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rappresentazioni e pratiche tradizionali della castanicoltura in alto ...

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) Il frutto dell’ippocastano, denom<strong>in</strong>ato nel lessico popolare castagna d<strong>in</strong>da, contrazione di<br />

castagna d’India, <strong>in</strong>dica con il suo nome l’appartenenza, così come altri, a specie non autoctona,<br />

essendo <strong>in</strong>valsa nell’antichità l’abitud<strong>in</strong>e di segnalare tutte le piante esotiche come provenienti<br />

dall’India. L’ippocastano, <strong>in</strong>fatti, cresce allo stato spontaneo nella penisola balcanica ed è stato<br />

<strong>in</strong>trodotto <strong>in</strong> Italia f<strong>in</strong> dal XVI secolo come pianta ornamentale di parchi e giard<strong>in</strong>i (NARDELLI G.M.<br />

1987). Le proprietà terapeutiche associate alla castagna selvatica riguardano pr<strong>in</strong>cipalmente la cura<br />

delle emorroidi: «le castagne selvatiche, tenute <strong>in</strong> tasca, preservano e guariscono dalle emorroidi.<br />

Questa usanza è abbastanza diffusa <strong>in</strong> varie parti d’Italia, ed è il risultato evidente di un concetto di<br />

segnatura, forse per la forma <strong>della</strong> castagna. Non credo che si possa trovare una relazione tra questa<br />

usanza e la applicazione terapeutica moderna dell’estratto di castagna d’India nelle affezioni venose<br />

<strong>in</strong> genere e nelle emorroidi <strong>in</strong> specie. Tuttavia la co<strong>in</strong>cidenza è veramente strana e potrebbe far<br />

pensare ad una conoscenza empirica delle virtù terapeutiche <strong>della</strong> castagna d’India applicate alla<br />

semplice presenza del frutto, portato come amuleto. Non sarebbe il primo caso di piante<br />

terapeutiche usate quale amuleto ritenendo utile, terapeuticamente, anche la semplice presenza <strong>della</strong><br />

pianta stessa» (PAZZINI A. 1940: 105-106). Come riporta anche il medico condotto perug<strong>in</strong>o Zeno<br />

Zanetti che operò nelle campagne umbre tra il XIX e il XX secolo con un particolare <strong>in</strong>teresse per il<br />

folclore, «la cura delle emorroidi è varia. In alcune località del nostro contado si crede che giovi<br />

ungerle con la sugna dei perni delle campane e con olio <strong>in</strong> cui siano stati posti per lungo tempo<br />

piccoli topi appena nati, ovvero una nottola viva; <strong>in</strong> altre si fa tenere <strong>in</strong> tasca al malato, una<br />

castagna d’India o un bocciolo di rosa can<strong>in</strong>a, o un tubero di ciclamen (patata del ciculo)»<br />

(ZANETTI Z. 1978 [1892]: 245) 36 . Il trattamento delle emorroidi per mezzo <strong>della</strong> castagna selvatica,<br />

oltre che attraverso il metodo appena descritto 37 , era effettuato anche con applicazioni topiche<br />

realizzate con un composto a base di far<strong>in</strong>a, come ricordano i nostri <strong>in</strong>formatori di Città di Castello<br />

e di Lippiano [cfr. <strong>in</strong>formatore n. 9, Livio, p. 6; <strong>in</strong>formatore n. 8, Santa, p. 20 ] e con un decotto di<br />

36 Per una analisi teorico-metodologica dell’approccio demoiatrico di Zeno Zanetti e per un excursus sulla letteratura<br />

relativa alla medic<strong>in</strong>a popolare umbra, si possono vedere rispettivamente i testi: BARTOLI P. - FALTERI P. 1987;<br />

FALTERI P. 1989.<br />

37 La pratica di portare due o tre castagne nella tasca posteriore dei pantaloni «per assicurare un sollievo negli stati<br />

emorroidali ed una dim<strong>in</strong>uzione del fastidio che si prova camm<strong>in</strong>ando», è così commentata da Giuseppe Maria Nardelli:<br />

«tale modalità, che è senz’altro molto curiosa, è stata tuttavia già raccolta e segnalata <strong>in</strong> altri studi come attuata <strong>in</strong><br />

alcune zone del contado perug<strong>in</strong>o. Poiché il fastidio delle emorroidi non rientra certo nell’ambito delle malattie<br />

psicosomatiche e non è qu<strong>in</strong>di facilmente dom<strong>in</strong>abile attraverso un placebo, quest’uso farebbe piuttosto pensare<br />

all’esistenza di pr<strong>in</strong>cipi volatili che, liberandosi attraverso il calore del corpo, possono così svolgere la loro azione<br />

topica. Va comunque ricordato che l’esc<strong>in</strong>a, una sapon<strong>in</strong>a ad effetto vasocostrittore periferico e l’esculoside, un<br />

glucoside con azione analgesica, sono due pr<strong>in</strong>cipi attivi presenti nel seme di ippocastano, che hanno trovato solo di<br />

recente uno specifico impiego <strong>in</strong> medic<strong>in</strong>a proprio nel trattamento degli stati emorroidali, sia per uso orale che topico,<br />

sotto forma di supposte e pomate. Tale applicazione cl<strong>in</strong>ica dell’esc<strong>in</strong>a, di cui un’ampia sperimentazione farmacologica<br />

ha messo <strong>in</strong> luce la caratteristica azione antiedemigena, conferisce un particolare valore alla <strong>in</strong>dicazione <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a<br />

tradizionale ed agli impieghi popolari <strong>della</strong> droga» (NARDELLI G.M. 1987: 61-63).<br />

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