il Bosco
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dire Gaia, mentre alla sua vista, ancora un po' annebbiatasi materializza un sorridente personaggio in<br />
camice bianco,"bentornata signora questa sera,dal reparto di terapia intensiva, verrà trasferita a medicina<br />
generale per un breve periodo e poi presto a casa. " Può ringraziare la sua buona stella!" E notte<br />
inoltrata, quando giunge un'ambulanza con un simpatico Barelliere che la conduce attraverso l'arroccato<br />
e ubertoso parco del nosocomio, ove secolari alberi e magnolie in fiore, gonfì di vento, le rimandano<br />
gli ultimi profumi della notte. Ora è davvero sveglia e <strong>il</strong> suo sguardo spazia in una seducente e magica<br />
penombra, percorsa da flaches bianchi e azzurri, in virtù di una palpitante notte stellata, attonitamente<br />
vig<strong>il</strong>ata da una irreprensib<strong>il</strong>e luna piena che dirama <strong>il</strong> suo incantevole chiarore, mentre tra <strong>il</strong> verde<br />
biancheggiano, s<strong>il</strong>enziosamente guardinghe, le gigantesche figure degli antichi benefattori e insigni<br />
terapeuti,fiabeschi numi protettori immortalati nel marmo: alcuni vig<strong>il</strong>ano, altri leggono, altri ancora<br />
indicano... nel magico bosco delle meraviglie,fonte di sapienza e di virtù. E tutto l'incanto pare volerle<br />
restituire quell'anima che pareva avesse perduta, mentre l'ancora testimone luna ora discretamente si<br />
dissolve al primo,mattutino chiarore dell'orizzonte.<br />
Sandro Bozzolo<br />
La Bella Addormentata nel <strong>Bosco</strong><br />
Si potrebbe tranqu<strong>il</strong>lamente dire che nel paese tutti, dall’alcolizzato<br />
al parroco, avessero imparato ad ignorarlo.<br />
Era la manifestazione di stima reciproca migliore che potessero raggiungere, e vi erano arrivati dopo anni<br />
- o decenni, chi li contava più – di tentativi comunicativi falliti. Sì, certo, ad intervalli di tempo regolari<br />
saliva fino lassù questo o quel candidato sindaco con questa o quella indicazione di voto (dopotutto <strong>il</strong><br />
vecchio la tessera elettorale la aveva eccome), e dopo ogni inverno più bianco del solito si arrampicava<br />
pudibondo fino alla sua casa di pietre e fango <strong>il</strong> parroco, <strong>il</strong>lustrando i danni che l’inverno assai nevoso<br />
aveva arrecato al tetto purtroppo debole della casa di Dio, e spiegando come la malaugurata ipotesi di<br />
lasciare <strong>il</strong> Signore nel freddo e nell’umido poteva fortunatamente essere scampata con un piccolo obolo<br />
collettivo. Come ogni anno, l’atteggiamento solitamente sicuro e carismatico del parroco di fronte a quel<br />
vecchio mutava, come se l’essersi arrampicato fin lassù lo avvicinasse alla presenza di Dio di cui forse <strong>il</strong><br />
solitario eremita era portavoce gerarchicamente superiore.<br />
Solo i bambini che d’estate ripopolavano <strong>il</strong> paese dei loro nonni mostravano ancora curiosità nei confronti<br />
di quel vecchio pastore solitario, che da sempre aveva scelto di starsene da solo con i suoi animali a<br />
quaranta minuti di sentiero dalla vita, e che da sempre tutti ricordavano così vecchio. Raccontavano, di<br />
sera, di averlo visto tutto <strong>il</strong> pomeriggio sdraiato a parlare da solo, alzandosi ogni tanto per fischiare<br />
autoritario a qualche pecora che si allontanava più del dovuto per poi riprendere la posizione scomoda di<br />
chi parla insieme al nulla. Non dicevano però niente di nuovo ai loro genitori, qualche anno prima<br />
anch’essi bambini, che come loro avevano speso interi pomeriggi a fissare lo strano comportamento di<br />
<strong>il</strong> <strong>Bosco</strong><br />
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