rappresentazioni e pratiche tradizionali della castanicoltura in alto ...
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1]. La zappa e la falce erano gli strumenti maggiormente utilizzati per la scurpatura. La zappa era<br />
«affilata a falce, con cui venivano tagliate le felci, gli sp<strong>in</strong>i, tutta quella roba su cui la castagna si<br />
poteva nascondere. […] F<strong>in</strong>iva la raccolta del grano e <strong>in</strong>iziava la pulitura <strong>della</strong> macchia. Già ad<br />
agosto <strong>in</strong>iziavano a pulire il sottobosco. La potatura la facevano <strong>in</strong> questi periodi qui, quando il<br />
castagno è fermo, nel senso che non ha attività <strong>in</strong> corso di germoglio. Da agosto <strong>in</strong> poi e f<strong>in</strong>o ai<br />
primi di ottobre si pulivano le macchie. Ogni anno le pulivano, così era facile mantenerle pulite,<br />
non come oggi che sono abbandonate» [<strong>in</strong>formatore n. 3, Roberto, p. 2]. L’operazione <strong>della</strong> pulitura<br />
del bosco comprendeva alcune tra le attività più importanti, «perché la pulitura del bosco<br />
significava: pulire il sottobosco, fare la potatura del castagno, cercare di tirare su il getto nuovo e<br />
poi cercare di mantenere perfetta la strada, perché ci andavano col mulo o con l’as<strong>in</strong>o e lo<br />
stradello andava tenuto pulito. Adesso n’se passa da nessuna parte perché nessuno pulisce più<br />
niente. Io me ricordo che da ragazzetto s’andava a portare i maiali su sto bosco e se poteva<br />
camm<strong>in</strong>a’ scalzi, perché non è che c’erano gli sp<strong>in</strong>i o i rovi» [<strong>in</strong>formatore n. 3, Roberto, p. 4].<br />
Entro la metà di agosto si raccoglievano anche le foglie di castagno, lasciate seccare al sole, per<br />
essere utilizzate come sostentamento e lettiera per il bestiame. Sulla base del sapere tradizionale,<br />
questa operazione doveva essere portata a term<strong>in</strong>e entro il qu<strong>in</strong>dici di agosto perché la foglia aveva<br />
così avuto il tempo e il caldo necessari per appassire, ma soprattutto perché «dopo il qu<strong>in</strong>dici<br />
d’agosto cambiava il tempo, com<strong>in</strong>ciava a piovere» [<strong>in</strong>formatore n. 14, Marco, p. 2].<br />
La raccolta delle castagne, che ha<br />
<strong>in</strong>izio generalmente <strong>in</strong> ottobre,<br />
era un’attività che co<strong>in</strong>volgeva<br />
tutti i componenti <strong>della</strong> famiglia<br />
e impegnava i contad<strong>in</strong>i per<br />
l’<strong>in</strong>tera giornata; molti<br />
organizzavano una vera e propria<br />
vigilanza: «costruivano capanni<br />
di scope, di legno, per starci<br />
anche la notte qualche volta,<br />
perché se gli rubavano le<br />
castagne gli veniva rubata la<br />
l<strong>in</strong>fa […], perché il castagneto<br />
Allestimento del pegliaio [foto concessa da Livio dalla Ragione, direttore del<br />
Centro di documentazione delle tradizioni popolari di Città di Castello]<br />
era come un granaio, qu<strong>in</strong>di chi entrava dentro un castagneto per andare a rubare le castagne era<br />
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