rappresentazioni e pratiche tradizionali della castanicoltura in alto ...
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conviene m<strong>in</strong>imo ogni due o tre giorni, cambiargli l'acqua» [<strong>in</strong>formatore n. 3, Roberto, p. 8]. Una<br />
volta tolte dall’acqua le castagne vengono riposte su un piano asciutto e ventilato e così conservate<br />
si mantengono per molte settimane.<br />
Il trattamento dei ricci ammucchiati nella ricciaia, rappresenta un ulteriore efficace metodo di<br />
conservazione: «quando battono i castagni vengono conservate le peglie per un mese circa, un<br />
mese e mezzo, poi vengono private del riccio e dopo quelle si conservano perché han preso già<br />
l’umidità…» [<strong>in</strong>formatore n. 13, Franco, p. 2]; «per mantenere (le castagne) el meglio è fe’ la<br />
ricciaia» [<strong>in</strong>formatore n. 6, Angiol<strong>in</strong>o, p. 2].<br />
L’essiccatura, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, consiste nella trasformazione del frutto fresco <strong>in</strong> “castagna secca” grazie al<br />
fumo dell’essiccatoio che un tempo poteva essere collocato all’<strong>in</strong>terno <strong>della</strong> casa contad<strong>in</strong>a di<br />
montagna – se disponeva di una camera appositamente attrezzata per l’essiccatura delle castagne<br />
(CAMPORESI P. 1980) – o, e questo è il caso più tipico <strong>in</strong> Altotevere, <strong>in</strong> una piccola costruzione<br />
isolata al marg<strong>in</strong>e dei boschi di castagno o nei boschi stessi. Questi edifici, che f<strong>in</strong>o a pochi anni fa<br />
erano piuttosto frequenti nelle zone montane <strong>alto</strong>tiber<strong>in</strong>e, oggi sono pressoché scomparsi;<br />
passeggiando lungo i sentieri, tuttavia, è ancora possibile scorgere i ruderi di alcuni vecchi<br />
essiccatoi o le loro tracce negli edifici ristrutturati. Questo metodo di conservazione, come gli altri,<br />
è una pratica che vanta orig<strong>in</strong>i molto antiche, come testimoniano le parole dell’agronomo<br />
trecentesco Pier de’ Crescenzi quando scrive che le castagne «conservansi […] poste al fumo <strong>in</strong><br />
graticci quasi per due mesi acciocché poi che saranno secche si mond<strong>in</strong>o et lungamente si serb<strong>in</strong>o»<br />
(CHERUBINI G. 1996 [1985]: 162). Così seccate le castagne non solo costituivano una necessaria<br />
scorta per l’<strong>in</strong>verno, ma, mac<strong>in</strong>ate negli appositi mul<strong>in</strong>i, permettevano alle famiglie di contad<strong>in</strong>i di<br />
disporre <strong>della</strong> far<strong>in</strong>a per i mesi a venire.<br />
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