagna, sempre praticata<br />
in assoluta gratuità con il fine<br />
di un arricchimento interiore<br />
prima ancora che per il piacere<br />
dell’equilibrio e dell’armonia<br />
del corpo in movimento<br />
nell’ambiente naturale. questi<br />
sono i valori che l’autrice intende<br />
partecipare attraverso<br />
una testimonianza di vita che<br />
assume quindi un significato<br />
emblematico, peraltro riconosciuto,<br />
proprio in virtù di<br />
questi valori, con l’elezione a<br />
socio onorario del club <strong>Alpino</strong><br />
<strong>Italiano</strong>. Senza aver letto il libro<br />
si sarebbe portati a pensare<br />
che una simile impostazione<br />
implichi un andamento narrativo<br />
didascalico e schematico.<br />
niente di tutto ciò, anzi, esattamente<br />
il contrario. I diciassette<br />
racconti ai quali affida<br />
la dimensione montagna della<br />
sua esistenza si riferiscono<br />
più alla parte emozionale che<br />
alla parte della percezione fisica<br />
dell’esperienza diretta del<br />
suo rapporto con la montagna.<br />
nel contenuto autobiografico<br />
che riguarda una parte della<br />
sua attività alpinistica esti-<br />
va e invernale e scialpinistica<br />
sulle Alpi e sull’himalaya ciò<br />
che colpisce è lo stile della<br />
sua prosa che crea in chi legge<br />
le impressioni che l’interazione<br />
con l’ambiente, sia esso<br />
il paesaggio. o le condizioni<br />
atmosferiche, o la luminosità<br />
e le ombre della montagna<br />
suscita in chi nelle proprie<br />
esperienze mette in gioco<br />
la parte più profonda di sé.<br />
ciò che rende invece preciso<br />
nei suoi riferimenti culturali<br />
questo stile, che giustamente<br />
dante colli nella prefazione<br />
definisce “impressionistico” è<br />
l’emergere di una vastissima<br />
conoscenza letteraria non solo<br />
nell’ambito alpinistico ma in<br />
quello del sapere globale nelle<br />
citazioni puntuali ed appropriate<br />
che sottolineano con<br />
immediatezza i momenti più<br />
significativi di giornate dense<br />
di avvenimenti in luoghi geograficamente<br />
individuati con<br />
precisione e magistralmente<br />
descritti negli aspetti naturali.<br />
chi ha avuto la fortuna e il<br />
piacere di leggere le poesie di<br />
Irene Affentranger pubblicate<br />
in quel piccolo gioiello che è “Il<br />
tempo delle Pleiadi”, vi ritrova<br />
qui lo stesso incanto emotivo,<br />
lo stesso stupore di fronte alla<br />
potenza e alla profondità delle<br />
sensazioni che le forze della<br />
natura esprimono per chi la<br />
sperimenti nel giusto rapporto<br />
di equilibrio ed armonia, nello<br />
spirito più genuino dei contenuti<br />
filosofici e letterari del<br />
romanticismo, ben diverso dal<br />
sentimentalismo.<br />
non posso che concludere con<br />
le parole di colli che sempre<br />
nella prefazione definisce questo<br />
libro: “…importante e raffinato,<br />
(…) scritto benissimo,<br />
che allarga la nostra comprensione<br />
della montagna e i nostri<br />
limitati orizzonti.<br />
Alessandro giorgetta<br />
» Yvon chouinArd<br />
LET My PEoPLE go<br />
SuRfINg<br />
vivalda Editori, torino, 2009<br />
// 256 pagg.; 17 x 24 cm; foto<br />
b/n. € 19,50<br />
Il titolo del libro, che grosso<br />
modo significa “I miei dipendenti<br />
vadano pure a fare una<br />
surfata” esprime tutta la filosofia<br />
di questo imprenditore<br />
americano, che ha legato tutta<br />
la propria attività imprenditoriale<br />
e non solo alla montagna,<br />
partendo da presupposti di rigoroso<br />
rispetto ambientale. culturalmente<br />
cresciuto secondo gli<br />
orientamenti ambientalisti di<br />
john Muir e henry david thoreau,<br />
e, alpinisticamente parlando,<br />
secondo l’etica del “clean climbing”<br />
dell’ambiente californiano<br />
degli anni '60, quando vendeva<br />
attrezzature per la scalata direttamente<br />
dalla sua auto alla<br />
base delle vie di arrampicata,<br />
iniziò a sperimentare e produrre<br />
sistemi di assicurazione e ancoraggio<br />
meno invasivi dei chiodi<br />
tradizionali, mettendo a punto i<br />
cosiddetti eccentrici, che avrebbero<br />
aperto la strada a tutti<br />
gli attrezzi da inserire senza il<br />
martello, dai nut ai friend e così<br />
via. quando nel 1973 ampliò<br />
la propria attività fondando la<br />
“Patagonia”, un’azienda di abbigliamento<br />
dedicato alle attività<br />
all’aria aperta, mantenne questa<br />
linea di pensiero intesa a minimizzare<br />
l’impatto sull’ambiente<br />
dei materiali utilizzati e dei processi<br />
produttivi, e devolvendo<br />
l’1% del ricavato dalla vendita<br />
dei propri prodotti ad iniziative<br />
ambientaliste. non soddisfatto<br />
di questo applicò gli stessi concetti<br />
ai rapporti umani interni<br />
all’azienda in modo da ridurre<br />
lo stress dovuto alla routine del<br />
lavoro, con benefit per i dipendenti<br />
che vanno dall’asilo nido<br />
interno a una notevole elasticità<br />
4 | 2010 92<br />
negli orari di lavoro che appunto<br />
consentono ampi spazi per le<br />
attività all’aria aperta, praticate<br />
da tutti i lavoratori dell’azienda.<br />
ovviamente è un modello d’impresa<br />
decisamente controcorrente<br />
che comincia a diffondersi<br />
nei paesi con legislazioni del<br />
lavoro progredite.<br />
l’autore, di fatto un self made<br />
man, si descrive in questa autobiografia<br />
in modo assai disincantato<br />
e distaccato dal cliché<br />
di chi è arrivato al successo<br />
essendo partito dal nulla. ne<br />
esce il ritratto di un personaggio<br />
decisamente anticonvenzionale,<br />
dotato di grande vivacità<br />
intellettuale, e di qualità umane<br />
assai elevate e piuttosto rare nel<br />
mondo del business imprenditoriale.<br />
» fLAvio zAPPA<br />
Alessandro giorgetta<br />
i segni visibili<br />
e invisibili del<br />
paesaggio rurale<br />
stEin E bEtti, duE ALPi<br />
wALsEr<br />
tipografia valdostana, Aosta,<br />
2008 // 238 pagg.; 22 x 33 cm;<br />
foto b/n.<br />
vivevano tra le pietre, che sono<br />
rimaste mute testimoni di una<br />
civiltà trapassata. un’antropologia<br />
di frontiera, quella di<br />
tanti alpigiani d’alta quota,<br />
sparsi sull’intera catena alpina.<br />
un primo censimento delle costruzioni<br />
sotto roccia, effettuato<br />
all’inizio degli anni novanta<br />
dal museo etnografico di cevio<br />
(vallemaggia, cantone ticino),<br />
si è concluso con la pubblicazione<br />
di un corposo volume che<br />
ripercorre l’architettura povera<br />
e quasi commovente di quelle<br />
che sono dette comunemente<br />
"balme", dove talvolta uomi-