CAPITOLO 6 LA MEDICINA POPOLARE 68
6.1 LA CASTAGNA E LA CASTAGNA DINDA La pianta di castagno costituiva – e costituisce tuttora – nel paesaggio <strong>alto</strong>tiber<strong>in</strong>o una presenza “cara” e familiare che oltre a <strong>in</strong>crementare la dieta e garantire molteplici attività, “vantava” secondo i saperi <strong>tradizionali</strong> anche qualità medicamentose. Non diversamente da altre piante utilizzate nell’ambito <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a folclorica 33 , <strong>in</strong>fatti, anche alle castagne erano attribuite proprietà terapeutiche che ne decretavano l’impiego nei rimedi medici popolari. Le <strong>in</strong>formazioni raccolte nel corso <strong>della</strong> ricerca hanno messo <strong>in</strong> luce, pur nella loro specificità e attraverso testimonianze esemplificative, i tratti di quel mondo contad<strong>in</strong>o tradizionale che si esprimeva anche attraverso credenze e <strong>pratiche</strong> preventive, protettive e curative connesse al “patrimonio” complesso cui appartenevano tanto conoscenze empiriche, quanto consuetud<strong>in</strong>i magico-terapeutiche, che <strong>in</strong> alcuni casi sopravvivono tuttora. Per la ricchezza delle notizie ricavate dalle <strong>in</strong>terviste, riteniamo utile <strong>in</strong>serire <strong>in</strong> quest’ultimo capitolo tanto le testimonianze sulle proprietà curative <strong>della</strong> castagna (illustrate <strong>in</strong> a), quanto quelle sul “potere” terapeutico <strong>della</strong> così detta castagna d<strong>in</strong>da, o castagna selvatica, il frutto dell’ippocastano (presentate <strong>in</strong> b), il cui impiego nella medic<strong>in</strong>a popolare contribuisce a testimoniare, <strong>in</strong>sieme a quello <strong>della</strong> “vera” castagna, un universo culturale caratterizzato dalla «visione <strong>della</strong> realtà come totalità globale e collettiva <strong>in</strong> cui cosmo, natura e uomo si implicano vicendevolmente <strong>in</strong> una rete di relazioni simboliche» 34 (RIVERA A. 1989: 63). a) F<strong>in</strong> dall’antichità le foglie, la corteccia, il frutto del castagno venivano adottati nella cura di certi disturbi e patologie 35 : «Nel Medioevo, la monaca Ildegarda di B<strong>in</strong>gen, nel monastero di 33 Per un approfondimento sulla medic<strong>in</strong>a folclorica <strong>in</strong> Italia, si confront<strong>in</strong>o: SEPPILLI T. cur. 1983; SEPPILLI T. cur. 1989; AA.VV. 1981. In una scala sostanzialmente regionale si vedano, tra gli altri, i seguenti testi classici: ZANETTI Z. 1892; PITRÈ G. 1896; CORONEDI BERTI C. 1877. Per una panoramica sull’<strong>in</strong>tero territorio italiano si rimanda a PAZZINI A. 1948. 34 Oltre all’impiego <strong>della</strong> castagna e <strong>della</strong> castagna d<strong>in</strong>da, alcuni <strong>in</strong>formatori di Lippiano riferiscono di ulteriori rimedi effettuati grazie all’azione terapeutica di determ<strong>in</strong>ate piante: i “fiori de’ serpi”, un tipo di pianta erbacea che cresce nei castagneti le cui bacche rosse, quando raggiungono la maturazione, vengono “spalmate” sulle parti doloranti per guarire distorsioni e “mal d’ossi” e “quel'erb<strong>in</strong>a che manda via i porri”, il cui “lattic<strong>in</strong>o” che fuoriesce quando si spezza viene cosparso sulle verruche per guarirle [cfr. <strong>in</strong>formatore n. 6, Angiol<strong>in</strong>o, p. 21; <strong>in</strong>formatore n. 7, Bruno, p. 21; Informatore n. 7, Santa, p. 21]. Queste ultime si possono curare anche con l’utilizzo delle lumache: «ha visto ‘ste lumache grosse senza la cas<strong>in</strong>a... questo glielo assicuro io: sto braccio (<strong>in</strong>dicandolo) era pieno di verruche. Alora qualcuno m'ha detto: "prendi una de ‘ste lumache quando piove, che sono sula strada, passela lì". Ha visto che fanno tutta quela bavetta... "mettila su un grosso sp<strong>in</strong>o che muoia. Quando s'è seccata vedrai che le verruche non ce l'avrai più". Questo è vero! Io l'ho fatto come m'ha detto ‘sta signora, che non me ricordo più chi è, avrò avuto dodici, tredici anni. Ho messo ‘sta lumaca su 'no sp<strong>in</strong>uglione, noi se chiam<strong>in</strong>o sp<strong>in</strong>uglioni ‘sti cosi grossi, grossi, e quando so andata a vede’ le verruche non c'erano più […]io quando sono andate via le verruche so andata a vede’ anche sta lumaca: era seccata! Questa è la verità pura» [<strong>in</strong>formatore n. 7, Santa, p. 21]. 35 I rimedi <strong>tradizionali</strong> che si avvalevano dell’utilizzo delle piante e di parti di esse contemplavano vari tipi di preparazione, tra i quali <strong>in</strong>fusi, decotti e macerati: «Per <strong>in</strong>fuso si <strong>in</strong>tende la soluzione ottenuta versando nelle parti vegetali acqua bollente, e lasciandole poi nell’acqua stessa da alcuni m<strong>in</strong>uti a un quarto d’ora. Decotto è la forma medicamentosa ottenuta facendo bollire <strong>in</strong> acqua le parti (soprattutto radici, scorze etc.) per 10-20 m<strong>in</strong>uti o più. Nel 69
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