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il Bosco

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l’ordine di un set di sp<strong>il</strong>li che servono alla professoressa di artistica per fare i costumi per la recita delle<br />

prime! Tu vai là, glielo fai firmare, gli dici chi sei e cosi <strong>il</strong> preside può comodamente rispondere alla<br />

Greggi. Fac<strong>il</strong>e,no?-.<br />

-Aaaaaa!! Che bello!! Guarda, ti sarò per sempre debitrice! Un’ultima domanda alla mia salvatrice, al<br />

genio delle punizioni, come hai fatto a prendere questo permesso? Non dirmi che l’hai rubato, perché<br />

se è cosi puoi dimenticarti di me!-.<br />

- Fotocopiare non è un reato, vero??-. Sorrido, ci scambiamo due baci frettolosi e salgo su per le scale.<br />

L’ufficio “innominato” è alla fine del corridoi a destra e perciò devo passare senza alternativa davanti<br />

alle classi delle terze. Mi passa davanti un ragazzo della terza che mi piace da morire, e che a quanto<br />

pare, mi conosce, perché mi saluta. Ha l’aria di essere un ragazzo gent<strong>il</strong>e e neanche presuntuoso o<br />

vanitoso, perché ha un sorriso timido e una camminata un po’ impacciata. E' carino, e a dir la verità,<br />

non mi sono mai sentita cosi. E <strong>il</strong> guaio è che credo di sapere perché. Continuo a camminare e mi trovo<br />

davanti all’ufficio del preside. Devo assumere un’aria tranqu<strong>il</strong>la, non quella che ho adesso o quella che<br />

avevo prima quando ho incontrato quel ragazzo. Deve sembrare che sono li per non imbrogliare nessuno.<br />

Busso.- Avanti-.- Buongiorno, signore. Sono Lantucci della 2°L. Mi manda la professoressa<br />

Greggi. Mi ha detto di portarle questo documento. Dice che deve firmarlo. E un foglio riguardante la<br />

professoressa Bellardi, di artistica. Un’autorizzazione per l’acquisto e l’uso di sp<strong>il</strong>li per la recita delle<br />

classi prime.- Si, va bene, lo lasci qui che glielo firmo dopo, ok? Lo riporto in segreteria io.<br />

Può andare-. Quel “può andare” per me significava tutto, tutto.- Aspetti-. Mi si è raggelato <strong>il</strong> cuore.-<br />

Porti questo pacchetto della sala di artistica-. Tiro un sospiro-.- Si sente bene?-.- Si, si tutto apposto.<br />

Ora <strong>il</strong> mio cuore sta urlando dalla gioia!! Veronica ti adoro!! Esco di corsa dall’ufficio che non è più<br />

innominab<strong>il</strong>e e faccio con una tale fretta che per poco non ruzzolo giù! La sala di artistica è al piano<br />

di sotto e con la solita fortuna che mi ritrovo, per raggiungerla devo passare davanti alla mia classe<br />

che tiene sempre la porta aperta. Mi affaccio alla porta senza farmi vedere dalla Greggi ma è talmente<br />

impegnata a sfogliare Vanity Fair che neanche una bomba l’avrebbe distratta dalla sua lettura.<br />

Sfreccio davanti alla classe e nel frattempo tiro un bacio a Veronica che è seduta al primo banco. Mi<br />

catapulto nella sala d’artistica e trovo una delle mie più grandi paure ronzare davanti a me. Un nido<br />

d’api elaborato alla perfezione mi fa sbiancare dal terrore. O mamma. Che faccio? Scappo? Urlo? Mi<br />

dimeno come una matta? Ma non faccio neanche in tempo a scegliere una di queste opzioni che loro<br />

scelgono per me. Scelgono quella che a loro fa più comodo e che a loro piace di più. Pungermi. Sento<br />

<strong>il</strong> mio cuore che batte a 9.000 battiti al secondo. In una frazione di secondo la piccola ape ha vinto.<br />

Ha <strong>il</strong> coltello dalla parte del manico. E lo usa. Una fitta di dolore mi colpisce al collo. Quello che per<br />

qualunque altra persona del mondo può essere un dolore piccolissimo, insignificante, in me si moltiplica<br />

per altre 1.000 volte. E piano piano i miei battiti diminuiscono, rallentano, fino a non farsi più<br />

sentire, fino a sparire del tutto e a farmi svenire.<br />

Buio. Luce. Buio. Luce. L’alternanza di essi mi costringe a svegliarmi e a rendermi conto che sono<br />

sdraiata su un qualcosa che è talmente duro che mi fa sorgere <strong>il</strong> dubbio che sia fatto di marmo. La luce<br />

è accecante e <strong>il</strong> buio mi fa troppo aumentare <strong>il</strong> terrib<strong>il</strong>e mal di testa che ho. Tengo gli occhi chiusi,<br />

sono quasi in dormiveglia.<br />

Sento delle voci- Ha avuto uno shock anaf<strong>il</strong>attico che l’ha portata alla perdita dei sensi-.- Ma ora come<br />

sta? Si rimetterà? La prego dottore, è grave?-. Questa è la voce di mia madre. Ma dove sono? No, è<br />

impossib<strong>il</strong>e! Non posso essere in ospedale. È impossib<strong>il</strong>e. Mamma mia, che mi è successo prima di<br />

finire qui? Sento freddo al polso. Che sonno. Ma che mi stanno dando? Questo mi sa tanto di tranqu<strong>il</strong>lante.<br />

No! No! Sono sveglia! Più o meno! Non datemi questa roba! Non mi serve. Sono già mezza<br />

addormentata…<br />

Sulle scalette della scuola finalmente Caterina esordisce- Io non capisco come possano non dirci come<br />

sta Federica, siamo sue amiche! Le sue migliori amiche!! Io devo per forza vederla e sapere come sta!<br />

Sennò faccio lo sciopero della fame!!-.<br />

Si, come no! Con lo stomaco che ti ritrovi, <strong>il</strong> tuo eroico sciopero durerebbe solo un quarto d’ora, <strong>il</strong><br />

NOVELLE<br />

5<br />

<strong>il</strong> <strong>Bosco</strong><br />

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