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Andrea Lo Faro - il blog del Lofa

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Anche Maradona ha sbagliato un calcio di rigore 27<br />

Sette<br />

di sorrisi e um<strong>il</strong>iazioni<br />

La neve era un appuntamento che ogni ragazzino aspettava sin da che i<br />

primi palesi segnali <strong>del</strong>la primavera ne fiaccavano ogni legittima speranza<br />

per i giorni e le settimane a venire. Per alcuni, più propensi o addirittura<br />

obbligati a rimboccarsi le maniche, presagiva la probab<strong>il</strong>e chiamata <strong>del</strong><br />

Comune per spalare le strade e conseguentemente dare un minimo di<br />

consistenza a quel portafogli pieno di tutto tranne che di banconote. Per<br />

altri, più giovani o semplicemente meno alle strette col denaro, un<br />

divertimento che poteva interrompersi solo quando le mani, malgrado<br />

fossero protette da più strati di guanti, perdevano la sensib<strong>il</strong>ità necessaria<br />

per appallottolare dardi e scagliarli in un tutti contro tutti che sarebbe<br />

proseguito per giorni, fino a che <strong>il</strong> freddo o la pioggia non avrebbero<br />

ghiacciato oppure sciolto <strong>il</strong> soffice strato di neve che ricopriva ogni<br />

marciapiede, aiuola o macchina. Tra i risvolti di questo spensierato<br />

divertimento si celava però l’incognita che i bastardi <strong>del</strong>la compagnia di<br />

Via Garian si presentassero a perpetrare quella che era la loro infame<br />

tradizione. Per quale motivo avrebbero dovuto abbandonarla proprio<br />

quell’anno, <strong>il</strong> 1985, l’anno <strong>del</strong>la nevicata <strong>del</strong> secolo?<br />

Egidio, non solo <strong>il</strong> migliore ma semplicemente l'unico vero amico di<br />

Giacomo, tornava dall’as<strong>il</strong>o nido con <strong>il</strong> fratellino in braccio e, sorpreso da<br />

una violenta manata sulla spalla, perse l’equ<strong>il</strong>ibrio e scivolò su un tombino<br />

che si nascondeva sotto la neve. Alzò gli occhi e si vide di fronte una<br />

decina di ragazzi che sapeva pronti a qualsiasi vigliaccata, anche la più<br />

spregevole: temeva per sé, ma le maggiori preoccupazioni erano per<br />

Claudio che, ritrovatosi affondato nella neve, prese a piangere spaventato.<br />

«Dov’è <strong>il</strong> balbuziente?».<br />

Il cuore a m<strong>il</strong>le, sapeva bene che non poteva esimersi dal rispondere.<br />

Sebbene non ne fosse certo, indicò la piazza come <strong>il</strong> posto più probab<strong>il</strong>e in<br />

cui trovare Giacomo.<br />

«In piazza non c’è un cazzo di nessuno». Provò a rialzarsi, ma <strong>il</strong> più<br />

grosso continuava a costringerlo per terra. «Se non mi dici dove cazzo è, ti<br />

prendo a scarpate fino a che a non mi si consuma la punta degli anfibi».<br />

Egidio, per tutti Edi, stringendo forte al petto <strong>il</strong> bambino poco più che<br />

infante, ripeté che non sapeva dove Giacomo fosse e che abitualmente lo<br />

si poteva trovare appunto in piazza o, alla peggio, all’oratorio. Come un

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