Poesie di Ossian figlio di Fingal antico poeta Celtico

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. , X cjà Cosi parlò Finga], X quando i Cantori incominciare la canzon di pace. Le Ibllevate fpade a mezzo il colpo Noi rofpendemrrio , e riiparmìoffi il fangue Del debole nemico. In quella tomba CollocofTì Eragonre , ed io difciolfi La voce del dolor . Scefe fui campo La buja notte: ad guerrier fu vilìa Errar l'ombra d'intorno; avca la fronte Torbida , nebulofa , e un fofpir rotto Stava fui labbro. O benedetta, io dilfi L' alma tua , Re di Sera : era il tuo braccio Forte, e la fpada fpaventofa in guerra. Ma nella fala del beli' Aldo intanto Lorma fedeafì d'una quercia al lume. Scende la Il cor di notte , Aldo non torna , è mcito Lorma . O cacciato r di Cona , Che ti trattien ? pur di tornar giuraiìi Fu sì lunei il cervetro ? oppure il vento Ti freme intorno fu i deferti piani ? Sono in fuolo flranicr : che più mi reffa Fuorch' Aldo mio? vien da' tuoi colli, o caro Vicntene a Lorma tua. Gli occhi alla porta Volti le ftanno : al fufurrar ad vento Tende 1' orecchio ; il calpeflio lo crede T>QÌ fuo diletto, e le fi fparge in volto Subita gioja ; ma ritorna tofìo Sul volto il duol , come vapor fottile Sulla candida Luna . Amor mio dolce , Né torni ancor? voglio veder la faccia Della rupe, e dell'onde. In Oriente Splende la Luna , placido forride Il fen òq\ lago , e quando i cani fuoi Vedrò tornarne dalla caccia ? e quando Udrò da lungi a me volar fui vento L a voce fua ? vien da' tuoi colli , o caro , A Lorma tua che ti fofpira e chiama. Di
)( 97 )( Dicea , ma del guerrier la fottilc ombra Sulla rupe apparì , come un acquolb Raggio Lunar, che tra due nubi fpunta Quand' è fui campo la notturna pioggia lilla dolente quella vuota foniia Lungo il prato leguì, poiché s' accorfe Ch' era fpento il Tuo caro . Io ne fenrii Le amare ftrida , che ver noi con effa Più e più s' accodavano , fimili Al mdìo fuono di querula auretta Quando fofpira fu la grotta erbofa Venne, trovò 1' Eroe . Più non s' intefe La di lei voce : gira muta il guardo , Pallida errando come a' rai di Luna Un' acquofa colonna erra fui lago . Pochi furo i fuoi dì , lagrimofa , egra S' abbafsò nella tomba. A' fuoi Cantori Fingallo impofe d' innalzare il canto Sulla morte di Lorma , e lei di'Morven Pianfer le figlie in ciafcun'anno un giorno Quando riedon d' Autunno i venti ofcari . Figlio (a) d' eiirania terra, e tu foggìorni Nel campo della fama. Or via, difciogfi Tu pure il canto tuo, le lodi inalza Degli fpenti guerrieri , onde al tuo canto Volino intorno a te l'ombre fedofe; E io fpirito amabile di Lorma Sopra un vago Lunar tremulo raggio Scenda ne' dolci tuoi cheti ripolì Quando nell'antro tuo guarda la Luna . Allor tu la vedrai vezzofa e cara Venirne a te , fé non che in fu la guancia Stalle tuttor la lagrima amorofa , Tcm. IL E OS- CO Il Poeta fi rivolse di nuovo al Caldeo. . ,
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