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rappresentazioni e pratiche tradizionali della castanicoltura in alto ...

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Santa Maria tra il 1891 e il 1894 5 , che sul f<strong>in</strong>ire del XIX secolo ricostruì la storia <strong>della</strong> Val di<br />

Pierle, dalle orig<strong>in</strong>i f<strong>in</strong>o all’Ottocento: «chiudiamo il 1600 con porre sott’occhio la bandiera<br />

dell’<strong>in</strong>dipendenza, la bandiera che nei secoli guerreschi teneva <strong>in</strong> mano il soldato, e nei tempi di<br />

libertà sventolava nei muri dell’etrusco Lepsana. La rivoluzione francese prese questo stemma, lo<br />

cacciò sotto i piedi con altre forze ponteficie e si fece un falò <strong>in</strong> mezzo a Casavecchia, come più<br />

tardi fecero altri rivoluzionari. […] Poco dopo il 1850 il governo chiese al comune il suo stemma; il<br />

Segretario rispose, che Lisciano non aveva <strong>in</strong>nalzato mai stemma: bugia vergognosa, esso si<br />

ricordava bene, che quando era s<strong>in</strong>daco il suo zio la rivoluzione francese lo bruciò, pi’u esso, che<br />

aveva dato <strong>in</strong> mano d’un avvocato tutte le carte comunali, vide cent<strong>in</strong>aia di volte il sigillo. Ma per<br />

non obbedire al papale governo negò di conoscere questo stemma; e non creduto ne <strong>in</strong>ventò uno più<br />

vergognoso <strong>della</strong> detta bugia dicendo: eccolo “una caldaia sotto un cerro, <strong>in</strong>torno alla quale stanno<br />

con il cucchiaio due uom<strong>in</strong>i”. Mesch<strong>in</strong>a <strong>in</strong>venzione: più neppure si conosce la pulenta; qui è la cuna<br />

dei ricchi e non dei pulenti. Nessuno si risentì di quest’<strong>in</strong>sulto; ed i nostri imbecilli oggi hanno<br />

posto questo stemma nel palazzo comunale. Io ho fatto loro conoscere il loro stemma, anzi l’ho<br />

consegnato <strong>in</strong> mano di essi. Frugando i libri parrocchiali mi viene sott’occhio un certificato a<br />

stampa rilasciato dall’autorità sanitaria di Lisciano. Daccapo ad esso vi è un grifo, nel mezzo Tobia<br />

con un angelo, e poi un altro grifo. Contento di tale scoperta corsi ad annunciarlo al Municipio,<br />

onde togliesse dalla porta del suo palazzo il suo il mostruoso stemma, il Segretario <strong>in</strong> realtà fece<br />

domanda; se il grifo <strong>in</strong>nalzato da Perugia, poteva essere anche stemma di Lisciano, e fugli risposto<br />

“non esservi alcuna difficoltà”. Con tutto questo ancora non si è tolta la caldaia, che stà superba nel<br />

superbo palazzo (p. 74)» (MILLOTTI G. B. 1906: 72-74).<br />

La stima delle castagnate nell’economia rurale del XVIII secolo<br />

Nelle sue “memorie storiche”, Gio Battista Millotti, fa riferimento al ritrovamento di un “libro di<br />

amm<strong>in</strong>istrazione”, una sorta di registro dei conti risalente al 1751, dell’Abbazia di Rifalce, dove<br />

viene riportato l’elenco dei prodotti da suddividere tra i coloni: «dunque nel 1700 la villa di Rifalce<br />

era unita a Lisciano. Vi leggo pure, che sotto nome di grano diviso al terzo, s’<strong>in</strong>tende anche l’orzo,<br />

e la segola. L’utile del bestiame si divideva a metà, le castagne stimate si rivendevano ai coloni»<br />

5 Questo prezioso documento è stato fornito da uno dei nostri <strong>in</strong>formatori, Lorenzo, <strong>in</strong> possesso <strong>della</strong> copia cartacea<br />

dell’orig<strong>in</strong>ale, conservato presso l’Archivio di Stato di Perugia, che nel corso dell’<strong>in</strong>tervista ha commentato: «Queste<br />

sono memorie storiche che partono addirittura dalle orig<strong>in</strong>i del comune, proprio dalle orig<strong>in</strong>i, addirittura parte da<br />

segnali etruschi, da memorie etrusche. […] Qui si parla di Casavecchia, che sarebbe Lisciano Niccone. […] Lo stemma<br />

(risale) <strong>in</strong>vece a prima dell’800, durante l’800. Casavecchia era chiamato così perché Ca’ Maiore… nella zona di<br />

Lisciano Niccone un po’ più <strong>in</strong> <strong>alto</strong>, andando verso il monte c’è una zona che si chiama Casa Maggiore, o Ca Maiore<br />

che era il nome <strong>in</strong> lat<strong>in</strong>o e era la casa più vecchia di tutta la zona […]» [<strong>in</strong>formatore n. 1, Lorenzo, pp. 4-8].<br />

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