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68° Congresso Nazionale SCIVAC: Le domande più frequenti in ...

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<strong>68°</strong> CONGRESSO NAZIONALE <strong>SCIVAC</strong> 11-13 Marzo 2011 - Milano<br />

LE DOMANDE PIÙ FREQUENTI IN RIPRODUZIONE CANINA E FELINA<br />

Tutto quello che i vostri clienti osano spesso chiedere e a cui voi non sapete rispondere<br />

14 th EVSSAR Congress - Advances <strong>in</strong> Fel<strong>in</strong>e Reproduction - March 11 th 2011<br />

cavità al f<strong>in</strong>e di ridurre la pressione <strong>in</strong>terna ed una volta term<strong>in</strong>ato il “curettage”<br />

dei marg<strong>in</strong>i delle lesioni si provvede al lavaggio della stesse con t<strong>in</strong>tura<br />

di iodio e soluzione fisiologica. A questo punto un lembo di omento viene<br />

<strong>in</strong>trodotto all’<strong>in</strong>terno della lesione e fissato alla capsula prostatìca con<br />

punti di ancoraggio <strong>in</strong> materiale riassorbibile. L’alcolizzazione eco guidata è<br />

una tecnica per-cutanea utilizzata per il trattamento di cisti ed ascessi prostatici<br />

che permette il drenaggio ed il successivo trattamento della cavità. Consente<br />

di evitare o di posticipare <strong>in</strong>terventi chirurgici diretti sulla prostata e/o<br />

di orchiectomia. L’effetto tossico dell’alcool sarebbe legato ad un effetto di<br />

disidratazione e ad un danno ischemico <strong>in</strong> seguito alla formazione di trombi<br />

endovasali. L’alcolizzazione prevede l’aspirazione ecoguidata del liquido<br />

contenuto all’<strong>in</strong>terno delle lesioni prostatiche mediante l’utilizzo di aghi sp<strong>in</strong>ali.<br />

Nella cavità residua viene successivamente <strong>in</strong>trodotta una quantità di alcool<br />

assoluto pari ad 1/3 circa del contenuto precedentemente aspirato. Questo<br />

tipo di trattamento permette di ottenere ottimi risultati <strong>in</strong> caso di ascessi<br />

prostatici soprattutto se di piccole dimensioni e mono cavitari. Risultati <strong>in</strong>feriori<br />

si ottengono nel trattamento delle formazioni cistiche che <strong>più</strong> di frequente<br />

recidivano. La prostatectomia parziale viene generalmente eseguita<br />

nei casi di traumi, di ascessi ricorrenti o di cisti, raramente può essere eseguita<br />

anche <strong>in</strong> presenza di piccoli noduli neoplastici. Per garantire il mantenimento<br />

della capacità riproduttiva si procede con l’ablazione di parti di parenchima<br />

prostatico salvaguardando l’<strong>in</strong>tegrità dell’uretra e dei dotti deferenti.<br />

La prostatectomia totale viene eseguita <strong>in</strong> casi di neoplasie diffuse e<br />

gravi traumi. Richiede l’asportazione anche del tratto di uretra prostatica.<br />

Dopo aver <strong>in</strong>serito un catetere ur<strong>in</strong>ario si procede con una accurata dissezione<br />

dell’organo. Particolare attenzione deve essere fatta nel non ledere le arterie<br />

prostatico-uretrali e prostatico-vescicali e le term<strong>in</strong>azioni nervose che<br />

servono la vescica ur<strong>in</strong>aria e l’uretra membranosa. L’<strong>in</strong>tervento procede con<br />

l’asportazione della ghiandola, <strong>in</strong>cidendo a tutto spessore cranialmente e<br />

caudalmente alla stessa, dopo aver retratto momentaneamente il catetere. Si<br />

procede qu<strong>in</strong>di con l’anastomosi tra uretra e collo della vescica. Tale <strong>in</strong>tervento<br />

comporta, nella pratica, la perdita delle potenzialità riproduttive.<br />

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