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Anche Maradona ha sbagliato un calcio di rigore 21<br />
Qualche attimo di s<strong>il</strong>enzio, i ragazzi si guardano negli occhi e poi Alfredo<br />
esulta: «Avete visto, funziona! Il tossico è in trappola!».<br />
Trecento metri di pura tensione vissuta in una lunga corsa senza una meta<br />
apparente, poi lo scatto finale: qualche secondo di fiatone, mani<br />
appoggiate alle gambe leggermente flesse e l’immagine agghiacciante da<br />
cui fuggivano che lentamente si dissolve fino a ritornare un puro oggetto<br />
di fantasia.<br />
«Beh, più che per scappare, questo mi sembra un piano per intrappolarli,<br />
i tossici!». Federico fa un bel respiro profondo, scarta una Sugus (quanta<br />
invidia provavano i suoi amici quando tirava fuori le Sugus che <strong>il</strong> padre<br />
gli portava di ritorno dai suoi sabati di sigarette e benzina in Svizzera), la<br />
ciuccia in maniera teatrale e infine termina. «Comunque… [ciucciata]<br />
bello... [respirone] bravo Alfre!».<br />
«Bello Alfre, però non farmi fare più quel salto ché ho paura, lo sai».<br />
Anche Mauro si complimenta con l’amico, sebbene non sia <strong>del</strong> tutto<br />
contento. Le sue gambe tremano ancora.<br />
«Paura? Paura di cosa? E’ basso, dai, saranno tre metri e mezzo».<br />
«Sì, tre metri e mezzo, mica un metro! Oh, tre metri e mezzo è come<br />
saltare giù dal primo piano… una cosa assolutamente normale, no? Tu lo<br />
fai tutti i giorni, vero?».<br />
Alfredo non ha voglia di discutere e ignora l’ironia <strong>del</strong>l’amico. Lascia<br />
perdere, sufficientemente soddisfatto sia <strong>del</strong>la sua pensata che <strong>del</strong><br />
riconoscimento ricevuto dai compagni d'avventura. Una caramella<br />
sarebbe la c<strong>il</strong>iegina sulla torta. «Fede, me la merito una Sugus, vero?».<br />
«Eh sì, te la meriti proprio…» Federico sogghigna malizioso «…se solo<br />
ne avessi una…». Mette la mano in tasca, la rivolta e ne mostra <strong>il</strong><br />
contenuto: tre monete da dieci lire, qualche cartaccia e niente più.<br />
L'acquolina in bocca è una brutta sensazione se non soddisfatta, lui lo sa<br />
bene e tutto sommato non se ne dispiace più di tanto.<br />
Rimane un'ultima cosa da aggiungere per concludere con l’ingegnoso<br />
piano: «Ah, dimenticavo». Alfredo si riappropria <strong>del</strong>la scena. «Se avete<br />
qualcosa da nascondere, qualcosa di relativamente piccolo che possa<br />
passare attraverso <strong>il</strong> diametro di quel tubo lì…». Prende sotto braccio i<br />
due amici e li riporta all'esterno <strong>del</strong> garage, indicando una grondaia non<br />
più ut<strong>il</strong>izzata. «Inf<strong>il</strong>i l'oggetto lì dentro e scappi. Per riprenderlo, è<br />
sufficiente saltare giù e alzare <strong>il</strong> tubo».