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Addio alle carni - Oltre la Specie

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Tante follie per nul<strong>la</strong><br />

renze animali, distruzioni di foreste per far posto a pascoli, inquinamento di fiumi e<br />

territori, rischi probabili e danni certi per <strong>la</strong> salute, spreco di risorse vegetali in un<br />

mondo affamato, costi finanziari collettivi. Oggi di tutto ciò si par<strong>la</strong>. Dunque, un quaderno<br />

come questo è forse carta sprecata?<br />

Pensiamo di no. C’è infatti il rischio che si esca dal<strong>la</strong> crisi senza grandi passi avanti.<br />

Dopo i mesi del<strong>la</strong> paura e del raccapriccio, i consumi di carne sono in buona parte<br />

ripresi. Quanto <strong>alle</strong> istituzioni, nell’estate 2001 il Consiglio d’Europa ha approvato<br />

una direttiva sul “benessere delle scrofe” a dir poco minimalista, rimandandone oltrettutto<br />

l’attuazione al 2013! Il tanto sbandierato cambiamento del<strong>la</strong> zootecnia intensiva<br />

si limita al bando delle farine animali?<br />

Intanto, nel mondo, <strong>la</strong> globalizzazione alimentare perpetua <strong>la</strong> fame e diffonde un modello<br />

alimentare omologato che fa solo gli interessi di alcuni imperi economici, edificati<br />

su povere zampe.<br />

Purtuttavia un’altra strada è possibile: un modello agroalimentare sano, equo, nonviolento<br />

ed ecologico, nel quadro di un’economia nonviolenta che si proponga di<br />

non sfruttare alcun essere vivente. Ecco perché, come spiega questo quaderno, esistono<br />

quattro enormi buone ragioni per dire basta <strong>alle</strong> fabbriche animali e al<strong>la</strong> sarcofagia.<br />

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