dell'Anno della Fede - Webdiocesi
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Anno <strong>della</strong> fede<br />
questo decide <strong>della</strong> nostra salvezza. Il Cristianesimo<br />
non conosce un Dio generico di cui si sa che esiste<br />
come “altissima essenza”, ma solo un Dio che è<br />
Padre, Figlio e Spirito. Però, essendo Dio “Totalmente<br />
Altro” dall’uomo, l’uomo non può racchiuderlo<br />
in un suo schema mentale, così come non può<br />
ingabbiarlo nel tempo e nello spazio perché Dio è<br />
eterno e infi nito. Bisogna, perciò, parlare di Dio con<br />
cautela e modestia. La Chiesa intende aff ermare il<br />
mistero come mistero, contro ogni presunzione<br />
umana e ogni tentativo di riduzione razionalistica. Il<br />
risultato conclusivo delle defi nizioni dogmatiche e<br />
<strong>della</strong> ricerca teologica è e rimane il riconoscimento<br />
dell’ineff abilità e <strong>della</strong> misteriosità di Dio, poiché<br />
“la fede non diventa mai scienza, e la scienza non<br />
può mai risolvere il mistero, neppure dopo che è<br />
stato rivelato da Dio, né riguardo al fatto (chi è) né<br />
riguardo al suo contenuto (come è), tuttavia con la<br />
rifl essione sulla fede si manifesta la dignità dell’uomo<br />
e si evidenzia la sua dimensione religiosa” (J.<br />
AUER – J. RATZINGER, Il mistero di Dio, Citta<strong>della</strong><br />
Editrice, Assisi 1982, p. 307).<br />
Un grande teologo francese degli inizi del<br />
secolo scorso diceva che “Nell’atto di rivelarsi, Dio<br />
non toglie il mistero che lo avvolge, non si disvela<br />
fi no al punto che ora noi riusciremmo a capirlo.<br />
Rivelazione signifi ca piuttosto che Dio manifesta il<br />
suo mistero nascosto, rivela il mistero <strong>della</strong> sua<br />
libertà e <strong>della</strong> sua persona. Rivelazione è quindi<br />
rivelazione <strong>della</strong> misteriosità di Dio” (R. GARRIGOU-<br />
LAGRANDE, Il senso del mistero, Parigi 1934, p, 134).<br />
La conoscenza limitata del mistero di Dio da<br />
parte dell’uomo non aff erma una sua defi cienza,<br />
bensì il modo (il più originario!) di conoscere che<br />
permette di aprirsi a qualsiasi altra conoscenza.<br />
L’uomo non si realizza scandagliando a fondo il<br />
mistero, piuttosto accettando e accogliendo il<br />
mistero che gli viene incontro e gli si svela,<br />
aprendosi. La rivelazione del mistero di Dio è la<br />
risposta al mistero dell’uomo.<br />
Colui che crede non confonde la certezza <strong>della</strong><br />
presenza e dell’azione di Dio con le proprie rappresentazioni<br />
del divino. Anzi, proprio perché ha incontrato<br />
Dio, sa di non poterlo comprendere totalmente<br />
con la sua intelligenza. Dio rimane sempre<br />
un mistero ineff abile e insondabile. Se lo comprendessimo<br />
non sarebbe Dio! Ecco perché la fede non<br />
consiste nel “possedere” Dio, bensì nella piena di-<br />
sponibilità a lasciarsi possedere e visitare da Dio,<br />
nella lieta consapevolezza che “in lui viviamo, ci<br />
moviamo ed esistiamo” (At 17,28).<br />
La rifl essione teologica attesta che la Trinità<br />
Santissima resta mistero, che supera ogni capacità<br />
umana, ma è totalmente ragionevole per la vita<br />
dell’uomo e proprio per questo è il fondamento<br />
<strong>della</strong> fede dei cristiani: tutti vengono battezzati<br />
“nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”<br />
(Mt 28,19); tutta la vita cristiana è profonda comunione<br />
con le tre persone divine; il fi ne ultimo<br />
dell’intera Economia salvifi ca è che tutte le creature<br />
entrino nell’unità perfetta <strong>della</strong> Trinità (cfr. Gv<br />
17,21-23), mentre fi n d’ora sono chiamate a essere<br />
da Lei abitate (cfr. Gv 17,23).<br />
A noi non resta che inchinarci dinanzi “all’Infi nitamente<br />
Grande” per lodarLo e contemplarLo con<br />
adorante stupore per le meraviglie che ancora oggi<br />
compie in noi e per noi, in mezzo a noi e attraverso<br />
noi, continuando ad amarlo e a cercarlo: “Cerchiamolo<br />
per trovarlo, cerchiamolo dopo averlo trovato.<br />
Se lo si cerca per trovarlo signifi ca che è nascosto;<br />
se lo si cerca dopo averlo trovato signifi ca che<br />
è infi nito” (S. AGOSTINO, Tract. In Joann. 63,1).<br />
Anche per la comprensione di Dio vale la regola<br />
che per conoscerLo occorre mettersi in sintonia<br />
con Lui, condividendo la sua vita. Il Dio che<br />
cerchiamo di comprendere nel mistero <strong>della</strong> Trinità<br />
è il nostro Dio, è il Dio che è venuto incontro a noi<br />
in Gesù Cristo, che dimora nello Spirito Santo e che<br />
innanzitutto chiede di essere seguito e amato.<br />
E questo è possibile a tutti!<br />
Il Santo Padre Benedetto XVI ci insegna che:<br />
“Nessuno può avere la Verità. E’ la verità che ci<br />
possiede, è qualcosa di vivente! Noi non siamo suoi<br />
possessori, bensì siamo aff errati da lei, Dio ci è<br />
diventato così vicino che Egli stesso è un uomo:<br />
questo ci deve sconcertare e sorprendere sempre di<br />
nuovo! Egli è così vicino che è uno di noi”.<br />
E don Giussani ci ricorda che: “Il miracolo più<br />
grande, da cui i discepoli erano colpiti tutti i giorni,<br />
non era quello delle gambe raddrizzate, <strong>della</strong> pelle<br />
mondata, <strong>della</strong> vista riacquistata. Il miracolo più<br />
grande era uno sguardo rivelatore dell’umano cui<br />
non ci si poteva sottrarre. Non c’è nulla che convinca<br />
l’uomo come uno sguardo che aff erri e riconosca ciò<br />
che esso è, che scopra l’uomo a se stesso”.