rappresentazioni e pratiche tradizionali della castanicoltura in alto ...
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PREMESSA METODOLOGICA<br />
Il lavoro di ricerca che qui presentiamo – nato grazie all’<strong>in</strong>iziativa promossa dalla Comunità<br />
montana dell’Alto Tevere Umbro volta alla descrizione delle <strong>rappresentazioni</strong> e delle <strong>pratiche</strong><br />
<strong>tradizionali</strong> <strong>della</strong> <strong>castanicoltura</strong> <strong>in</strong> Alto Tevere nel quadro del più ampio progetto “Promozione e<br />
valorizzazione delle produzioni di qualità e dei prodotti agroalimentari tipici” – ha <strong>in</strong>teso ricostruire<br />
le componenti storico-antropologiche dei significati, dell’uso, delle <strong>pratiche</strong> e dei saperi relativi al<br />
patrimonio tecnico-culturale che ruota <strong>in</strong>torno alla castagna.<br />
L’area geografica sulla quale si è <strong>in</strong>centrata la ricerca copre parte del territorio dell’Alta Valle del<br />
Tevere; considerata la maggior presenza di castagneti nella fascia coll<strong>in</strong>are che si estende a ovest<br />
del fiume Tevere, si è scelto di focalizzare l’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e <strong>in</strong> particolare nei territori dei comuni di<br />
Monte Santa Maria Tiber<strong>in</strong>a, Città di Castello, Lisciano Niccone e Umbertide.<br />
Per <strong>in</strong>dagare gli aspetti legati alla storia, alle tradizioni, alle <strong>pratiche</strong> relative al patrimonio tecnico-<br />
culturale che ruota <strong>in</strong>torno al castagno, si è proceduto ad una sistematica raccolta e analisi di fonti<br />
orali, di fonti scritte e di fonti multimediali (cd rom, <strong>in</strong>ternet). Il materiale bibliografico <strong>in</strong>dividuato<br />
e reperito sull’argomento si riferisce alle peculiarità <strong>tradizionali</strong> e antropologiche, oltre che tecniche<br />
e storiche, connesse alla “civiltà del castagno” e prende <strong>in</strong> esame sia il contesto nazionale che<br />
quello locale. Gran parte del lavoro di ricerca si è concentrato sulla raccolta di fonti orali attraverso<br />
lunghi colloqui basati su un temario semi-strutturato – <strong>in</strong> base ad una metodologia messa a punto e<br />
ampiamente testata nelle discipl<strong>in</strong>e demo-etno-antropologiche – realizzati con <strong>in</strong>formatori del luogo<br />
nel periodo compreso tra luglio e ottobre del 2004. Le <strong>in</strong>terviste sono state svolte <strong>in</strong> alcuni casi <strong>in</strong><br />
presenza di più <strong>in</strong>formatori e hanno avuto luogo presso le abitazioni degli stessi. La scelta delle<br />
persone <strong>in</strong>tervistate, contattate attraverso reticolo di conoscenze, è stata effettuata pr<strong>in</strong>cipalmente<br />
sulla base di tre criteri: il contesto culturale di orig<strong>in</strong>e – quello tradizionale contad<strong>in</strong>o, detentore del<br />
patrimonio tecnico-culturale relativo alla <strong>castanicoltura</strong> –, l’età – per lo più ultrasessantenni <strong>in</strong><br />
quanto testimoni degli usi, dei saperi e delle <strong>pratiche</strong> <strong>tradizionali</strong> – e la provenienza – <strong>in</strong> particolare<br />
zone quali Lippiano, Morra, Muccignano, Preggio, Lisciano Niccone, <strong>in</strong> cui la presenza del<br />
castagno ha caratterizzato e notevolmente <strong>in</strong>ciso la vita delle popolazioni rurali locali,<br />
rappresentando tuttora un’importante risorsa –.<br />
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