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individuo e insurrezione - Autistici

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Giorgio Penzo<br />

io appartengo» 22 . A questa definizione della verità è strettamente<br />

legata quella dell’uomo: «La storia va in cerca dell’’uomo:<br />

esso però è io, tu, noi. Cercato come un essere misterioso,<br />

come il divino, dapprima come il Dio, poi come l’uomo<br />

(l’umanità, il genere umano), esso viene trovato come il singolo,<br />

il finito, l’unico» 23 . Si vede la struttura triadica che rimane sullo<br />

sfondo dell’unico, cioè Dio, uomo ed io. Questa triade viene<br />

ridotta all’opposizione dei due termini, il divino e l’io.<br />

Nell’orizzonte del divino vengono calati indifferentemente Dio e<br />

uomo. La dimensione esistenziale dell’io come ego viene messa<br />

in luce grazie alla dinamica della rivolta esistenziale.<br />

7. Il fondamento ultimo dell’esistenza è solo questo processo<br />

esistenziale che non investe solo l’uomo considerato nella sua<br />

singolarità come unico, ma pure il rapporto tra singolo e singolo.<br />

Ci tengo a sottolineare la coerenza del pensiero stirneriano<br />

quando faccio presente che pure in questo contesto dei diversi<br />

singoli vale sempre la stessa tesi, secondo la quale il rapporto è<br />

tanto più autentico quanto più si supera la dimensione della<br />

santità.<br />

Di qui la profonda distinzione tra società e associazione. La<br />

prima si fonda su leggi generali che nutrono la pretesa di essere<br />

valide in senso oggettivo e per ciò stesso alienanti. La seconda<br />

invece è fondata sul superamento di ogni santità. Se il<br />

concetto di rivolta esprime il rapporto autentico dell’io rispetto a<br />

se steso, cioè al proprio fondamento, il concetto di associazione<br />

esprime il rapporto autentico dell’io rispetto all’altro. Ciò ha luogo<br />

evidentemente quando l’altro non è considerato semplicemente<br />

come membro di una società governata da leggi astratte<br />

e quindi alienanti, ma quando l’altro è considerato come ego,<br />

come essere-se-stesso, cioè come unico e quindi come esserein-rivolta.<br />

L’altro diventa tale nella sua dignità ontologica quando<br />

è appunto un altro «unico». L’associazione si chiarisce così<br />

come quel particolare modo di essere in società nel senso di<br />

essere una unità di più individui intesi ciascuno come «unico».<br />

Il concetto di associazione esprime una realtà–limite di natura<br />

ontologica, e non già una realtà utopica.<br />

L’associazione è quindi un concetto solo apparentemente anarchico<br />

nel senso corrente del termine, dato che Stirner non<br />

vuole eliminare il vincolo che unisce in società la molteplicità<br />

degli individui. Egli non vuole eliminare la legge ma solo rendere<br />

problematica la dimensione formale di essa, quella cioè e-<br />

22 Ibidem, p. 416 (trad. it. cit., p. 341).<br />

23 Ibidem, p. 285 (trad. it. cit., p. 246).<br />

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