individuo e insurrezione - Autistici
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Dibattito 13.12.1992<br />
in un'assemblea viene presa in senso democraticistico, a maggioranza. Nessun<br />
compagno è stato vincolato dalle decisioni dei più, o dei pochi. La libera<br />
scelta di agire, di pensare, di esprimersi, è intangibile. Pensare diversamente<br />
sarebbe eterodosso rispetto al movimento anarchico. Diverso è il discorso per<br />
quelle che sono le valenze reali dell'<strong>individuo</strong>.<br />
Pier Leone Mario Porcu<br />
Penso alle mie letture nietzschiane. Nietzsche fa una operazione: rovescia il<br />
libro e la vita, rovescia la convinzione cristiana ed ebraica che il libro conformi<br />
la vita, che ci sia qualcosa che si sollevi al di sopra della vita, al di sopra dello<br />
scorrere della vita.<br />
Ora la concezione degli anarchici è, secondo me, proprio una concezione di<br />
movimento, di contesa fra gli individui. Questa concezione si scontra contro<br />
tutte le istituzionalizzazioni, comprese quelle che alcuni compagni anarchici<br />
vorrebbero istituire.<br />
Se pensiamo a tutta la tradizione anarchica, da Malatesta che si scaglia contro<br />
Merlino, la famosa polemica democrazia o anarchia; pensiamo a L'ideale<br />
rappresentativo di Max Sartin, che attacca alle radici il principio rappresentativo<br />
nel pensiero medievale, facendolo risalire al feudalesimo; o ancora, pensiamo<br />
alla critica distruttiva, insurrezionalista, secondo me la più avanti di tutte in<br />
quel dato periodo, che è quella di Ernest Cœurderoy ne I giorni dell'esilio; si<br />
può distinguere che ci sono compagni che hanno propensione a immaginarsi<br />
delle modalità di rapportazione e fra queste modalità di rapportazione hanno<br />
rifiutato il modello del partito, dell'istituzionalizzazione. E su questo si sono<br />
scontrati, gli anarchici, fra organizzatori e antiorganizzatori. In realtà si sono<br />
scontrati contro il principio di organizzazione strutturale, ed hanno cercato,<br />
visto che si tratta dell'uomo che tutti i giorni si scontra con la realtà, i modi e i<br />
metodi che permettessero all'uomo un pronunciamento senza ledere la libertà,<br />
la sua individualità proprio nel meccanismo organizzativo che doveva far crescere<br />
la sua potenza, non diminuirla.<br />
Franco Di Sabantonio<br />
Vorrei rispondere brevemente a Ferri. Non dico che Stirner sia o no anarchico;<br />
anche se fosse anarchico, il suo anarchismo è un mezzo, il fine rimane sempre<br />
lui. Anche quando parla di associazione, parla sempre di impiego di mezzi.<br />
La sua progettualità è limitata al presente. Egli parla di associazione in questa<br />
società, come alternativa a questa società, pur vivendoci all'interno. Non<br />
proietta mai le cose nel futuro. Stirner non crea necessariamente una società<br />
migliore, perché essa richiederebbe un cambiamento radicale dei rapporti che<br />
ci sono fra <strong>individuo</strong> e società all'interno delle stesse classi. Il discorso secondo<br />
Stirner è questo: nonostante la situazione attuale io riesco a realizzarmi.<br />
Per quanto riguarda poi la democrazia diretta, se l'esempio storico è quello<br />
greco, vorrei ricordare che i Greci erano obbligati a partecipare a quella forma<br />
di democrazia, e che la partecipazione era riservata esclusivamente ai cittadini<br />
della polis, e ne erano esclusi le donne e gli schiavi. Comunque, da un<br />
punto di vista anarchico e individualista, la democrazia diretta può essere<br />
contestabile.<br />
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