dell'Anno della Fede - Webdiocesi
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Anno <strong>della</strong> fede<br />
diffi coltà opposte dagli Egiziani e mi soff ermo sulle<br />
diffi coltà interne, sollevate da quel popolo che<br />
andava faticosamente guidando e organizzando.<br />
È in queste circostanze che appare un aspetto<br />
particolare <strong>della</strong> fede di Mosè che si avvicina al<br />
caratteristico ardire <strong>della</strong> fede di Abramo nella sua<br />
funzione di intercessore.<br />
Più volte Mosè intercede per il suo popolo,<br />
quando il Signore minaccia di lasciarlo perdere, per<br />
continuare il suo disegno col solo Mosè, come era<br />
già avvenuto per Noè e Abramo:<br />
9 Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato<br />
questo popolo e ho visto che è un popolo dalla<br />
dura cervice.<br />
10 Ora lascia che la mia ira si accenda contro di<br />
loro e li distrugga. Di te invece farò una grande<br />
nazione» ( Es 32,9-10).<br />
11 Il Signore disse a Mosè: «Fino a quando mi<br />
disprezzerà questo popolo? E fi no a quando non<br />
avranno fede in me, dopo tutti i miracoli che ho<br />
fatti in mezzo a loro?<br />
12 Io lo colpirò con la peste e lo distruggerò, ma<br />
farò di te una nazione più grande e più potente<br />
di esso».<br />
15 Ora se fai perire questo popolo come un solo<br />
uomo, le nazioni che hanno udito la tua fama,<br />
diranno:<br />
16 Siccome il Signore non è stato in grado di far<br />
entrare questo popolo nel paese che aveva<br />
giurato di dargli, li ha ammazzati nel deserto.<br />
17 Ora si mostri grande la potenza del mio Signore,<br />
perché tu hai detto:<br />
18 Il Signore è lento all’ira e grande in bontà,<br />
perdona la colpa e la ribellione, ma non lascia<br />
senza punizione; castiga la colpa dei padri nei<br />
fi gli fi no alla terza e alla quarta generazione.<br />
19 Perdona l’iniquità di questo popolo, secondo<br />
la grandezza <strong>della</strong> tua bontà, così come hai<br />
perdonato a questo popolo dall’Egitto fi n qui»<br />
(Num 14,11-12 .15-19).<br />
In queste due circostanze che mettevano in pericolo<br />
la stessa sopravvivenza del popolo, la prima dopo<br />
il fatto del vitello d’oro(Es 32) e la seconda dopo la<br />
rivolta in massa col rifi uto di procedere oltre verso<br />
la terra promessa (Nm 14), Mosè lascia cadere nel<br />
vuoto la proposta del Signore di fare di lui l’inizio di<br />
un nuovo popolo di Dio, e interviene audacemente<br />
per salvare il popolo ingrato, dimostrando , da<br />
buon avvocato, che la rovina del popolo sarebbe<br />
ricaduta su Jahvè stesso e sulla sua fama di fronte<br />
alle nazioni nemiche.<br />
L’audacia <strong>della</strong> fede è ancora più spinta nella lunga<br />
intercessione che segue il primo episodio (Es<br />
32-34). Egli sembra voler estorcere il perdono puntando<br />
sull’amore di predilezione che Dio ha dimostrato<br />
nei suoi riguardi: è una specie di paradossale<br />
ricatto, suggerito da una confi denza senza limiti:<br />
«È inutile – sembra dire – che tu dica di volermi bene,<br />
se non perdoni al popolo; se è così che ci sto a fare io<br />
qui? Fammi morire e non se ne parli più…».<br />
Il perdono è ottenuto ma non pienamente: Dio<br />
vuole rimanere ormai lontano, come se fosse<br />
impossibile ritornare alla piena comunione di vita<br />
dell’Alleanza non ancora spezzata come le tavole<br />
<strong>della</strong> Legge. E l’intercessione di Mosè continua,<br />
con un “crescendo” che lascia stupiti. Mosè non si<br />
accontenta <strong>della</strong> guida di un angelo. Bisogna che<br />
Jahvè in persona venga alla testa del suo popolo.<br />
Altrimenti si rifi uta di partire. E il Signore gradisce<br />
l’intercento confi denziale di Mosè, conferma la sua<br />
predilezione per lui e si mostra completamente<br />
riconciliato col suo popolo (Es 33,12-17).<br />
L’audacia di Mosè in questa lunga intercessione<br />
non si ferma ancora. Egli vuole avere una dimostrazione<br />
certa che il Signore è completamente<br />
riconciliato e che la sua Presenza, letteralmente<br />
il suo volto “cammina” col popolo pellegrinante.<br />
Egli vuole “vedere” questo trascendente compagno<br />
di viaggio. La condiscendenza divina gradisce<br />
anche questa preghiera ma ferma Mosè sul limite<br />
del mistero:<br />
18 Gli disse: «Mostrami la tua Gloria!».<br />
19 Rispose: «Farò passare davanti a te tutto il mio<br />
splendore e proclamerò il mio nome: Signore,<br />
davanti a te. Farò grazia a chi vorrò far grazia e<br />
avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia».<br />
20 Soggiunse: «Ma tu non potrai vedere il mio volto,<br />
perché nessun uomo può vedermi e restare<br />
vivo».<br />
21 Aggiunse il Signore: «Ecco un luogo vicino a me.<br />
Tu starai sopra la rupe:<br />
22 quando passerà la mia Gloria, io ti porrò nella<br />
cavità <strong>della</strong> rupe e ti coprirò con la mano fi nché<br />
sarò passato.<br />
23 Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il<br />
mio volto non lo si può vedere» (Es 33,18-23).<br />
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