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52 <strong>Andrea</strong> <strong>Lo</strong> <strong>Faro</strong><br />
Diciotto<br />
di Sergio<br />
«Oh, vediamo di non fare la fine <strong>del</strong>l’ultima volta che siamo usciti con<br />
<strong>del</strong>le tipe».<br />
Distolse senza indugio, sebbene molto a malincuore, lo sguardo dalle due<br />
ragazze che avevano momentaneamente lasciato <strong>il</strong> tavolo per<br />
l’immancab<strong>il</strong>e visita di coppia alla to<strong>il</strong>ette. Assaporava, convinto che fosse<br />
solo una questione di tempo, <strong>il</strong> piacere che avrebbe provato sostituendo le<br />
sue mani alle tasche di dietro dei loro jeans att<strong>il</strong>lati; percepiva addirittura<br />
sui polpastrelli la consistenza di tanta stagna grazia quando quella ridicola<br />
frase rinnovò tutti i suoi dubbi circa la compatib<strong>il</strong>ità di concetti quali <strong>il</strong><br />
successo con le donne e la presenza di Sergio. Nonostante fosse più che<br />
abituato al nonsenso <strong>del</strong>la maggior parte <strong>del</strong>le sue parole, Dante non riuscì<br />
a trattenersi dall’eruttargli addosso la sua consueta dose d’insulti. «E a me<br />
lo vieni a dire, pezzo di pirla che non sei altro?». Sgranò ancor più gli<br />
occhi, inferocito come diffic<strong>il</strong>mente riusciva a essere. Si era sforzato di<br />
non parlare più di quella storia, ma questa sua uscita non poteva passare<br />
sotto s<strong>il</strong>enzio. La musica <strong>del</strong> jukebox era molto alta e poté permettersi di<br />
urlare senza <strong>il</strong> timore che qualcuno li sentisse. «Chi è che ha mandato tutto<br />
a puttane, brutto coglione?».<br />
A volte Sergio sembrava autistico per quanto sconnesso dalla realtà. Di<br />
certo, una <strong>del</strong>le sue più grandi preoccupazioni era avere l’ultima parola,<br />
vizio che Dante non ha mai saputo comprendere né sopportare. Ma Sergio<br />
era un amico e Dante gli voleva bene a prescindere dalle manie di<br />
protagonismo che, ai suoi occhi, lo facevano sentire diverso<br />
dall’imbranato fatto e finito che tutti vedevano. «Te l’avevo detto che non<br />
potevo rimanere tutto <strong>il</strong> pomeriggio, ma tu hai voluto continuare. E poi lo<br />
sapevi bene che a me quelle due cozze pelose non interessavano». Fossero<br />
stati a M<strong>il</strong>ano, Dante l’avrebbe mandato a fare in culo e se ne sarebbe<br />
andato via. Per giunta, senza pagare la sua birra media. Il tutto nel pieno<br />
rispetto <strong>del</strong>la loro amicizia, ma sarebbe andato via. Per poi richiamarlo <strong>il</strong><br />
giorno dopo come se nulla di strano fosse mai successo, ma sarebbe<br />
andato via. Perché le due cozze in questione non erano affatto tali. E<br />
perché Dante era anche riuscito a ridurle in mutande e reggipetto con un<br />
improvvisato strip poker prima che Sergio se ne uscisse con<br />
quell’impegno improrogab<strong>il</strong>e. Gliela stavano per servire senza troppe<br />
formalità, ma lui seppe mandare tutto a monte. Anche quella volta. Si