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dell'Anno della Fede - Webdiocesi

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34<br />

Cultura<br />

frasca al fuoco, la fece riportare indietro al santo, e il collo di Luigi, è<br />

vivente, abita nel Calancone, fi nalmente si raddrizzò.” (op. cit.).<br />

In ricordo di quel falò che durava tutta la notte, oggi all’alba si<br />

accende un grande fuoco nello spiazzo davanti alla chiesa in cui<br />

si radunano le maschere man mano che arrivano.<br />

Una volta radunatesi fanno tre giri rituali intorno alla chiesa.<br />

Prima del terremoto dell’80 entravano per ascoltarvi la messa e<br />

ricevere la benedizione, oggi non più perché la chiesa è inagibile<br />

e in fase di restauro. Al momento dell’elevazione percuotevano i<br />

campanacci per chiedere a S. Antuono protezione e prosperità.<br />

La benedi-zione veniva fatta col braccio del Santo che si dice<br />

contenga un pezzo di ossa di S. Antuono, e veniva baciato da tutti i<br />

presenti. Attualmente viene comunque il sacerdote per la benedizione<br />

(don Franco Uricchio, ormai da tanti anni) e subito dopo inizia la sfi lata<br />

e la questua per il paese. Da testimonianze raccolte pare che una<br />

volta vi fossero più squadre che facevano a gara per prendere<br />

prima la benedizione perché signifi cava anche andare prima per<br />

la questua. Se ne deduce che, a partire dall’alba, si celebravano<br />

più messe. Trasfi gurato nella rappresentazione carnevalesca vi è<br />

forse anche il ricordo di quando gli animali, nei giorni di festa,<br />

venivano decorati con nastri e fi ori; come succedeva ad esempio otto<br />

giorni dopo Pentecoste a maggio, nel prato antistante la chiesetta di<br />

S. Antonio Abate: venivano portati muli, asini, mucche, pecore, maialini,<br />

tutti bardati a festa con nastri e fettucce colorati e fi ori, per essere<br />

benedetti: si facevano fare loro i tre giri rituali intorno all’edifi cio e dopo<br />

il rito si svolgeva una fi era di animali, si portava in processione la statua del<br />

Santo e c’erano vari festeggiamenti, come ci raccontano diversi anziani del<br />

paese e R. Scotellaro, nel già citato racconto de “Il dio contadino”:<br />

“Tutti gli anni, a maggio, i contadini adornano le bestie di nocchette rosse e se<br />

le tirano dietro sulla pista dei tre giri. Allora è la vera festa, ognuno paga un<br />

mortaretto per suo conto e tiene piazza la banda locale con le sue trombe<br />

stridule. Nessun altro santo ha un giorno di maggio e uno di gennaio”.<br />

Tricarico, Cattedrale, particolare sacrestia

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