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rappresentazioni e pratiche tradizionali della castanicoltura in alto ...

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5.3 USO DEL LEGNO: LA FALEGNAMERIA, LA COMBUSTIONE E IL CARBONE, IL<br />

TANNINO<br />

Già agli <strong>in</strong>izi del Trecento Pier de’ Crescenzi ricorda quanto il legno di castagno fosse utilizzato<br />

nelle parti esterne degli edifici, come pali per le vigne, pergolati, siepi, oltre che per costruire<br />

contenitori da v<strong>in</strong>o e recipienti nei quali le castagne potessero essere conservate più a lungo. L’uso<br />

diffuso del legname di castagno per far doghe da t<strong>in</strong>o e doghe da botti è stato poi documentato per<br />

secoli dagli scrittori impegnati <strong>in</strong> pubblicazioni a tema agrario (CHERUBINI G. 1996 [1985]). Il legno<br />

Botte <strong>in</strong> legno di castagno (Lippiano)<br />

utilizzato nell’edilizia e nella falegnameria<br />

proveniva pr<strong>in</strong>cipalmente da boschi cedui di<br />

selvar<strong>in</strong>o e di pastorese, ma assai spesso<br />

veniva impiegato anche il vecchio marrone: «il<br />

grosso era sempre la pastorese, quello bianco,<br />

ma sennò c’erano anche diversi marroni, ma li<br />

<strong>in</strong>nestavano a quei tempi» [<strong>in</strong>formatore n. 12,<br />

Alfio, p. 3]. Dalla ceppaia risorgono sempre<br />

giovani polloni che, crescendo velocemente,<br />

permettono il cont<strong>in</strong>uo r<strong>in</strong>novo dell’albero: «la<br />

ceppaia ributta un po’ sempre […]. Parecchie<br />

volte succedeva che se lei taglia la ceppaia e<br />

non ci lascia nessun fruscoletto <strong>in</strong>torno, la<br />

ceppaia si secca; se lei <strong>in</strong>vece ci lascia un<br />

friscoletto […], alora non si secca. Il castagno<br />

è molto preventivo, perché il suo ceppo vorrebbe campa’ sempre, ecco perchè rimette»<br />

[<strong>in</strong>formatore n. 3, Roberto, p. 8].<br />

Nei mesi “morti” dell’agricoltura, il contad<strong>in</strong>o – che nella maggior parte dei casi era usufruttuario<br />

del castagneto – si faceva boscaiolo e taglialegna ed eseguiva tutte le attività connesse al taglio<br />

degli alberi 27 e alle successive lavorazioni artigianali con attrezzi manuali quali accette e segoni: «i<br />

27 Secondo il sapere contad<strong>in</strong>o tradizionale, il momento migliore per il taglio degli alberi co<strong>in</strong>cideva con la “luna<br />

buona”: «il momento di tagliare i fusti è con la luna buona, quando il castagno dorme» [Informatore n. 1, Lorenzo, p.<br />

13]; «I castagni van tagliati a luna bona, se no fa i danni, sempre a luna cadente ed è vero» [<strong>in</strong>formatore n. 9, Livio, p.<br />

11].<br />

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