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dell'Anno della Fede - Webdiocesi

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Cultura<br />

avvisare la gente sugli orari delle<br />

funzioni religiose. In chiesa veniva<br />

costruito il “Santo Sepolcro”<br />

e la sera del Giovedì, dopo la celebrazione<br />

<strong>della</strong> “lavanda dei piedi”<br />

alle ore diciannove, il parroco<br />

o i missionari, quando venivano,<br />

recitavano la predica dal pulpito.<br />

Questo era il momento più<br />

commovente: si prendeva dalla<br />

sua nicchia la statua dell’Addolorata<br />

vestita di nero e passando<br />

da sotto il pulpito per essere<br />

condotta al sepolcro, il predicatore<br />

le metteva tra le mani un<br />

Crocifi sso. Tutti i fedeli partecipavano<br />

accoratamente: c’era chi<br />

piangeva, chi si batteva il petto<br />

e chi cantava canzoni legate al<br />

Solenne Cerimoniale che si stava<br />

celebrando. Durante tutta la notte<br />

del Giovedì Santo la chiesa rimaneva<br />

aperta per consentire ai<br />

fedeli di pregare davanti al “Sepolcro”.<br />

Allora le nottate erano<br />

fredde e per dare un po’ di calore<br />

si usava fare il fuoco all’interno<br />

del campanile, la brace veniva<br />

messa all’interno di contenitori<br />

metallici e portata a quella gente<br />

che per tutta la notte, fi no al<br />

Venerdì mattina, stava riunita in<br />

preghiera davanti al Cristo Morto.<br />

Il Venerdì mattina all’alba ci si<br />

preparava per andare al Calvario.<br />

La Processione si muoveva al<br />

suono delle “troccole” ed era divisa<br />

in due gruppi: gli uomini portavano<br />

Gesù Morto e a distanza<br />

seguiva, portata da sole donne,<br />

la Madonna Addolorata vestita<br />

di nero. Entrambi i gruppi intonavano<br />

canti legati alla Passione<br />

e alcune donne indossavano sul<br />

capo fazzoletti neri sormontati<br />

da una corona di asparagine.<br />

I due gruppi s’incontravano al<br />

Calvario dove si ascoltava un’altra<br />

predica riguardante la Passione<br />

di Cristo sulla Croce.<br />

La mattina del Sabato Santo<br />

verso le ore dieci si cele brava la<br />

Messa di Resurrezione e le campane<br />

suonavano “a Gloria” dopo<br />

i tre giorni di silenzio assoluto. Il<br />

giorno <strong>della</strong> Santa Pasqua, dopo<br />

la Messa, il prete annunciava il<br />

calendario delle benedizioni per<br />

le campagne e per il paese.<br />

Inoltre, seguendo il fi lo <strong>della</strong><br />

memoria, voglio anche ricordare<br />

come si annunciava alla comunità<br />

la morte di qualcuno: il<br />

primo a saperlo era il sacrestano<br />

che doveva andare a suonare<br />

la cosiddetta “sparatura” e<br />

dal modo in cui veniva suonata<br />

si capiva se il defunto era un<br />

uomo, una donna o un bambino.<br />

La nostra chiesa aveva quattro<br />

campane, dai toni diversi, due<br />

di dimensioni più piccole e due<br />

più grandi, il sacrestano suonava<br />

due rintocchi per ogni campana<br />

incominciando da quelle piccole,<br />

e se il defunto era un uomo i rintocchi<br />

erano dispari, se era una<br />

donna erano pari, mentre se era<br />

un bambino suonavano solo le<br />

campane più piccole.<br />

Le Messe cantate venivano accompagnate<br />

sempre dall’organo<br />

che oggi non esiste più, né organo,<br />

né pulpito e né Sacrarium<br />

Oleorum in legno intarsiato,<br />

dove si custodivano gli Oli Santi.<br />

Prima ho parlato di suonate di<br />

campane “a Gloria”, queste venivano<br />

eseguite per tutte le festività,<br />

il sagrestano del tempo,<br />

Antonio Lenge, aveva inventato<br />

una sua tecnica grazie alla quale<br />

suonava le quattro campane<br />

contemporaneamente: collegava<br />

i due batacchi delle campane<br />

più grandi con delle corde,<br />

a formare una Y e il capo lungo<br />

veniva legato alla struttura delle<br />

due campane più piccole, in questo<br />

modo con le mani suonava le<br />

campanelle e col piede, battendolo<br />

sulla corda, faceva risuonare<br />

il tutto in un suono unico.<br />

Grazie a questa tecnica riusciva<br />

a produrre una melodia che somigliava<br />

molto ad una tarantella,<br />

questa era la suonata delle campane<br />

“a Gloria”.<br />

Tutta questa tradizione con l’era<br />

moderna è scomparsa, peccato.<br />

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