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Andrea Lo Faro - il blog del Lofa

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66 <strong>Andrea</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Faro</strong><br />

Ventiquattro<br />

Finale<br />

Una finale non è solo una partita di calcio, una finale è molto di più. Una<br />

finale è innanzitutto <strong>il</strong> sogno a occhi aperti che non ti vergogni di fare nel<br />

momento in cui decidi di iniziare qualcosa, qualunque cosa essa sia. Un<br />

sogno che tieni per te e basta, che ti appartiene in modo <strong>del</strong> tutto esclusivo,<br />

che non si cura dei s<strong>il</strong>logismi <strong>del</strong>la logica materiale.<br />

Nel caso specifico, la finale è <strong>il</strong> punto più alto da raggiungere in una<br />

competizione agonistica. Così come lo è pubblicare un disco per un<br />

aspirante musicista o organizzare una mostra per un pittore alle prime<br />

armi. E’ un obiettivo ambizioso, smaccatamente immodesto per quanto<br />

infondato, ma è anche un modo di dimostrare a te stesso tutta la tua<br />

determinazione. E’ fiducia incondizionata nelle tue capacità, è <strong>il</strong> desiderio<br />

di dar tutto ciò di cui ti senti in grado. Voglia di fare bene, volontà di<br />

alimentare l’entusiasmo di cui non puoi fare a meno.<br />

Alla finale dedichi i tuoi pensieri fino a che non ti trovi obbligato ad<br />

affrontare le difficoltà <strong>del</strong> contingente, perché non puoi permetterti di<br />

distoglierti un solo istante, non uno, dalla realtà.<br />

La finale si presenta dunque come un sogno, ma ben presto assume i tratti<br />

infidi <strong>del</strong>la distrazione. Della sensazione di aver perso di vista <strong>il</strong> vero<br />

obiettivo. Della paura di rimanere <strong>del</strong>uso, di aver caricato di troppe<br />

aspettative <strong>il</strong> tuo lavoro.<br />

Spaventato ma non per questo meno risoluto, decidi di vivere alla giornata<br />

e di sputare sangue a prescindere da quello che sarà <strong>il</strong> risultato finale.<br />

Perché hai imparato che dare <strong>il</strong> meglio di te in qualunque cosa tu faccia è<br />

sempre una vittoria.<br />

Partita dopo partita la speranza di centrare <strong>il</strong> tuo obiettivo si fa concreta.<br />

Vinci <strong>il</strong> tuo girone e poi anche i quarti di finale. Il triplice fischio<br />

<strong>del</strong>l’arbitro sancisce la fine <strong>del</strong>la semifinale e ti riporta indietro nel tempo<br />

fino al giorno in cui, guardandoti allo specchio, hai visto l’immagine<br />

riflessa di un volto sconosciuto ma allo stesso tempo fam<strong>il</strong>iare che, con<br />

una voce molto rassicurante ti diceva di non farti condizionare dalle tue<br />

ricorrenti e ingiustificate nevrosi, di provarci. Un volto che, finale dopo<br />

finale, ti somiglia sempre di più e che, con i fatti, rivendica le proprie<br />

ragioni.

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