rappresentazioni e pratiche tradizionali della castanicoltura in alto ...
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4.4 LA CASTAGNA NELL’ALIMENTAZIONE RITUALE<br />
Nella famiglia mezzadrile la produzione e il consumo degli alimenti era fortemente legato al<br />
calendario liturgico che scandiva le feste dell’anno e il trascorrere dei mesi. La castagna, <strong>in</strong> quanto<br />
cibo povero e per questo anche facilmente reperibile, costituiva parte dell’alimentazione rituale di<br />
certe festività, e il suo consumo si perpetrava ogni anno <strong>in</strong> occasione di determ<strong>in</strong>ate ricorrenze 23 <strong>in</strong><br />
quanto «era più che altro un voler mangiar di magro e poi il solito discorso del ritrovarsi <strong>in</strong>sieme»<br />
[<strong>in</strong>formatore n. 8, Lorenzo, p. 8]. La Vigilia di Natale era una di queste: «le mond<strong>in</strong>e e le bricie<br />
erano uno dei mangiari che si facevano per Natale, alla vigilia di Natale […] le mangiavano come<br />
pasto perché la vigilia di Natale non era solo vigilia – adesso fan le feste – era anche digiuno e il<br />
giorno non se magnava e l’appetito c’era. E allora c’era il mi’ nonno – le bestemmie lo<br />
arvulticavano, però a Natale diceva il rosario – e c’eran tutte ‘ste donne <strong>in</strong>torno, c’era la mi’<br />
nonna, le mi’ zie che facevano i cappelletti e lui diceva il rosario e queste che arcontavano tutte le<br />
storielle “allora, ora pro nobis!”. […] Se mangiava le mond<strong>in</strong>e che naturalmente se cavavan su<br />
con la pa<strong>della</strong>; si metteva la pa<strong>della</strong> un po’ <strong>in</strong>fuocata, si mettevano un po’ di mond<strong>in</strong>e lì e quella<br />
buccia un po’ si bruciava, quella seconda pelle ed erano eccellenti perché c’era il f<strong>in</strong>occhio e il<br />
sale; allora senza la prima pelle assorbivano il sapore del f<strong>in</strong>occhio» [<strong>in</strong>formatore n. 9, Livio, p. 4].<br />
Le castagne, consumate assieme a tutta la famiglia il 24 dicembre, oltre ad essere alimento rituale<br />
che ben si prestava per la loro “povertà” e semplicità a onorare la Vigilia, divenivano la cornice di<br />
novelle e canzoni raccontate e cantate dai più anziani <strong>in</strong> attesa dei regali del ceppo e <strong>della</strong> messa di<br />
mezzanotte: «allora c’era la canzonc<strong>in</strong>a, che poi era una canzonc<strong>in</strong>a moderna. F<strong>in</strong>ito il rosario il<br />
mi’ nonno che se tu lo conoscevi era un… (cantando):<br />
stanotte a mezzanotte è nato un bel bamb<strong>in</strong>o<br />
che tremerà di freddo pover<strong>in</strong>o,<br />
lo parturì Maria tra il bue e l’as<strong>in</strong>ello<br />
e con quel vecchierello di Giuseppe.<br />
Peccatore allegrezza su su<br />
correte al freddo che è nato Gesù,<br />
23 Tra le celebrazioni umbre durante le quali venivano consumate castagne, ricordiamo il giorno di San Nicola, quando<br />
il parroco di Monteleone di Spoleto, <strong>in</strong> memoria delle donazioni di un tempo ai poveri, offriva ai fedeli castagne con<br />
farro e v<strong>in</strong>o (SALEMI M. 1988).<br />
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