Poesie di Ossian figlio di Fingal antico poeta Celtico

)( 25J )C
De* padri miei , fui voftri poggi adeflb
Tutte accendete le meteore voilre,
E ali' audace mio pie fatevi fcorte .
Strussero, fperderò . . . ma s' io non torno ?
Il Re non ha più fi§li j egli è canuto
Fra' i'uoi nemici ; al braccio fuo già manca
L' antka polla; ofcurità minaccia
La Tua vecchiezza : ah non jQa mai eh' io '1 vegga
D' aito giacer fui fansuinofo campo .
Tornili a lui : come tornar ? che dirsli ?
Non chiederà dei figlio fuo novella ?
Fillan fu a te commeffo : ov' è ? mei ferbi
Mei difendi così ? rampogna attroce !
Su s' affronti il nemico : Erina. Erina
Mi fcaglio fopra te , godo ai rimbombo
Dell' ode armata : nel tuo fen la tomba
Grata mi fia U) ; l' inferocito fguardo
Sol f] sfugga del padre : oh , là dal Mora
Non afcolto una voce ? egli è Fingallo
Che chiama ambi i fuoi figli : io
Io vengo a te nel mio cordoglio
vengo ,
amaro:
o padre j^
Aquila fembro cui notturna fiamma
Scontrò là nel deferto , e lafciò fpoglia
Della metà di fue robufie penne .
Già Morven fcompigliata in rótte bande
Vien refpmta fui Mora: ognun confufo
Dagli altri e. piìj- dal Rejlaffi in difparte.
Ognun torbido e tacito il curva
Sulla lancia di frafTino, ila muto
Fingallo in mezzo a' fuoi r dentro il fuo fpirto
Penfier fopra penfier volvefi y come
Onda fopr' onda in fu. romito lago
CcL
C-0 L' Originale ; ver.'ie Inhjail il tuo fonante calpcfìlcpincevoìe
al fnio orecchio. Q_i.:e({e parole fembratio troppo^
vaghe : ho cercato di dar ad effe quel fcnfo che fembrav?. Il
^iìi opportuno al prefente luogo .
,