Poesie di Ossian figlio di Fingal antico poeta Celtico

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X6oX Cui fcofie al vento le lucenti giubbe Sferzan le fpalle . Oh benedetta T alma Di ClefìatnoiTe! e- perchè mai sì tardo GinngeiH in Selma ? Ah tu ritorni , ei di/Te > In mezzo alla tua fama, o Duce invitto. Tal, mi rimembra, era Comallo il padre Nelle battaglie yiovenili: iniieme Speffo varcanimo de' liranicri a danno Le fponde dQÌ Carron, né i brandi nodrl Tornar digiuni di nemico langue Ne il Re ad mondo ebbe capioa di gioja Ma perchè rammentar Di giovinezza ? i miei batta i^îe e fatti capelli ornai Fanfì canuti , la mia man li fcorda Di piegar i' arco , l' infiacchito braccio Inalza alia più lieve. Oh fé tornalTe La mia freichezza, ed il viôr primiero Nelle mie membra, come alior ch'io vidi Il bianco feno di Moina (a) , e gli occhi Fofco-cerulei f ( e in quello dir fui labbro Spunta un fofpiro ) . Allor Fingallo a lui : Narraci, diffe, la pietofa iiloria De' tuoi verd' anni . Alta melfizia , amico j, Fafcia il tuo fpirto, come nebbia il Sole: Son fofchi i tuoi penfier ; folingo e muto Lungo il Lora ti Hai y di fgombrar tenta 5- Sfogando il tuo dolor , della triiiezza La negra notte che i tuoi giorni ofcura Era (^), quei ripigliò, ihgion di pace, Quan- fuciiii crini. Veggano i Lettori qual feafo ragionevole poCi travfi da quelle parole c/je trova ec. lo le -ho tralafciate come ambigue, e poco importanti. C^^ Moina fo^ve di temperamento e di pcrfona . I nomi Britanni in qiiolte Poefie fono derivati dal Celtico, il che moftra che l'antico linsuaggio di tutta T ifola era lo HeiTo ^ lì Trad. Ingl. C^) La narrazione di ClelTamorre è per fé fìeiTa ecce!lon , . . =
A 6l )( Quando mi prcfe di mirar talento Le di Barcluta (/;) torreggianti mura . Soffiava il vento nelle bianche vele, E 'I Cluta aperfe alla mia nave il varco , Cortel'e orpizio nei regale albergo Ebbi tre dì di Rotami ro , e vidi , Vidi quel raggio d' amoroia luce andò la conca in giro . La fieiia fua . N' Portatrice di gioja ; il vecchio Eroe Diemml la bella : biancheggiava il petto , Come Ipuma full' onda ; erano gli occhi vStelle di luce , e Piuma di corvo ; Ibmigiiava il crine era gentile e dolce Quel caro fpirto: amor mi fcefe all'alma Profondamente ,^ ed al foave afpetto Sentia temprarli di dolcezza il core , Giunfe in quel punto uno flranier, che ambiva Di Moina T amor parlommi altero ; , E la man nel parlar correagli al brando . Ov' è , difs' egli , i' inquieto errante (5X'inîfieto errante ^ neii' Originale è Scut.7 ^ dal qiial termine i popoli della noftra. provincia ebbero la denominazione di Scoti. Vedi il Rasio- «amento Prclim. // Trad. Ingl.
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^X245"X Su i loro paffi rapido anel
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S' ode fquillar , la nubiloia vefta
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)( ^6l t Di quella roccia fui cigli
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Dai lor cento riifcei sboccare a to
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CANTO VIIL ^^-Ôme allor che dì ve
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X 285 X Non aiidran forfè trionfan
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X 289 X Daiia ciarpa Io feudo , e v
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X 295 X Sorge dal lago , e quel pog
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L'alzar del feno , e '1 voitegsiar
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