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il Bosco

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vano perplessi. Improvvisamente balzò fuori la settima delle fate cattive, che sul viso aveva un ghigno<br />

punto benevolo: “Principessina io non ho <strong>il</strong> potere di cancellare quanto ha detto la mia sorella maggiore,<br />

assai più anziana e potente di me. Sarai bella e virtuosa, e così brava a f<strong>il</strong>are con l’arcolaio che dalla<br />

prima volta che prenderai <strong>il</strong> fuso in mano non riuscirai più staccartene e continuerai a f<strong>il</strong>are per cent’anni<br />

finché un principe non verrà a salvarti”. Tutte le fate malvagie corsero a complimentarsi con la<br />

fata più giovane, e se ne andarono ridendo come matte e dandosi grandi pacche sulle spalle. Il Re non<br />

si perse d’animo: per quanto quella profezia sembrasse assurda fece bandire dal suo regno tutti gli<br />

arcolai.<br />

Passarono gli anni: era diffic<strong>il</strong>e trovare delle parrucchiere per la principessa e quand’essa cantava sotto<br />

la doccia tutti dovevano mettersi i tappi nelle orecchie, ma in fondo, poiché non rideva quasi mai e<br />

metteva sempre stivali alti fino al ginocchio, faceva proprio la sua figura. Il giorno del suo sedicesimo<br />

compleanno, vagando per <strong>il</strong> castello, la principessa si spinse fin in cima ad una torre alta e buia, e lì<br />

trovò una vecchina, che nulla sapeva del divieto, tutta intenta a f<strong>il</strong>are con l’arcolaio. Appena lo vide la<br />

principessa non seppe resistere: prese in mano <strong>il</strong> fuso e da quel momento non riuscì più a staccarsene.<br />

In tutto <strong>il</strong> reame <strong>il</strong> tempo pareva come sospeso: nessuno riusciva a smettere di fare e rifare sempre la<br />

stessa cosa e, siccome nessuno si dedicava al giardinaggio, intorno al castello crebbe un bosco intricatissimo.<br />

Come tutti i suoi sudditi, nonostante <strong>il</strong> passare degli anni la principessa non invecchiava, anche<br />

se alla lunga le erano venuti i calli nelle mani, delle brutte occhiaia e l’alito pesante. Pur sapendo della<br />

profezia, <strong>il</strong> Re e la Regina, gli unici che non parevano toccati dal maleficio, fecero venire dei principi da<br />

tutti gli angoli del paese, sperando che potessero spezzare l’incantesimo. Ma la principessa non li degnava<br />

di uno sguardo, tutta intenta com’era a f<strong>il</strong>are, e loro, viste le occhiaia e i capelli tutti annodati,<br />

presto abbandonavano l’impresa.<br />

Il Re e la Regina erano ormai morti da un pezzo e da tempo nessuno si faceva più vedere nel reame,<br />

quando un giorno arrivò un principe. Mentre varcava le tante sale del castello per la prima volta da<br />

cent’anni tutti smisero di dedicarsi alle loro occupazioni, e quand’egli arrivò in cima alla torre perfino la<br />

principessa sollevò un attimo gli occhi dal suo lavoro. Non appena incontrò lo sguardo del principe, ella<br />

cadde profondamente addormentata. Siccome erano 100 anni che non riposava, dormì per 17 giorni di<br />

f<strong>il</strong>a. Si svegliò appena in tempo: <strong>il</strong> principe era ormai parecchio annoiato e stava per lasciare <strong>il</strong> castello.<br />

La principessa si fece fare un bel bagno, tagliare i capelli e le unghie: poi, prima ch’ella si riaddormentasse,<br />

i due si sposarono in gran fretta. Presto nacquero due gemelli che chiamarono Piso e Lino, due<br />

bambini così noiosi che solo a guardarli facevano venire da sbadigliare.<br />

Passava <strong>il</strong> tempo: <strong>il</strong> principe era diventato Re, ma la principessa sua moglie sembrava non riuscisse a<br />

riprendersi dalla lunga insonnia: sbadigliava in pubblico, dormiva almeno 20 ore al giorno e alla mattina<br />

era sempre di malumore. Di lì a poco tempo <strong>il</strong> Re andò a far la guerra ad un Re vicino, offeso dalla<br />

principessa che di mezzo ad un ricevimento in suo onore si era addormentata russando sonoramente.<br />

Lasciò la reggenza del Regno alla moglie, e le raccomandò tanto e poi tanto la Regina sua madre, che<br />

era rimbambita, quasi cieca e sorda, e parlava in continuazione a voce molto alta. Appena <strong>il</strong> Re fu partito<br />

la principessa fece rinchiudere la suocera nella stalla, per non dover più sopportare tutte quelle grida<br />

che la tenevano sveglia.<br />

Dopo qualche giorno la Regina madre chiese ad una cameriera di vedere <strong>il</strong> piccolo Piso. La donna andò<br />

dalla principessa, che stava dormendo, e dovette svegliarla: di pessimo umore com’era, ella disse che non<br />

osassero disturbarla mai più con tali assurde richieste: e che se proprio la vecchia aveva voglia di compagnia<br />

le portassero un qualche animale. Così in vece del piccolo Piso le fu portato un agnellino, e<br />

quando otto giorno dopo la Regina madre chiese di poter vedere anche <strong>il</strong> piccolo Lino, la cameriera le<br />

fece portare un capretto. Infine quando una sera la Regina madre chiese di parlare con la principessa,<br />

le fu portata una bella cerva.<br />

Così quando <strong>il</strong> Re tornò al castello trovò la madre chiusa nella stalla tutta circondata da animali e dai<br />

loro escrementi, china ad abbeverarsi dalla mangiatoia dei maiali: indignato da quell'orrendo spettacolo<br />

cacciò via la principessa dal suo regno ma se ne mostrò addolorato, perché in fin dei conti era sua<br />

<strong>il</strong> <strong>Bosco</strong><br />

Stregato 48 NOVELLE

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