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il Bosco

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“ Aurora… eccoti finalmente “ La voce di Ph<strong>il</strong>ip la raggiunse mentre stava per gettare <strong>il</strong> suo cellulare alle<br />

ortiche. “ Ho raccolto <strong>il</strong> libro delle favole ed ho attraversato lo stargate “<br />

“ Ma se non hai <strong>il</strong> libro non puoi più tornare indietro “ disse Aurora .<br />

“ Ma io non voglio tornare indietro, è qui che voglio stare, con te, nel tuo mondo “<br />

Aurora lo prese per mano sognante “ Vieni, ti voglio portare nella torre dove un tempo mi<br />

mi sono punta con <strong>il</strong> fuso “<br />

E felici corsero incontro al futuro sperando che ogni rosa sarebbe stata senza spine .<br />

NOVELLE<br />

Elena Olivari<br />

La Principessa Insonne nel <strong>Bosco</strong><br />

C’erano una volta un Re e una Regina che non volevano avere figli<br />

poiché essi amavano viaggiare, andare ai balli e a caccia nei boschi pensavano alla figliolanza solo come<br />

ad un gravoso impiccio. Un giorno però la Regina rimase incinta e diede alla luce una bambina. Convinti<br />

che qualcuno avesse fatto loro un maleficio, <strong>il</strong> Re e la Regina diedero un grande ricevimento sperando<br />

che le sette fate cattive, sazie di cibo ed ebbre di vino, non avessero voglia di augurare loro altre disgrazie.<br />

Sulla tavola, accanto ai coperti delle fate, <strong>il</strong> Re, sperando di ingraziarsele, aveva fatto sistemare sette<br />

paia di posate d’oro massiccio, tempestate di rubini, diamanti e zaffiri. La prima delle fate quando vide<br />

le posate arricciò <strong>il</strong> naso: “Ormai ho la casa piena di posate d’oro”. La seconda aggiunse: “Sono fuori<br />

moda” e la terza: “Pesanti” e la quarta: “Sproporzionate” e la quinta: “Scommetto che <strong>il</strong> coltello non<br />

taglia” e la sesta: “Nemmeno un astuccio di velluto per contenerle” e la settima: “Il Re vuole insultarci<br />

con un regalo inappropriato”. Iniziò <strong>il</strong> pranzo, ed ogni portata era più abbondante e gustosa di quella<br />

precedente. Ad un certo punto <strong>il</strong> portone del castello si aprì di nuovo ed entrò la vecchia fata buona,<br />

che era stata invitata ma, essendo anziana e un po’ rimbambita, aveva fatto confusione con l’orario.<br />

Finito che ebbero di desinare tutte le fate si avvicinarono alla culla della principessina per presentarle i<br />

loro doni. Il Re incrociava le dita e la Regina faceva le corna dietro alla schiena. La buona fata, che<br />

avrebbe dovuto mettersi per ultima nel caso ci fosse stato bisogno di rimediare alle malefatte delle fate<br />

cattive, non si accorse che la più giovane delle fate malvagie si era nascosta. Le fate iniziarono a parlare:<br />

la prima disse che la principessa avrebbe avuto la voce stridula, la seconda che avrebbe avuto le<br />

caviglie grosse, la terza che avrebbe avuto <strong>il</strong> seno piccolo, la quarta che avrebbe avuto i capelli stopposi,<br />

la quinta che avrebbe avuto gli occhi strabici e la sesta le pronosticò che avrebbe riso come un<br />

somaro. Arrivò <strong>il</strong> turno della fata buona, che era di gran lunga più potente di tutte le altre: “Cara principessina,<br />

invero tu crescerai bella e virtuosa: la tua voce sarà stridula solo nel canto, le caviglie forti e<br />

robuste, <strong>il</strong> seno sarà piccolo ma dalla forma perfetta, i capelli si districheranno a furia di spazzolate, <strong>il</strong><br />

tuo sguardo sarà intrigante come quello di Venere e invero riderai poco non avendo un gran senso dell’umorismo”.<br />

Il re e la regina tirarono un mezzo sospiro di sollievo mentre la fata, che aveva una certa<br />

passione per i f<strong>il</strong>ati preziosi, aggiungeva: “Di mio aggiungo <strong>il</strong> dono del f<strong>il</strong>are: sarai la più brava e la più<br />

veloce che si sia mai vista”. La buona fata tacque tutta soddisfatta mentre <strong>il</strong> Re e la Regina si guarda-<br />

47<br />

<strong>il</strong> <strong>Bosco</strong><br />

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