individuo e insurrezione - Autistici
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Dibattito 12.12.1992<br />
passare ad una dimensione collettiva, ad una dimensione quindi qualitativamente<br />
e quantitativamente differente da quella dell'<strong>individuo</strong> singolo, capace<br />
di estendere e allargare la condizione di ribellione che minaccia in una lettura<br />
esclusivamente scolastica del testo stirneriano, di continuare ad apparire<br />
malinconicamente singola.<br />
Capisco che il problema non è esposto in modo organico, però a me è parso,<br />
dall'insieme degli interventi di stamattina, che ci fosse questa cesura, come se<br />
si avesse il compito esclusivo di parlare di questa mitica costruzione stirneriana<br />
dell'<strong>individuo</strong> che basta a se stesso. Non si è accennato, per esempio, alla<br />
sostanziale contraddizione che c'è nel testo di Stirner: come può l'<strong>individuo</strong><br />
che basta a se stesso e che costruisce un pezzo (Stück) di libertà, ad un certo<br />
punto diventare individualista, il quale per definizione, in quanto individualista,<br />
ha raggiunto la completezza del proprio progetto di costruzione di se stesso.<br />
Ciò non è tanto facile da capire, per un lettore di Stirner modesto, quale posso<br />
essere io. Per me i classici sono sempre occasioni di lettura, non fini della<br />
lettura, scopi da raggiungere.<br />
Ad esempio, stamattina, nell'intervento di Penzo, io notavo, quando lui parlava<br />
del meccanismo del superamento, una strana, non dico contraddizione, ma<br />
una strana insufficienza esplicativa; cos'è questo superamento? Ad un certo<br />
punto l'<strong>individuo</strong> si supera in una dimensione collettiva, non lo ha detto lui<br />
questo, però implicitamente io ascoltavo e sentivo e leggevo questo: un superamento<br />
dell'<strong>individuo</strong> nella dimensione collettiva, in una dimensione che è<br />
qualcosa di più. La dimensione cui stasera ci si riferiva quando si diceva che<br />
la rivolta del singolo determina modificazioni oggettive nel contesto in cui<br />
opera.<br />
Questo superamento cos'è? Il superamento hegeliano, cioè la sussunzione<br />
(parola orrenda e tipicamente marxista) che significa appunto superamento<br />
che riassume in se stesso, superandole, le dimensioni della contraddizione,<br />
annullandole, cancellandole? È questo il superamento di cui parla Stirner?<br />
Hegeliano, come giustamente è stato notato? Hegeliano purtroppo, sotto certi<br />
aspetti e in certe occasioni, non solo nell'uso della terminologia, ma anche<br />
nell'uso della struttura stessa del meccanismo. O qui c'è dentro un'altra cosa,<br />
un altro concetto di superamento: l'oltrepassamento. Quell'oltrepassamento<br />
che parte dalla definizione del bisogno, del bisogno dell'<strong>individuo</strong> non ancora<br />
completamente perfezionato, non ancora in grado di dimensionare il raggiungimento<br />
delle sue totali possibilità di <strong>individuo</strong> e di individualista.<br />
In questa dimensione di sofferenza, di bisogno, è questa lotta che spinge alla<br />
liberazione, è essa che diventa esacerbazione del bisogno stesso, estrema e<br />
violenta persistenza delle contraddizioni. Nessuna contraddizione possiamo<br />
cancellare. Perché adesso che abbiamo capito che la fine della storia è in noi<br />
e ci stiamo avvicinando alla conclusione del millennio dove si sta verificando<br />
praticamente la fine di tutte le illusioni ideologiche del passato, questa realtà<br />
adesso l'abbiamo sotto il naso tutti quanti. La Jugoslavia è dietro le porte, una<br />
ferocia inaudita dove accadono fatti che avevano fatto immaginare nel passato<br />
le mitiche gesta di Attila ecc. ecc. È la ferocia dell'uomo che persiste intatta.<br />
Guardate che non c'è nessuna ragione addormentata. I mostri non si svegliano<br />
perché la ragione si è addormentata, i mostri sono svegliati dalla ragione.<br />
Allora cos'è che superiamo? Non superiamo niente noi altri, perché le contraddizioni<br />
sono presenti, non c'è sussunzione delle contraddizioni in Stirner,<br />
questo è chiarissimo secondo me, come ha notato leggendo Nietzsche Heidegger,<br />
cioè c'è questo oltrepassamento in cui il mostro vive sempre accanto<br />
a noi. La contraddizione lacerante è sempre presente, l'oggetto contraddittorio<br />
e mostruoso ce lo portiamo dentro di noi.<br />
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