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Andrea Lo Faro - il blog del Lofa

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Anche Maradona ha sbagliato un calcio di rigore 35<br />

possib<strong>il</strong>ità di chiudere <strong>il</strong> confronto e sul dischetto si presenta <strong>il</strong> 2: la<br />

stagione in mano all’unico ragazzo che fino a quel momento non aveva<br />

mai tirato un solo calcio di rigore. Che dalla panchina oppure dalla tribuna<br />

lo si sentiva ripetere sempre lo stesso ritornello, cioè «nel dubbio calcia<br />

forte sotto la traversa» o qualcosa <strong>del</strong> genere, ma che nella pratica non<br />

aveva mai avuto riscontro.<br />

Beh, <strong>il</strong> 2 calcia forte proprio sotto la traversa e i rossi vincono.<br />

Quello che prima era l’uomo col cane e che adesso è quel tizio che è<br />

sempre appoggiato sulla porta a vedere le nostre partite, quel tizio lì non<br />

ha resistito all’impulso di dirigersi in mezzo al campo e di stringere la<br />

mano al numero 2. «Bravo» gli disse non senza la paura di apparire<br />

inopportuno, «tu sei le Mine Vaganti. <strong>Lo</strong> spirito. La voglia di vincere».<br />

Mario prese finalmente ad avere un nome e, invitato a terminare la serata<br />

in loro compagnia, condivise con i ragazzi l’ebbrezza <strong>del</strong>la semifinale<br />

raggiunta. A La Masseria, <strong>il</strong> solito posto, un locale poco distante dal<br />

campo dove lo stridere dei coltelli da pizza e <strong>il</strong> rumore <strong>del</strong> vetro dei<br />

boccali di birra uniti in un brindisi a ognuno dei giri di media erano<br />

l’ideale sottofondo alla gioia vibrata <strong>del</strong> sogno che si dissolve quasi per<br />

incanto nella realtà.<br />

«Mario, cosa fai nella vita?». Jimmy cercò di coinvolgerlo. Da che si<br />

erano seduti non aveva ancora aperto bocca.<br />

«Lavoro in una Software House, sv<strong>il</strong>uppo siti internet e applicazioni…».<br />

«Grandioso!» lo interruppe <strong>il</strong> Borla, «vuoi vedere che questa è la volta<br />

buona che…» si girò verso l’altra estremità <strong>del</strong> tavolo e alzò la voce, così<br />

da farsi chiaramente intendere dal <strong>Lo</strong>fa. «… che se stiamo ad aspettare <strong>il</strong><br />

<strong>Lo</strong>fa stiamo freschi…».<br />

«Certo, perché no?». Mario sorrise nel vedere un oggetto, forse solo <strong>del</strong>la<br />

carta appallottolata, prendere <strong>il</strong> volo e finire giusto sul naso <strong>del</strong> Borla. «In<br />

questi giorni ho veramente poco da fare».<br />

Si lasciarono, <strong>il</strong> ristorante vuoto e la serranda abbassata per metà, con una<br />

promessa: Mario alla semifinale non sarebbe mancato. Così come, da quel<br />

giorno e per <strong>il</strong> resto <strong>del</strong>la stagione, puntuale sarebbe stato <strong>il</strong> suo commento<br />

a ognuna <strong>del</strong>le partite <strong>del</strong>le Mine Vaganti. Trasferte comprese. La fredda<br />

cronaca, come gli piaceva chiamarla, integrata da compiacenti e poco<br />

obiettive pagelle. Sul sito internet <strong>del</strong>le Mine Vaganti che lui stesso aveva<br />

sv<strong>il</strong>uppato. Sul loro <strong>blog</strong>, per la precisione.

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