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Addio alle carni - Oltre la Specie

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Galline intelligenti, maiali puliti, vacche vivaci<br />

Le sofferenze del<strong>la</strong> carne<br />

Vacche e vitelli brucanti su verdi pascoli, galline razzo<strong>la</strong>nti fra pietre ed erbette,<br />

maiali al<strong>la</strong> ricerca di ghiande nei boschi.Tutto ciò corrisponde <strong>alle</strong> loro esigenze naturali<br />

ma ormai nul<strong>la</strong> è più lontano dal<strong>la</strong> realtà per il 99% degli animali da reddito.<br />

Chiusi in immensi campi di concentramento – gli <strong>alle</strong>vamenti intensivi – e velocemente<br />

avviati al macello. Bistecche in piedi.<br />

L’etologia e moderni studi veterinari hanno contestato <strong>la</strong> concezione cartesiana secondo<br />

cui l’animale non soffre e il suo <strong>la</strong>mento è come lo stridìo delle ruote di un<br />

ingranaggio. La prigionia e le muti<strong>la</strong>zioni provocate dagli <strong>alle</strong>vamenti intensivi e l’obbligata<br />

violenza del trasporto e dell’uccisione pongono seri problemi di salute o di<br />

sofferenza fisica all’animale e gli impediscono un comportamento naturale.<br />

È opinione diffusa che gli animali zootecnici siano abituati a queste condizioni, non<br />

avendone mai conosciute altre. È stato invece accertato che i bisogni e i comportamenti<br />

degli animali <strong>alle</strong>vati dal<strong>la</strong> “moderna” zootecnia sono quasi gli stessi dei loro<br />

antenati selvatici. Insomma: <strong>la</strong> domesticazione non ha cambiato <strong>la</strong> natura. Le caratteristiche<br />

fondamentali, selezionate in milioni di anni, non cambiano certo in pochi decenni<br />

di <strong>alle</strong>vamento intensivo. Un maiale, o un pollo, fatti uscire d<strong>alle</strong> mura opprimenti<br />

del<strong>la</strong> stal<strong>la</strong>, tornano a formare gruppi sociali, a nutrirsi secondo tradizione e<br />

ad appropriarsi dello spazio circostante. Una scrofa, pur abituata a passare <strong>la</strong> vita fra<br />

le sbarre, se liberata entra nel bosco, costruisce il nido e si prepara per il parto. Le<br />

ovaiole all’aperto si comportano come le loro antenate del<strong>la</strong> giung<strong>la</strong>, devono appol<strong>la</strong>iarsi<br />

di notte, deporre l’uovo in speciali nidi, fare il bagno di sabbia, percorrere distanze<br />

a zig zag.<br />

I gallinacei – accatastati in spazi francobollo - sono intelligenti: in grado di provare<br />

emozioni, sofferenze, attese, e<strong>la</strong>borare concetti astratti, distinguere “al volo” i loro<br />

simili, comunicare con decine di vocalizzi diversi. “I risultati dei nostri <strong>la</strong>vori sono<br />

nettamente a favore del miglioramento delle condizioni di vita di polli e galline negli<br />

<strong>alle</strong>vamenti industriali” ha scritto un gruppo di ricercatori. I maiali sono curiosi, giocherelloni,<br />

puliti, bisognosi di molto spazio. Le vacche non sono macchine da <strong>la</strong>tte<br />

ma madri premurose. Separarle precocemente dai vitellini è causa di grave stress<br />

per entrambi. Quanto <strong>alle</strong> pecore, sono animali timidi, da maneggiare con cura, altrimenti<br />

subiscono choc fortissimi.<br />

La prigionia in spazi ristretti e l’impossibilità di esplicare comportamenti naturali sono<br />

causa di sofferenze, stress, frustrazioni, stereotipie, vere e proprie patologie fisi-<br />

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