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Andrea Lo Faro - il blog del Lofa

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Anche Maradona ha sbagliato un calcio di rigore 79<br />

Trenta<br />

di Franco<br />

In un contesto scientifico <strong>il</strong> fenomeno si rappresenta ut<strong>il</strong>izzando la formula<br />

PE = mgh. Dove PE sta per energia cinetica e mgh è <strong>il</strong> prodotto di massa,<br />

forza gravitazionale e altezza.<br />

Un solido di massa pari a un ch<strong>il</strong>ogrammo, in caduta libera da venticinque<br />

metri di altezza sv<strong>il</strong>uppa, in virtù <strong>del</strong>la costante di gravitazione universale<br />

(9,8), una quantità di energia cinetica che al momento <strong>del</strong>l’impatto lo<br />

porta ad avere una forza di 245 Joule (1 x 25 x 9,8). Questo sta a<br />

significare che quell’oggetto, in meno di tre secondi (tempo di caduta),<br />

vede aumentare la propria forza fino a moltiplicarne <strong>il</strong> peso di 245 volte. A<br />

tale conclusione si è giunti grazie al contributo di un eclettico alchimista<br />

vissuto a cavallo tra <strong>il</strong> diciassettesimo e <strong>il</strong> diciottesimo secolo, all’anagrafe<br />

Sir Isaac Newton. Che con l’elaborazione <strong>del</strong>la seconda legge <strong>del</strong>la<br />

dinamica ha spianato la strada ai discendenti colleghi che ne hanno poi<br />

perfezionato i calcoli. Fino a giungere all’assunto PE=mgh.<br />

Nella realtà dei fatti, i 245 ch<strong>il</strong>ogrammi/forza sono concentrati in una<br />

mazzetta <strong>del</strong> volume di 50 centimetri cubici. Un ch<strong>il</strong>o di indistruttib<strong>il</strong>e<br />

ferro che, dopo aver assunto una traiettoria <strong>del</strong> tutto casuale, interrompe la<br />

propria corsa penetrando nell’emicranio sinistro di una bambina di tredici<br />

anni.<br />

Nessuno mai, se non per effetto <strong>del</strong> caso, sarebbe stato in grado di centrare<br />

un bersaglio così distante con un oggetto di così contenute dimensioni.<br />

Nessuno. A eccezione <strong>del</strong> destino, che ha fatto in modo che quel martello<br />

si dividesse in due parti: <strong>il</strong> manico stretto saldamente nella mano destra<br />

<strong>del</strong>l’inqu<strong>il</strong>ino <strong>del</strong>l’ottavo piano che stava applicando una zanzariera sul<br />

proprio balcone di casa, la mazzetta a testa arrotondata a volare nel vuoto.<br />

Senza una meta apparente. Semplicemente cadendo. Il cambiamento di<br />

moto è proporzionale alla forza risultante motrice impressa, e avviene<br />

lungo la linea retta secondo la quale la forza è stata impressa.<br />

Sangue misto a materia cerebrale che fuoriesce copioso senza soluzione di<br />

continuità. Tua figlia, prona e priva di sensi, con la scatola cranica<br />

sfondata da un martello che giace lì, indifferente, a pochi centimetri. Tua<br />

moglie che gira la bambina, se la stringe forte al petto come una puerpera,<br />

la scuote nel tentativo di risvegliarla. Urla straziata. Grida <strong>il</strong> suo nome.<br />

Sviene. I condomini affacciati con le mani tra i capelli, incapaci di tutto

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