individuo e insurrezione - Autistici
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Antimo Negri<br />
re: è cacciatore, pescatore, o pastore, o critico, e tale deve restare<br />
se non vuol perdere i mezzi per vivere; laddove nella società<br />
comunista, in cui ciascuno non ha sfera di attività esclusiva<br />
ma può perfezionarsi in qualsiasi ramo a piacere, la società<br />
regola la produzione generale e appunto in tal modo mi rende<br />
possibile di fare oggi questa cosa, domani quell'altra, la mattina<br />
andare a caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame,<br />
dopo pranzo criticare, così come mi vien voglia; senza<br />
diventare né cacciatore, né pescatore, né critico 13 .<br />
Il lavoro, qualsiasi lavoro non si risolve in un'«attività sociale»<br />
cristallizzata, fissa, inevitabile. Il lavoratore, qualsiasi lavoratore,<br />
può espandere la sua attività in una poliattività ludica. È in quest'attività<br />
che l'uomo, per dirla proprio con parole di Stirner, può<br />
«trovare ogni soddisfazione», giacché essa è il «nostro sviluppo<br />
personale» 14 , possibile unicamente quando non si rimane chiusi<br />
in «una sfera di attività determinata ed esclusiva», per soddisfare<br />
i bisogni vitali, anche quelli più elementari. Quando una<br />
tale attività o poliattività si può svolgere, necessariamente salta<br />
in aria «l'unicità del lavoro scientifico e artistico» celebrata da<br />
Stirner. E Marx ed Engels possono, antistirnerianamente, concludere:<br />
In una società comunista non esistono pittori, ma tutt'al<br />
più uomini che, tra l'altro, dipingono anche. 15<br />
Può accadere, questo, in una società comunista, secondo Marx<br />
ed Engels, perché in essa l'«organizzazione del lavoro» non si<br />
fonda più sulla più rigida divisione del lavoro e non c'è lavoro<br />
che rimanga «attività sociale» cristallizzata, fissa, inevitabile.<br />
Resta da vedere, tuttavia, se una società, anche una società<br />
comunista, possa mantenersi in piedi senza la divisione del<br />
lavoro e rendendo possibile quella sorta di attività dilettantistica<br />
che solo permette all'uomo, per dirla con H. De Mam, l'Arbeitsfreude.<br />
L'esperienza storica, fatta valere senza alcuna concessione<br />
all'utopia e all'ideologia, ha dimostrato e dimostra che<br />
una società, qualsiasi società, non può sussistere senza la divisione<br />
del lavoro. Si può dire anche che una tale esperienza ha<br />
dimostrato e dimostra che non può esserci una società che non<br />
abbia, proprio perché si regge sulla divisione del lavoro, un assetto<br />
borghese-capitalistico. Si può anche spingere avanti, con<br />
inesorabile logica, il discorso, avvertendo che una tale società,<br />
quando si sono fatti più tristi i tempi della «disoccupazione tecnologica»,<br />
ha fatto e fa registrare, in sé, la crisi irreversibile di<br />
qualsiasi Beruf – e, quindi, dell'«unicità» dello stesso «lavoro<br />
13 IT., p.29.<br />
14 U., p.140.<br />
15 IT, p.395.<br />
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