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il Bosco

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isolverà. –<br />

Poi le donne si divisero i compiti, due scesero fino alle cucine per prendere del cibo e cercarono anche<br />

un abito pulito ed un mantello per farlo indossare alla vecchina, le altre donne aprirono la finestrella<br />

e cominciarono a pulire e a riordinare la stanzetta.<br />

Mentre spolveravano quel vecchio armadio, un’anta si aprì lasciando cadere a terra una grande quantità<br />

di matasse di lana, ma erano così tante che si ammucchiarono coprendo quasi tutto <strong>il</strong> pavimento.<br />

La vecchina vedendo tutta quella lana sorrise e disse:<br />

-Non mi ricordavo di aver f<strong>il</strong>ato tanto ! Volevo fare tante magliette per i bambini! -<br />

Le donne raccolsero la lana e la misero nell’armadio, ma avevano appena messo a posto l’ultima matassa<br />

che ricaddero di nuovo tutte a terra. Le raccolsero e le misero una sopra l’altra ben ordinate, ma<br />

sistemata l’ultima matassa ricaddero tutte a terra un’altra volta! Poi dall’armadio uscirono degli spruzzi<br />

di polvere scint<strong>il</strong>lante che si sparsero nell’aria, e dietro alla polvere scint<strong>il</strong>lante uscirono tre Fatine<br />

sorridenti. Volando fecero alcuni giri nella stanzetta e con le bacchette magiche toccarono le matasse<br />

di lana che andarono subito a mettersi in ordine da sole dentro l’armadio. Poi toccarono <strong>il</strong> letto, la<br />

tenda, le pareti e tutto si <strong>il</strong>luminò e in attimo quella vecchia soffitta diventò bella, pulita, accogliente,<br />

tutta nuova!<br />

Le donne presenti non avevano parole per ringraziare anche perché la meraviglia le aveva lasciate<br />

senza voce. Le Fate, prima di andare via dissero alla vecchietta:<br />

-Io sono Fata Bontà, io sono Fata Speranza, io sono Fata Perdono. Ritorneremo presto! -<br />

Poi volteggiarono nella stanza spargendo nell’aria degli spruzzi di stelline e polvere luminosa sparendo<br />

attraverso la finestrella che era rimasta aperta,<br />

lasciando tutte ammutolite dalla sorpresa.<br />

Intanto gli sposi che avevano viaggiato a lungo, furono ospitati in diversi castelli, e in ogni Regno li<br />

festeggiarono e offrirono loro dei doni come ricordo e ricevendo dai Principi l’invito che li avrebbero<br />

aspettati presto nella propria casa per avere <strong>il</strong> piacere di contraccambiare l’ospitalità che avevano<br />

ricevuto.<br />

Durante <strong>il</strong> viaggio di ritorno, mentre attraversavano un bosco, furono sorpresi da un brutto temporale,<br />

lampi e tuoni spaventarono i cavalli, e chi li guidava ebbe un gran da fare per tenerli a bada. Poi <strong>il</strong><br />

temporale cessò e usciti dal bosco videro un castello che si ergeva proprio sul lato di una strada che<br />

dovevano percorrere. Le carrozze si fermarono davanti e un cocchiere si avvicinò al portone e bussò.<br />

Subito <strong>il</strong> portone si aprì e si affacciò un maggiordomo. Il cocchiere chiese se potevano usare la cortesia<br />

di dare ospitalità perché sia i Principi che tutto <strong>il</strong> seguito erano molto provati dalla stanchezza e<br />

dalla bufera che avevano dovuto affrontare durante <strong>il</strong> viaggio.<br />

Il re e la Regina proprietari del castello diedero subito ospitalità a tutti, avvertendo che appena i<br />

principi si fossero riposati, sarebbero stati attesi per la cena.<br />

Quando i Principi scesero dalle loro stanze furono subito ricevuti dai padroni di casa che li fecero<br />

accomodare in una grande sala dove c’era una tavola imbandita di ogni ben di Dio. Durante la cena i<br />

proprietari del castello raccontarono a F<strong>il</strong>ippo e ad Aurora che erano a conoscenza della storia dell’incantesimo<br />

fatto dalla Fata Malefica, ed erano veramente felici che tutto si fosse risolto nel migliore<br />

dei modi grazie all’intervento della giovane Fata Serena. Finita la cena si radunarono nel gran salone<br />

di marmo azzurro, tutte le poltrone e i divani erano dorati, molti vasi di fiori adornavano la stanza e<br />

leggerissime tende di seta ondeggiavano alle finestre. In quell’istante si sentì un dolce canto di voci<br />

infant<strong>il</strong>i e dal fondo del salone sbucarono dei bellissimi bambini accompagnati da alcune dame. I bambini<br />

si tenevano per mano, si avvicinarono agli invitati e finito <strong>il</strong> canto salutarono con un inchino.<br />

Gli ospiti rimasero sorpresi nel vedere quei bambini e nel sentirli cantare. Avevano una voce melodiosa<br />

e le parole del canto erano un’espressione di saluto, di augurio di felicità per i giovani sposi. Gli sposi<br />

batterono le mani in segno di ringraziamento, poi Aurora si avvicinò ad una accompagnatrice dei<br />

bambini e le chiese:<br />

Chi sono tutti questi bambini?---<br />

NOVELLE<br />

23<br />

<strong>il</strong> <strong>Bosco</strong><br />

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