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rappresentazioni e pratiche tradizionali della castanicoltura in alto ...

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2.2 CICLO DI LAVORAZIONE DELLA CASTAGNA<br />

Il ciclo di lavorazione <strong>della</strong> castagna caratterizza il periodo <strong>in</strong>cluso tra ottobre e dicembre e <strong>in</strong><br />

passato era scandito da molteplici attività e fasi: la raccolta, la ricciaia, la selezione, l’essiccazione,<br />

la separazione del frutto dalla buccia, la mac<strong>in</strong>atura, la produzione di far<strong>in</strong>a.<br />

Con l’avvic<strong>in</strong>arsi dell’autunno tutta la comunità si preparava alla raccolta: raccogliere le castagne<br />

era senza dubbio il lavoro più importante e più atteso di tutta la stagione, poiché forniva la certezza<br />

di potersi sfamare per la maggior parte dell’anno. Il segnale dell’approssimarsi del momento <strong>della</strong><br />

raccolta era la abboccatura <strong>della</strong> peglia, «che sarebbe il riccio quando si sta per aprire. Quando<br />

[…] si <strong>in</strong>travede la castagna dentro al riccio però non casca» [<strong>in</strong>formatore n. 3, Roberto, pp. 2-3].<br />

La raccolta co<strong>in</strong>volgeva tutta la famiglia: ci si alzava all’alba e, generalmente con l’ausilio di<br />

somari o altri animali da tra<strong>in</strong>o, si raggiungeva il bosco dove per prime s<strong>in</strong> raccoglievano le<br />

cuccole, le castagne uscite spontaneamente dal riccio: «a ottobre i ricci si aprono; se la stagione è<br />

umida (le castagne) cadono più velocemente, se <strong>in</strong>vece viene la tramontana si rifiutano perché il<br />

freddo le fa star chiuse» [<strong>in</strong>formatore n. 1, Lorenzo, p. 5]. F<strong>in</strong>ita la caduta spontanea, arrivava il<br />

momento che il contad<strong>in</strong>o, guardando i ricci «quasi con la bocca un poch<strong>in</strong>o aperta» [<strong>in</strong>formatore<br />

n. 1, Lorenzo, p. 5], capiva che era giunto il momento di farle cadere; le fronde del castagno, allora,<br />

venivano sollecitate con le pertiche, <strong>in</strong> genere canne di bambù o polloni di castagno, che gli uom<strong>in</strong>i<br />

utilizzavano per battere l’albero e far cadere a terra i rimanenti frutti: «quando era f<strong>in</strong>ita la caduta<br />

spontanea, arrivava il momento che guardando questi ricci quasi con la bocca un poch<strong>in</strong>o aperta,<br />

vuol dire che erano mature, che era venuta l’ora di farle cadere; per non farsele fregare, il<br />

contad<strong>in</strong>o, prima le raccoglieva belle nere <strong>in</strong> terra – perché la castagna diventa nera quando è<br />

matura sennò è chiara – e poi, quando era il momento, salivano su con dei perticoni, grandi<br />

bastoni, che venivano tagliati sul posto, perché quei polloni giovanissimi, f<strong>in</strong>i e lunghi, servivano<br />

per dare le bastonate ai ricci, stando attenti a non rov<strong>in</strong>are troppo la vegetazione. Salivano su<br />

perché i castagni erano ben tenuti, potati… salivano con le scale f<strong>in</strong>o alla parte degli <strong>in</strong>croci, poi<br />

con queste pertiche – qualcuno più previdente si legava con una corda a un ramo, qualcuno <strong>in</strong>vece<br />

cadeva e si rompeva un braccio – e qu<strong>in</strong>di con queste pertiche bussavano e facevano cadere i ricci<br />

che già per conto loro avevano <strong>in</strong>iziato ad aprirsi. Molti cadendo lasciavano uscire le castagne, le<br />

raccoglievano, poi sacco <strong>in</strong> spalla» [<strong>in</strong>formatore n. 1, Lorenzo, pp. 5-6]. Le donne,<br />

contemporaneamente, raccoglievano nelle panucce sia le castagne, sia i ricci ancora chiusi (questi<br />

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