rappresentazioni e pratiche tradizionali della castanicoltura in alto ...
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focalizzava non di rado sulle paure, fatti <strong>in</strong>soliti e spaventosi accaduti ai presenti o sentiti<br />
raccontare. Incontri notturni con strani animali nel bosco, visioni di anomale luci, visite di defunti<br />
sono alcuni degli episodi di paura 15 citati dai nostri <strong>in</strong>formatori [cfr. <strong>in</strong>formatore n. 7, Bruno, p. 18;<br />
<strong>in</strong>formatore n. 10, Ugo, p. 1]. «Nei casolari e nei paesi rurali, <strong>in</strong> particolare nelle aree montane, i<br />
fattori oggettivi di isolamento e il loro riflesso a livello di vissuto emotivo e di rappresentazione<br />
culturale <strong>della</strong> realtà sollecitano il crearsi di paurose e fantastiche immag<strong>in</strong>i collettive concernenti il<br />
territorio posto oltre i marg<strong>in</strong>i dell’<strong>in</strong>sediamento. La carenza e la precarietà delle vie di<br />
comunicazione, la impraticabilità delle strade durante i lunghi periodi di neve, la irraggiungibilità di<br />
ogni soccorso, la sensazione di rimanere <strong>in</strong> balia di se stessi, tagliati fuori dal resto del mondo, il<br />
buio subito fuori dalle porte di casa nelle <strong>in</strong>term<strong>in</strong>abili notti <strong>in</strong>vernali, popolano il territorio di figure<br />
soprannaturali, di esseri maligni, di pericoli di ogni genere, e lo rendono misterioso, estraneo,<br />
ostile» (GUAITINI G. - SEPPILLI T. 1978-1979 / 1979-1980 [1985]1983: 36-37).<br />
15 Di particolare <strong>in</strong>teresse sono a tale proposito le “paure” raccolte nella zona <strong>della</strong> Valle del Nestoro da Giuseppe Nicasi<br />
agli <strong>in</strong>izi del ‘900: « Pure <strong>in</strong> altre località – sempre nelle vic<strong>in</strong>anze di Morra – si vedono spesso, a detta di quei contad<strong>in</strong>i,<br />
due lumi che di notte, specialmente nel cambiare del tempo, si r<strong>in</strong>corrono per un tratto di bosco. Anzi, si racconta che<br />
qualche anno addietro un tale stava guardando dalla f<strong>in</strong>estra di casa sua la corsa di quei lumi; e chiamava i suoi ad alta<br />
voce, perché venissero anch’essi a vedere quello strano fenomeno. Sembra che i due lumi non gradissero quella curiosità<br />
<strong>in</strong>discreta e, mutato percorso, si <strong>in</strong>dirizzarono veloci verso la f<strong>in</strong>estra di quel tale, che pur distava circa un chilometro dal<br />
luogo dove per solito avveniva la corsa. La celerità dei lumi fu tale che quello spaventato, fece appena <strong>in</strong> tempo a serrare<br />
precipitosamente la f<strong>in</strong>estra, impedendo così l’accesso <strong>in</strong> casa sua ai detti lumi, i quali, certo soddisfatto di averlo<br />
obbligato a ritirarsi, sparirono. […] Ad un contad<strong>in</strong>o cadde il somaro carico <strong>in</strong> un fosso, vic<strong>in</strong>o ad un “gorga”. Solo e di<br />
notte, il povero contad<strong>in</strong>o si trovò impotente a trarre il somaro da quel periglio; ed allora si raccomandò alle anime del<br />
Purgatorio perché lo aiutassero. Ad un tratto, di mezzo alle acqua <strong>della</strong> “gorga”, emerse un’orma bianca dalle forme<br />
umane, che gli si avvic<strong>in</strong>ò e lo aiutò tanto validamente che, tutti e due uniti, poterono far uscire il somaro dal fosso. Il<br />
contad<strong>in</strong>o, nel r<strong>in</strong>graziare l’anima dell’aiuto datogli, espresse la propria meraviglia per la strana dimora da lei scelta; e,<br />
appreso che quella dimora le era stata affidata da Dio <strong>in</strong> “sconto” di peccati, aggiunse le proprie congratulazioni per la<br />
pena relativamente mite che gli era toccata. Allora l’anima, per far conoscere al contad<strong>in</strong>o quanto egli si <strong>in</strong>gannasse, gli<br />
disse di immergere un dito nell’acqua <strong>della</strong> “gorga”; ed il contad<strong>in</strong>o, avendo ciò fatto, ritirò il dito completamente<br />
“spolpato” per l’azione di quell’acqua che era bollentissima […]. Si narra che una pastorella di Caspignano, casale<br />
dell’alta valle del Nestoro, essendo andata a “parare” le pecore, <strong>in</strong>contrò nel bosco una donna, che la pregò di<br />
rammentare ai suoi vic<strong>in</strong>i di casa, cui era morta pochi giorni <strong>in</strong>nnanzi una vecchia parente, che facessero dire delle messe<br />
<strong>in</strong> suffragio di quella povera morta. La pastorella rispose che la sera stessa, al suo ritorno a casa, avrebbe adempiuto a<br />
tale <strong>in</strong>carico, purchè se ne fosse ricordata. Allora la donna le disse: «ti lascerò questo ricordo, perché tu non te ne<br />
dimentichi», ed <strong>in</strong> così dire la toccò leggermente col dito <strong>in</strong> una spalla, facendo emettere alla pastorella un grido<br />
straziante, perché si era sentita bollare a fuoco. Come ognuno comprende, la donna non era che l’anima <strong>della</strong> vecchia,<br />
morta recentemente» (NICASI G. 1912: 34-37).<br />
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