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Andrea Lo Faro - il blog del Lofa

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Anche Maradona ha sbagliato un calcio di rigore 21<br />

Qualche attimo di s<strong>il</strong>enzio, i ragazzi si guardano negli occhi e poi Alfredo<br />

esulta: «Avete visto, funziona! Il tossico è in trappola!».<br />

Trecento metri di pura tensione vissuta in una lunga corsa senza una meta<br />

apparente, poi lo scatto finale: qualche secondo di fiatone, mani<br />

appoggiate alle gambe leggermente flesse e l’immagine agghiacciante da<br />

cui fuggivano che lentamente si dissolve fino a ritornare un puro oggetto<br />

di fantasia.<br />

«Beh, più che per scappare, questo mi sembra un piano per intrappolarli,<br />

i tossici!». Federico fa un bel respiro profondo, scarta una Sugus (quanta<br />

invidia provavano i suoi amici quando tirava fuori le Sugus che <strong>il</strong> padre<br />

gli portava di ritorno dai suoi sabati di sigarette e benzina in Svizzera), la<br />

ciuccia in maniera teatrale e infine termina. «Comunque… [ciucciata]<br />

bello... [respirone] bravo Alfre!».<br />

«Bello Alfre, però non farmi fare più quel salto ché ho paura, lo sai».<br />

Anche Mauro si complimenta con l’amico, sebbene non sia <strong>del</strong> tutto<br />

contento. Le sue gambe tremano ancora.<br />

«Paura? Paura di cosa? E’ basso, dai, saranno tre metri e mezzo».<br />

«Sì, tre metri e mezzo, mica un metro! Oh, tre metri e mezzo è come<br />

saltare giù dal primo piano… una cosa assolutamente normale, no? Tu lo<br />

fai tutti i giorni, vero?».<br />

Alfredo non ha voglia di discutere e ignora l’ironia <strong>del</strong>l’amico. Lascia<br />

perdere, sufficientemente soddisfatto sia <strong>del</strong>la sua pensata che <strong>del</strong><br />

riconoscimento ricevuto dai compagni d'avventura. Una caramella<br />

sarebbe la c<strong>il</strong>iegina sulla torta. «Fede, me la merito una Sugus, vero?».<br />

«Eh sì, te la meriti proprio…» Federico sogghigna malizioso «…se solo<br />

ne avessi una…». Mette la mano in tasca, la rivolta e ne mostra <strong>il</strong><br />

contenuto: tre monete da dieci lire, qualche cartaccia e niente più.<br />

L'acquolina in bocca è una brutta sensazione se non soddisfatta, lui lo sa<br />

bene e tutto sommato non se ne dispiace più di tanto.<br />

Rimane un'ultima cosa da aggiungere per concludere con l’ingegnoso<br />

piano: «Ah, dimenticavo». Alfredo si riappropria <strong>del</strong>la scena. «Se avete<br />

qualcosa da nascondere, qualcosa di relativamente piccolo che possa<br />

passare attraverso <strong>il</strong> diametro di quel tubo lì…». Prende sotto braccio i<br />

due amici e li riporta all'esterno <strong>del</strong> garage, indicando una grondaia non<br />

più ut<strong>il</strong>izzata. «Inf<strong>il</strong>i l'oggetto lì dentro e scappi. Per riprenderlo, è<br />

sufficiente saltare giù e alzare <strong>il</strong> tubo».

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