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dell'Anno della Fede - Webdiocesi

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Anno <strong>della</strong> fede<br />

Popolo di Dio, 2). Per cui il primo sforzo è stato<br />

quello di coniare una terminologia propria<br />

riprendendo in parte termini di origine fi losofi ca.<br />

Così “La Chiesa adopera il termine « sostanza » (reso<br />

talvolta anche con «essenza» o «natura») per<br />

designare l’Essere divino nella sua unità, il termine<br />

«persona» o «ipostasi» per designare il Padre, il Figlio<br />

e lo Spirito Santo nella loro reale distinzione<br />

reciproca, il termine «relazione» per designare il<br />

fatto che la distinzione tra le Persone divine sta nel<br />

riferimento delle une alle altre” (CCC,152).<br />

Il Magistero <strong>della</strong> Chiesa più volte ha aff rontato<br />

il tema <strong>della</strong> Santissima Trinità e ne ha defi nito<br />

l’identità, così riassunta dal Catechismo <strong>della</strong> Chiesa<br />

Cattolica: “La Trinità è Una. Noi non confessiamo tre<br />

dèi, ma un Dio solo in tre Persone: «la Trinità<br />

consustanziale». Le Persone divine non si dividono<br />

l’unica divinità, ma ciascuna di esse è Dio tutto intero:<br />

«Il Padre è tutto ciò che è il Figlio, il Figlio tutto ciò<br />

che è il Padre, lo Spirito Santo tutto ciò che è il Padre<br />

e il Figlio, cioè un unico Dio quanto alla natura».<br />

«Ognuna delle tre Persone è quella realtà, cioè la<br />

sostanza, l’essenza o la natura divina». Le Persone<br />

divine sono realmente distinte tra loro. «Dio è unico<br />

ma non solitario». «Padre», «Figlio» e «Spirito Santo»<br />

non sono semplicemente nomi che indicano modalità<br />

dell’Essere divino; essi infatti sono realmente distinti<br />

tra loro: «Il Figlio non è il Padre, il Padre non è il Figlio,<br />

e lo Spirito Santo non è il Padre o il Figlio». Sono<br />

distinti tra loro per le loro relazioni di origine: «È il<br />

Padre che genera, il Figlio che è generato, lo Spirito<br />

Santo che procede». L’Unità divina è Trina. Le Persone<br />

divine sono relative le une alle altre. La distinzione<br />

reale delle Persone divine tra loro, poiché non divide<br />

l’unità divina, risiede esclusivamente nelle relazioni<br />

che le mettono in riferimento le une alle altre: «Nei<br />

nomi relativi delle Persone, il Padre è riferito al Figlio,<br />

il Figlio al Padre, lo Spirito Santo all’uno e all’altro;<br />

quando si parla di queste tre Persone considerandone<br />

le relazioni, si crede tuttavia in una sola natura o<br />

sostanza». Infatti «tutto è una cosa sola in loro, dove<br />

non si opponga la relazione». «Per questa unità il<br />

Padre è tutto nel Figlio, tutto nello Spirito Santo; il<br />

Figlio tutto nel Padre, tutto nello Spirito Santo; lo<br />

Spirito Santo è tutto nel Padre, tutto nel Figlio»”<br />

(CCC, 253 – 255).<br />

Dunque: ogni singola persona <strong>della</strong> Santissima<br />

Trinità è Dio; le tre Persone divine sono unite in<br />

quanto alla natura, sono distinte in quanto alla<br />

persona; ogni singola persona è se stessa (Padre,<br />

Figlio e Spirito Santo) solo in relazione all’altra; le<br />

proprietà delle tre Persone divine (il Padre non è<br />

generato e non è mandato; il Figlio è generato (non<br />

creato) e inviato dal Padre; lo Spirito Santo procede<br />

– è mandato – dal Padre e dal Figlio) si manifestano<br />

particolarmente nelle missioni dell’incarnazione<br />

del Figlio e del dono dello Spirito Santo.<br />

3. Il Mistero si è fatto uomo: il<br />

fondamento <strong>della</strong> fede e <strong>della</strong><br />

vita cristiana.<br />

“La Trinità è un mistero <strong>della</strong> fede in senso stretto,<br />

uno dei «misteri nascosti in Dio, che non possono essere<br />

conosciuti se non sono divinamente rivelati». Indubbiamente<br />

Dio ha lasciato tracce del suo essere trinitario<br />

nell’opera <strong>della</strong> creazione e nella sua rivelazione<br />

lungo il corso dell’Antico Testamento. Ma l’intimità del<br />

suo Essere come Trinità Santa costituisce un mistero<br />

inaccessibile alla sola ragione, come pure alla fede<br />

d’Israele, prima dell’incarnazione del Figlio di Dio e<br />

dell’invio dello Spirito Santo” (CCC, 237). L’Incarnazione,<br />

quindi, non solo è l’apice dell’intera rivelazione<br />

che Dio fa di se stesso, ma è anche la condizione per<br />

poter fare esperienza <strong>della</strong> vita che scaturisce dal Mistero<br />

trinitario. Il Mistero trinitario non lo capiremo<br />

mai a suffi cienza, possiamo, però, godere del Sua<br />

presenza e del Suo amore misericordioso, lasciandoci<br />

possedere e plasmare da Lui. Gesù di Nazareth non<br />

solo ci ha parlato del Padre, di se stesso e dello Spirito,<br />

ma ci introduce nella vita delle tre Persone divine,<br />

inserendoci in quel circolo di amore trinitario che tutto<br />

trasfi gura e tutto rinnova. Nell’esperienza cristiana<br />

il “mistero” non è una realtà oscura e inconoscibile,<br />

bensì il piano salvifi co di Dio, prima nascosto, manifestato<br />

e realizzato nella persona di Gesù di Nazareth.<br />

Il mistero cristiano, dunque, è Gesù Cristo stesso<br />

(Cfr. Rm 16,25). La Chiesa quando parla di Dio non<br />

intende aff ermare una teoria ma riconoscere e confessare<br />

che in Gesù Cristo Dio stesso è entrato in comunione<br />

con l’uomo e questo continua ad avvenire<br />

dovunque e sempre mediante lo Spirito.<br />

Quando parliamo <strong>della</strong> Santissima Trinità dobbiamo<br />

riconoscere l’insuffi cienza estrema del nostro<br />

linguaggio, ma nello stesso tempo dobbiamo<br />

essere convinti che è necessario parlarne perché<br />

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