Poesie di Ossian figlio di Fingal antico poeta Celtico

CANTO VIIL
^^-^Ome allor che dì verno orrido vento (a)
L' onde del lago della rupe afferra
Tenacemente in rempe/lola notte ,
E le inceppa di ghiaccio , al guardo incerto
Del mattutino cacciator da lungi
I biancheggianti cavalloni ondofl
Sembrano ancora diguazzarli ; ei tende
L' orecchio al fuon dei difuguali folchi ;
Ciafcuno è cheto , luccicante , e fparlb
Di rami e iìerpi e di cefpugii e d' erbe
SquafTanti il capo e zufolanti al vento
Su i lor grigi di brina afpri Tedili ;
Così mute al mattin fplendean le file
Delle Mori^enie fquadre : ogni guerriero
Fuor dell' elmetto traguardava al colie
Ove Fingallo fra la nebbia avvolto
Si moflra e cela ; ad or ad or T Eroe
Scorgefi in maeftofa ofcuritade
D' arme^ fonando palleggiar ; battaglia
Di pender in pender fofca fi volve
Lun-
C-O Le immagini di quella fimilitudine fono familiari fol.
tanto a quelli, che vìvoìjo in un paefe freddo e montuofo .
Effi hanno fpefiTo veduto un lago improvvifamente coperto di
ghiaccio ^ e fcminato d'erba appaffita, e di rami fpezzati dai
venti delle montagne che formano le Aie rive . Q_'-ieiti orridi
e grandi fpettacoli aveano un non fo che di lufinghiero perla
fantafia dei Bardi Calcdonj . Un Cantore antico ofa preferir
quefia fcena invernale alle ridenti di Primavera : Rtconductmi
^ die' egli, i miei bofchi-^ foìtendvi il lago con tutte le
agghiacciate ftie onde : piacevole è /' aura dsl barhato ghiac-^
ciò ^ quando la Luna è larga nel cielo ^ vitgghiano gli Spiriti
della montagna . (^ia da me le verdi vallt di Maggio : fttS"
fti fono penjìeri di Donzelle . li Twd. logU