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Andrea Lo Faro - il blog del Lofa

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Anche Maradona ha sbagliato un calcio di rigore 41<br />

Quattordici<br />

<strong>del</strong> viaggio<br />

Era solito lavorare, finita la stagione scolastica, per avere un minimo di<br />

indipendenza economica durante l’inverno. La cosa tornava ut<strong>il</strong>e a lui e<br />

non di meno ai suoi, non tanto per i soldi che avrebbe messo da parte<br />

quanto perchè non gradivano saperlo a passare le giornate in mezzo a una<br />

strada per tutta l’estate. Quell’anno, quando ormai era entrato nell’ordine<br />

d’idee che la sua sarebbe stata una calda stagione di mal pagato<br />

volantinaggio, quell’anno Germano, un parente alla lontana che ogni tanto<br />

capitava dalle loro parti gli offrì di andare a fare <strong>il</strong> barista nel v<strong>il</strong>laggio<br />

vacanze di cui era <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e amministrativo. Calabria, costa ionica.<br />

Partenza immediata, ritorno la prima settimana di settembre.<br />

Dante non trovò nessuna controindicazione alla sua proposta, che al<br />

contrario gli avrebbe garantito un guadagno inaspettato rispetto a quelle<br />

che erano le sue abitudini. Accettò con <strong>il</strong> massimo <strong>del</strong>l’entusiasmo,<br />

nonostante sapesse che c’era da lavorare, e anche parecchio. E che di<br />

vacanze, per quell’anno, non ne avrebbe proprio fatte: <strong>il</strong> viaggio ad<br />

Amsterdam con gli amici <strong>del</strong>la piazza rimaneva un sogno, ma con quei<br />

soldi si sarebbe potuto permettere la patente e, se tutto andava bene, anche<br />

la prima macchina.<br />

Era <strong>il</strong> 10 giugno 1987 e mentre i suoi coetanei m<strong>il</strong>anesi fremevano davanti<br />

ai cancelli di San Siro, Dante se ne stava in coda sulla Salerno-Reggio<br />

Calabria in compagnia di Lucio. I finestrini giù perché faceva già molto<br />

caldo e l’intera discografia <strong>del</strong>la PFM a rinverdire <strong>il</strong> grigiore desertico<br />

<strong>del</strong>l’alto potentino. Impiegarono quindici ore per percorrere i circa<br />

m<strong>il</strong>leduecento ch<strong>il</strong>ometri di autostrada che separano M<strong>il</strong>ano dall’uscita di<br />

Lamezia Terme, dopodiché iniziarono a brancolare nel buio alla ricerca<br />

<strong>del</strong> paesino in cui era situato <strong>il</strong> v<strong>il</strong>laggio turistico. Era notte inoltrata e di<br />

gente, lungo la Statale 106, ce n’era veramente poca. A un semaforo<br />

affiancarono un motorino.<br />

«Mi scusi, saprebbe indicarci Simeri Crichi?».<br />

Era già pronto a una risposta stizzita di quella che solo in un secondo<br />

momento riconobbe come una ragazza e che - ne avrebbe avuto ogni<br />

ragione - visti <strong>il</strong> contesto e ancor più l’orario avrebbe potuto confondere la<br />

sua domanda con un audace approccio. Invece, forse per via di un accento<br />

<strong>del</strong> tutto inusuale per un calabrese, la ragazza si dimostrò disponib<strong>il</strong>e ad<br />

aiutarli.

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