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individuo e insurrezione - Autistici

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Ferruccio Andolfi<br />

Tra il liberale umano, che condanna ogni forma di esclusivismo<br />

e l'unico, che aborre ogni legame, Arnim assume una posizione<br />

intermedia. La critica sociale umanistica (Bauer) è la più perfetta,<br />

come sostiene Stirner, solo se l'egoismo viene inteso nella<br />

maniera limitata dell'unico. Altrimenti bisogna cercare un'altra<br />

critica sociale, che non elimini l'egoismo ma lo integri. «Entrambe<br />

le cose devono essere unite entro certi limiti. Da un lato noi<br />

siamo in rapporto con il mondo intero, e non possiamo quindi<br />

essere unici in misura così larga; ci stringe già un legame, quello<br />

della comunità necessaria, della ricerca di vantaggio, dunque<br />

a quale scopo voler essere così smisuratamente unici, esclusivi,<br />

irrazionali da rinunciare ai nostri vantaggi vitali a cui aspiriamo?<br />

Ma a quale scopo d'altra parte obbligare qualcuno a un<br />

vincolo più stretto di quanto richiede il vantaggio di ognuno, non<br />

deve forse da una tale costrizione originarsi un danno opprimente?<br />

Un sacrificio per il proprio piacere rimane pur sempre<br />

libero a ognuno. A che fine dunque spingere tanto oltre la inclusione<br />

fino al completo sacrificio per la generalità, come chiede il<br />

critico? L'uomo vuole solo una ricerca di vantaggio consapevole,<br />

razionale, per tutti e per ciascuno» (177).<br />

Nel saggio di Arnim l'essenza umana è ricondotta a un insieme<br />

di qualità minime che costituiscono un patrimonio comune a<br />

partire dal quale si verifica la differenziazione. Sensibile l'influenza<br />

di Stirner nella sottolineatura che il concetto di uomo<br />

non costituisce niente di superiore o di sacro e che le vie dell'autorealizzazione<br />

umana sono comunque molteplici. Meno<br />

staticamente l'essenza indica la possibilità di rivestire una infinità<br />

di qualità. Centrale in questo quadro è la promozione della<br />

propria esistenza, per cui inumano appare ogni elemento di<br />

autodistruzione, e indirettamente la distruzione dell'altro, l'ingiustizia,<br />

la lotta, le quali nella loro irrazionalità mettono a repentaglio<br />

anche l'esistenza e il vantaggio proprio.<br />

La critica di Stirner alla teleologia porta Arnim ad abbandonare<br />

il modello dell'essenza come scopo del nostro esistere e a concepire<br />

l'idea di uomo come la coscienza del movimento reale<br />

del nostro esistere. Questa coscienza introduce comunque una<br />

tensione tra l'esistenza reale, che non è mai perfetta, e le nostre<br />

possibilità.<br />

L'egoismo più elevato che Arnim cerca di definire e di cui trova<br />

tracce nello stesso Stirner nasce da una considerazione non<br />

superficiale del proprio utile e dal riconoscimento del legame di<br />

appartenenza: un legame che si vuole giusto, che non deve<br />

cioè vincolare più di quanto è necessario.<br />

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