individuo e insurrezione - Autistici
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Ferruccio Andolfi<br />
neriane e di formulare per altro verso un concetto elevato di<br />
egoismo che lo liberi dal suo rapporto con la lotta e la violenza<br />
e lo renda compatibile con la moralità.<br />
Stirner ha combattuto l'umanesimo perché ha usato falsamente<br />
il senso della parola «uomo», ricavandolo dall'immagine idealistica<br />
di un essere totalmente disinteressato che dell'uomo ha<br />
dato il «liberalismo umano», e in particolare Bruno Bauer (p.<br />
250) 8 . Ora il concetto di uomo non designa invece niente che<br />
sia superiore o più sacro del singolo, «il lato nobile della nostra<br />
natura» (50,55). Indica semplicemente una serie di qualità e<br />
limitazioni comuni (56) ovvero di proprietà necessarie ad un<br />
uomo – tali cioè che chi non le possiede è meno che uomo<br />
(176). Nessuno può uscire infatti dalla natura di uomo, se non<br />
vuole distruggere se stesso. Da questo punto di vista regna tra<br />
gli uomini una sostanziale uguaglianza, o meglio la disuguaglianza<br />
si dà entro termini (Grenzen) uguali e inviolabili (274).<br />
Tra questi tratti definitori dell'essere umano Arnim ricorda l'autocoscienza<br />
o la riflessione (Ueberlegung), che definisce la nostra<br />
unicità di genere rispetto a quella degli altri animali, e insieme<br />
rafforza però la nostra unicità propria, il nostro egoismo,<br />
permettendoci di conseguire meglio il nostro vantaggio (323); la<br />
padronanza di sé, in assenza della quale cesso di appartenere<br />
a me stesso e la mia esistenza svanisce (236); l'evitameno della<br />
lotta, la quale minaccia il vantaggio collettivo e insieme il proprio<br />
(256); la disposizione a non far violenza ad altri e a rendere<br />
anzi giustizia (168).Uno dei punti deboli della posizione di Stirner<br />
consisterebbe appunto nel fatto ch'egli riconosce necessaria<br />
la lotta tra gli uomini (251). La condizione minima e fondamentale<br />
per essere uomini, da cui le altre possono essere derivate,<br />
è quella di non agire contro se stessi, di non distruggere e<br />
anzi di promuovere la propria natura (232,167). Non uomo è chi<br />
vuole distruggere se stesso (232).<br />
L'uomo non costituisce neppure, come sembra credere Stirner,<br />
un concetto o un modello fisso, a cui si debba tendere, ma «il<br />
libero movimento delle nostre forze» (167,55), la coscienza che<br />
accompagna la promozione effettiva della nostra natura. Quando<br />
si parla di veramente umano non si fa questione di ideali ma<br />
di fatti, delle diverse molteplici vie che ognuno può percorrere, e<br />
ciò si può al più portare a coscienza ma non imporre a nessuno<br />
8 Per facilitare l'identificazione dei passi a cui mi riferisco non indico qui il<br />
numero di pagina del saggio di Arnim, che a volte riporta e discute nella stessa<br />
pagina diverse tesi stirneriane, bensì quello delle pagine dell'Unico (ed.<br />
originale già citata) a cui Arnim rinvia.<br />
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