individuo e insurrezione - Autistici
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Ferruccio Andolfi<br />
(268). «Uomo non è lo scopo (Zweck) del nostro esistere, ma<br />
solo la coscienza del modo in cui noi senza agire contro noi<br />
stessi possiamo portare alla luce la nostra essenza» (181-182).<br />
Se non è un modello fisso, il concetto di uomo esprime tuttavia<br />
una molteplicità di possibilità (50) ovvero «la possibilità e capacità<br />
generale per infinitamente molte qualità», che possono<br />
svilupparsi o meno (229). Anche Arnim contesta l'idea che<br />
l'uomo, come ogni altro essere della natura, sia già perfetto<br />
(239). Dipende dalla mia volontà cosciente sviluppare le mie<br />
qualità di uomo (230). La coscienza della possibilità non è separabile<br />
d'altra parte dall'impulso naturale ed egoistico ad essere<br />
felici: «Il pensiero racchiuso nella parola uomo è che gli uomini<br />
si possano unire con il loro libero volere per il compito di<br />
vivere qui sulla terra sempre più felicemente e confortevolmente<br />
secondo il loro impulso naturale, per il loro necessario egoistico<br />
vantaggio» (205).<br />
Lo sviluppo delle possibilità “umane” non comporta nessuna<br />
uniformità di comportamento. In esse «rappre-sentiamo soltanto<br />
il nostro libero volere in forme personalmente proprie di ogni<br />
singolo» (50), le molteplici vie che ciascuno può percorrere<br />
(268). Le azioni dei singoli uomini nelle medesime situazioni<br />
possono essere assai diverse, eppure sono tutte umane (55).<br />
L'uomo, ripete Arnim con Stirner, è io, tu, noi (323). Le due determinazioni<br />
di essere uomini e di essere unici si possono unire:<br />
a condizione che l'uomo non oltrepassi il limite di ciò che è proprio,<br />
e l'unico non affermi se stesso a danno degli altri (178) 9 .<br />
Realizzare l'universalmente umano e soddisfare se stessi fanno<br />
tutt'uno (239). Il liberale umano, che interpreta come puramente<br />
disinteressata la natura dell'uomo è nel falso, e dimostra in ciò<br />
di essere effettivamente un entusiasta o un posseduto. L'unico<br />
ha quindi ragione di richiamare al fatto elementare dell'egoismo,<br />
che comporta il sapere ciò che si fa, badare al proprio vantaggio,<br />
e ha torto soltanto perché crede che la ricerca del proprio<br />
vantaggio debba avvenire a scapito degli altri, secondo il concetto<br />
ordinario di egoismo (165) 10 .<br />
9 A Stirner che ai rapporti umani del “critico” oppone rapporti non mediati tra<br />
unici, Arnim così risponde: «per favore, si possono unire entrambe le cose.<br />
“Essere umani” può voler dire solo tanto quanto “essere svincolati” o “essere<br />
unici”: fino a ciò che è proprio o fino al danno di un altro».<br />
10 Arnim stesso si attiene a volte al concetto ordinario di egoismo come quando<br />
afferma che «egoista non è chi pone mente alla propria soddisfazione ma<br />
chi si preferisce ingiustamente» (6) o che «egoista è chi agisce per il suo<br />
vantaggio contro la giustizia in rapporto ad altri» (40).<br />
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