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dell'Anno della Fede - Webdiocesi

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20<br />

Anno <strong>della</strong> fede<br />

questo decide <strong>della</strong> nostra salvezza. Il Cristianesimo<br />

non conosce un Dio generico di cui si sa che esiste<br />

come “altissima essenza”, ma solo un Dio che è<br />

Padre, Figlio e Spirito. Però, essendo Dio “Totalmente<br />

Altro” dall’uomo, l’uomo non può racchiuderlo<br />

in un suo schema mentale, così come non può<br />

ingabbiarlo nel tempo e nello spazio perché Dio è<br />

eterno e infi nito. Bisogna, perciò, parlare di Dio con<br />

cautela e modestia. La Chiesa intende aff ermare il<br />

mistero come mistero, contro ogni presunzione<br />

umana e ogni tentativo di riduzione razionalistica. Il<br />

risultato conclusivo delle defi nizioni dogmatiche e<br />

<strong>della</strong> ricerca teologica è e rimane il riconoscimento<br />

dell’ineff abilità e <strong>della</strong> misteriosità di Dio, poiché<br />

“la fede non diventa mai scienza, e la scienza non<br />

può mai risolvere il mistero, neppure dopo che è<br />

stato rivelato da Dio, né riguardo al fatto (chi è) né<br />

riguardo al suo contenuto (come è), tuttavia con la<br />

rifl essione sulla fede si manifesta la dignità dell’uomo<br />

e si evidenzia la sua dimensione religiosa” (J.<br />

AUER – J. RATZINGER, Il mistero di Dio, Citta<strong>della</strong><br />

Editrice, Assisi 1982, p. 307).<br />

Un grande teologo francese degli inizi del<br />

secolo scorso diceva che “Nell’atto di rivelarsi, Dio<br />

non toglie il mistero che lo avvolge, non si disvela<br />

fi no al punto che ora noi riusciremmo a capirlo.<br />

Rivelazione signifi ca piuttosto che Dio manifesta il<br />

suo mistero nascosto, rivela il mistero <strong>della</strong> sua<br />

libertà e <strong>della</strong> sua persona. Rivelazione è quindi<br />

rivelazione <strong>della</strong> misteriosità di Dio” (R. GARRIGOU-<br />

LAGRANDE, Il senso del mistero, Parigi 1934, p, 134).<br />

La conoscenza limitata del mistero di Dio da<br />

parte dell’uomo non aff erma una sua defi cienza,<br />

bensì il modo (il più originario!) di conoscere che<br />

permette di aprirsi a qualsiasi altra conoscenza.<br />

L’uomo non si realizza scandagliando a fondo il<br />

mistero, piuttosto accettando e accogliendo il<br />

mistero che gli viene incontro e gli si svela,<br />

aprendosi. La rivelazione del mistero di Dio è la<br />

risposta al mistero dell’uomo.<br />

Colui che crede non confonde la certezza <strong>della</strong><br />

presenza e dell’azione di Dio con le proprie rappresentazioni<br />

del divino. Anzi, proprio perché ha incontrato<br />

Dio, sa di non poterlo comprendere totalmente<br />

con la sua intelligenza. Dio rimane sempre<br />

un mistero ineff abile e insondabile. Se lo comprendessimo<br />

non sarebbe Dio! Ecco perché la fede non<br />

consiste nel “possedere” Dio, bensì nella piena di-<br />

sponibilità a lasciarsi possedere e visitare da Dio,<br />

nella lieta consapevolezza che “in lui viviamo, ci<br />

moviamo ed esistiamo” (At 17,28).<br />

La rifl essione teologica attesta che la Trinità<br />

Santissima resta mistero, che supera ogni capacità<br />

umana, ma è totalmente ragionevole per la vita<br />

dell’uomo e proprio per questo è il fondamento<br />

<strong>della</strong> fede dei cristiani: tutti vengono battezzati<br />

“nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”<br />

(Mt 28,19); tutta la vita cristiana è profonda comunione<br />

con le tre persone divine; il fi ne ultimo<br />

dell’intera Economia salvifi ca è che tutte le creature<br />

entrino nell’unità perfetta <strong>della</strong> Trinità (cfr. Gv<br />

17,21-23), mentre fi n d’ora sono chiamate a essere<br />

da Lei abitate (cfr. Gv 17,23).<br />

A noi non resta che inchinarci dinanzi “all’Infi nitamente<br />

Grande” per lodarLo e contemplarLo con<br />

adorante stupore per le meraviglie che ancora oggi<br />

compie in noi e per noi, in mezzo a noi e attraverso<br />

noi, continuando ad amarlo e a cercarlo: “Cerchiamolo<br />

per trovarlo, cerchiamolo dopo averlo trovato.<br />

Se lo si cerca per trovarlo signifi ca che è nascosto;<br />

se lo si cerca dopo averlo trovato signifi ca che<br />

è infi nito” (S. AGOSTINO, Tract. In Joann. 63,1).<br />

Anche per la comprensione di Dio vale la regola<br />

che per conoscerLo occorre mettersi in sintonia<br />

con Lui, condividendo la sua vita. Il Dio che<br />

cerchiamo di comprendere nel mistero <strong>della</strong> Trinità<br />

è il nostro Dio, è il Dio che è venuto incontro a noi<br />

in Gesù Cristo, che dimora nello Spirito Santo e che<br />

innanzitutto chiede di essere seguito e amato.<br />

E questo è possibile a tutti!<br />

Il Santo Padre Benedetto XVI ci insegna che:<br />

“Nessuno può avere la Verità. E’ la verità che ci<br />

possiede, è qualcosa di vivente! Noi non siamo suoi<br />

possessori, bensì siamo aff errati da lei, Dio ci è<br />

diventato così vicino che Egli stesso è un uomo:<br />

questo ci deve sconcertare e sorprendere sempre di<br />

nuovo! Egli è così vicino che è uno di noi”.<br />

E don Giussani ci ricorda che: “Il miracolo più<br />

grande, da cui i discepoli erano colpiti tutti i giorni,<br />

non era quello delle gambe raddrizzate, <strong>della</strong> pelle<br />

mondata, <strong>della</strong> vista riacquistata. Il miracolo più<br />

grande era uno sguardo rivelatore dell’umano cui<br />

non ci si poteva sottrarre. Non c’è nulla che convinca<br />

l’uomo come uno sguardo che aff erri e riconosca ciò<br />

che esso è, che scopra l’uomo a se stesso”.

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