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Andrea Lo Faro - il blog del Lofa

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Anche Maradona ha sbagliato un calcio di rigore 83<br />

presenza non sia fine alle sole rotazioni socialiste dettate dal cronometro.<br />

Serve qualità e lui, se in serata, sa essere davvero determinante.<br />

Le formalità burocratiche, <strong>il</strong> riscaldamento, la presentazione <strong>del</strong>le squadre<br />

e infine <strong>il</strong> calcio d’inizio. La cornice di pubblico non è quella <strong>del</strong>le<br />

precedenti occasioni e tra le f<strong>il</strong>a de Il Centro Sport A non è presente <strong>il</strong><br />

tanto temuto attaccante che lasciò un segno in<strong>del</strong>eb<strong>il</strong>e sulla gara d’andata.<br />

Una bella notizia, almeno all’apparenza. Si parte con Asto tra i pali, <strong>il</strong><br />

Casa in mezzo alla difesa, Jimmy e <strong>il</strong> Borla sulle fasce, <strong>il</strong> Capitano di<br />

punta. Dado sarà, come di consueto, <strong>il</strong> primo cambio. A ruota GianluKakà.<br />

Sempre che arrivi.<br />

La contesa ha inizio, ma le Mine Vaganti non sembrano accorgersene: in<br />

un crescendo di <strong>del</strong>iranti movenze dettate dalla sufficienza più insolente,<br />

in meno di quattro minuti la partita è sul 3a0 per gli avversari. Che fanno<br />

esattamente quello che vogliono, senza che vi sia <strong>il</strong> minimo ostacolo da<br />

parte dei rossi. Asto riesce anche a prendere un gol dalla trequarti<br />

avversaria. Trequarti di campo, sì, ma <strong>del</strong>l’altra metà <strong>del</strong> rettangolo di<br />

gioco. E’ un vero incubo. Il <strong>Lo</strong>fa cambia Dado per <strong>il</strong> Capitano, che sta<br />

vivendo una di quelle serate in cui pensa di poter prendere palla a<br />

centrocampo, scartare tutti gli avversari e arrivare in porta.<br />

Dimenticandosi completamente <strong>del</strong>la profondità e chiudendo ogni spazio<br />

per gli inserimenti dei compagni. Con l’aggiunta di GianluKakà in luogo<br />

di un impalpab<strong>il</strong>e e spesso fuori posizione Borla, la partita sembra essere<br />

più viva e le occasioni iniziano ad arrivare copiose. Ma due volte <strong>il</strong> palo e<br />

tantissime parate <strong>del</strong>l’ottimo portiere avversario impediscono la segnatura.<br />

Culmine <strong>del</strong> ridicolo di un primo tempo che sembra tratto da una<br />

sceneggiatura dei fratelli Cohen, GianluKakà scambia l’arbitro per un<br />

compagno e gli passa la palla su un calcio d’angolo. Contropiede solitario<br />

degli increduli avversari e 4a0. Sotto di quattro gol, la partita sembra<br />

finita. E con lei <strong>il</strong> sogno <strong>del</strong>la salvezza. La riaccende Jimmy con una<br />

punizione su cui si chiude un primo tempo molto lontano dalla soglia <strong>del</strong>la<br />

decenza. «Ci stiamo giocando un intero campionato e voi vi permettete di<br />

scendere in campo con questo approccio?». Il <strong>Lo</strong>fa è fuori dalla grazia <strong>del</strong><br />

dio che non ha. «Se questo è <strong>il</strong> modo in cui pensate di giocare a pallone,<br />

allora è proprio vero che noi non siamo una squadra da campionato<br />

d’Eccellenza!». Nessuno fiata, una volta tanto, tutti coscienti <strong>del</strong>la<br />

pochezza di quanto fatto fino a quel momento. «Adesso cerchiamo la palla<br />

e se ci vanno via troviamo un sistema per fermarli. E tiriamo fuori i<br />

coglioni, se ce li abbiamo».

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